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L’ennesima commedia tutta genio e leggerezza arriva a Cannes e pone sotto i migliori auspici il primo week end del festival. Allen torna alla riflessione filosofica dove verità e bugia, colpa e pentimento si rincorrono con allusioni a Kant e Dostoevskij ma sempre nella lievità di dialoghi caustici e effervescenti. Con The irrational men siamo dalle parti di Crimini e misfatti. Un morto, un assassino, un gesto che dà sollievo a chi lo compie con un’implicita riflessione sul male e sulla sua banalità. Siamo in un campus universitario di provincia e i protagonisti sono il nuovo professore di filosofia, in preda a crisi esistenziale, Joaquin Phoenix, e la bella studentessa Emma Stone tutt’altro che insensibile al fascino del dotto docente. Il ritmo serrato e i dialoghi brillanti sono un marchio di fabbrica ma qui lo sceneggiatore Allen è particolarmente a abile a inserire il coup de théâtre del delitto, macchina di per sé generatrice di suspense anche se non di mistero. Non si ride esplicitamente, ma si sorride molto e molto ci si sente sollevati nell’affrontare nei toni della commedia le spontanee riflessioni che si fanno leggendo la quotidiana cronaca nera. Il disegno dell’ambiente universitario come tutti quelli presi di mira da Wody Allen è benevolmente sarcastico e la duttilità di Joaquin Phoenix aiuta a comprendere i più acrobatici salti di stati d’animo e le trasformazione dei caratteri.
