Isis e rapporti sessuali con le ‘schiave’

La fatwa numero 64 dello Stato Islamico ha per oggetto, i ‘rapporti sessuali con le schiave, con le pratiche permesse e i comportamenti da tenere. I documenti sono stati recuperati dalle forze speciali americane in maggio, durante un raid nel quale è stato ucciso Abu Sayaff, leader di Isis, e catturata la moglie Umm Sayaff il cui compito era proprio di gestire le schiave. Il tema di questo nuovo documento sono le schiave, argomento di cui molto è stato scritto, sia dalle organizzazioni non governative che hanno raccolto le testimonianze di centinaia di donne, soprattutto appartenenti alla minoranza yazida, abusate in ogni modo dai miliziani. Violentate e costrette a ogni tipo di pratica e molte hanno testimoniato come i carnefici tentassero di giustificare le loro pratiche con precetti di tipo religioso.   La fatwa numero 64  ha lo scopo di trovare una risposta ufficiale che giustifichi il comportamento dei terroristi. Seguono 15 terribili punti nei quali si scopre che non è possibile per il padrone di una schiava avere rapporti sessuali con lei fino a che non ha avuto il ciclo ed è diventata pulita. La possibilità di avere schiave e di poter abusare di queste donne viene dunque teorizzata. Ma con dei limiti. Al secondo e al terzo punto si legge come non è possibile far abortire una schiava che rimanga incinta e non è possibile aver rapporti con lei fino a quando non abbia dato alla luce il bambino. E poi: ‘Se il padrone possiede sia la figlia che la madre non può avere rapporti con entrambi ma solo con una di esse e poi non deve più toccare l’altra’. Stesso comportamento va tenuto con le sorelle. Infine la fatwa 64 informa che non è possibile avere rapporti anali con le schiave e che bisogna essere compassionevoli con lei. Ovviamente, come fa notare Abdel Fattah Alawari, docente di teologia islamica all’Università di Al-Azhar una delle più antiche del Medio Oriente, tutti questi precetti non hanno assolutamente niente a che fare con l’Islam: ‘L’Islam impone la liberazione degli schiavi, non giustifica in alcun modo la schiavitù. La schiavitù era lo status quo quando è nato l’Islam. Giudaismo, Cristianità, greci, romani, persiani, la praticavano e prendevano le donne dei nemici come schiave sessuali. L’Islam ha lavorato per rimuovere questa pratica’.  Probabilmente il tentativo da parte dei vertici di Isis di dare una giustificazione religiosa ai comportamenti brutali dei miliziani, arriva dopo le critiche mosse dalle Nazioni Unite. Ma anche dopo lo sdegno degli ambienti più conservatori salafiti. Non sono pochi infatti i jihadisti che hanno criticato i filmati terribili che girano nel deep web e che mostrano stupri di gruppo anche su minorenni o la scelta di molti miliziani di scegliersi una bambina come schiava. Inoltre nei territori controllati dallo Stato Islamico si stanno diffondendo velocemente malattie di ogni tipo  causate anche al passaggio delle schiave da un uomo all’altro e dalle pratiche sessuali violentissime. Per i vertici del Califfato potrebbe essersi reso necessario limitare queste pratiche non tanto per bontà d’animo, ma per evitare la diserzione, gli attacchi di altri gruppi jihadisti e la diffusione di malattie veneree di ogni tipo.

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