Un momento dell'assemblea delle sigle sindacali della scuola al Pantheon, contro il ddl del governo Renzi, 15 maggio 2015 a Roma. ANSA/ MASSIMO PERCOSSI

Scuola: Renzi, discuto ma poi si decide. Primi sì alla Camera a Ddl

Alla Camera arrivano i primi sì alla “Buona scuola” mentre in piazza prof e sindacati, con in tasca un’altra idea di riforma, chiedono modifiche. E qualche parlamentare, che cerca il dialogo, viene contestato e il punto di incontro è ancora lontano. Nel corso della giornata passano i primi articoli, sette dalla mattina alla prima serata. Tutto fila liscio, salvo un piccolo incidente di percorso, dettato da una serie di equivoci perchè in un emendamento che contiene un’osservazione tecnica della commissione Bilancio e recepito dalla Commissione Cultura, il Governo va sotto. Si tratta di “un’ulteriore chiarezza di indicazione, che non incide con la struttura del testo”, precisa il relatore. La Camera dà allora il via libera agli articoli sull’autonomia scolastica sul piano dell’offerta formativa, sul curriculum dello studente, sull’alternanza scuola-lavoro, sull’insegnamento nelle carceri e sugli istituti tecnici superiori, sull’innovazione digitale. Ma se a Montecitorio ci sono pochi intoppi per il governo in piazza suona tutta un’altra musica. Quella della protesta. Al sit-in promosso al Pantheon da sindacati e insegnanti hanno partecipato anche alcuni parlamentari, durante una pausa della discussione. Un’accoglienza fredda con un battibecco tra Stefano Fassina, della minoranza Pd, e alcuni precari. Contestata anche la renziana Simona Malpezzi, della Commissione Cultura, a cui i manifestanti hanno urlato: ‘Malpezzi vattene’. E per chi questa riforma non la può digerire il dissenso non finisce qui perché Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda promettono sit in davanti Montecitorio sia lunedì che martedì. E se non bastasse, alcune sigle sono pronte a bloccare gli scrutini. L’invito arriva dai Cobas ma anche la Flc Cgil rivendica il diritto di sciopero, anche nel periodo degli scrutini. Non piacciono le parole del presidente dell’autorità sugli scioperi, Roberto Alesse: Se la proclamazione avvenisse in palese contrasto con la normativa la proclamazione sarebbe illegittima e spetterebbe all’autorità valutare, oltre alle sanzioni, la precettazione”. Col termine precettazione s’intende, ai sensi della legge italiana, il provvedimento amministrativo straordinario col quale la competente autorità impone il termine di uno sciopero. Il provvedimento è stato introdotto in Italia dalla legge 12 giugno 1990, n. 146, modificata dalla legge 11 aprile 2000, n. 83 per coniugare il diritto di sciopero (art. 40) con i diritti di godimento della persona, entrambi contemplati nella Costituzione (artt. 1 e 2). Il citato art. 40 recita che “il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano”. L’ordinanza di precettazione viene adottata ogni volta in cui ci sia il “fondato pericolo di pregiudizio grave e imminente ai diritti della persona costituzionalmente garantiti” derivante dall’interruzione o dall’alterazione del funzionamento del servizio. Questa premessa per ritornare sul blocco degli scrutini che possono essere messi in atto da parte di sindacati come protesta perché completamente in disaccordo con “la buona scuola”. Il presidente della Commissione di Garanzia, Roberto Alesse, ha preventivamente informato che, in tal caso, sarebbe stata applicata una precettazione. Il problema è che ora il blocco degli scrutini è diventato realtà visto che l’Unicobas considera nulle la dichiarazioni di Roberto Alesse: “La dichiarazione di Alesse è gravissima perchè il blocco degli scrutini è legale, se effettuato entro determinate regole, mentre il ‘garante’ lo demonizza in toto. Inoltre, queste stesse regole perdono ogni senso di fronte ad una controparte datoriale completamente inadempiente con contratto bloccato dal 2006, e sorda persino davanti ad uno sciopero plebiscitario che ha coinvolto almeno l’80% del personale della scuola e proclamato da tutte le organizzazioni sindacali”, afferma Stefano D’Errico, segretario nazionale di Unicobas. “Una cosa è certa: Alesse non ci spaventa! La categoria risponderà con un blocco totale a partire dal primo giorno successivo al termine delle lezioni secondo i calendari regionali, e precisamente per i primi due giorni stabiliti dai singoli istituti per gli scrutini e tutte le attività connesse, ivi comprese compilazione e consegna delle schede di valutazione nella scuola primaria. Per il momento sono esclusi gli scrutini propedeutici allo svolgimento degli esami conclusivi dei cicli di istruzione, ma vaglieremo se procedere con l’inasprimento del blocco”.
Sulla querelle interviene Renzi, che rassicura: “La precettazione è un tema abbastanza prematuro, è una questione tecnica e se ne parla più in là”. Ma, osserva, “La stragrande maggioranza degli insegnanti sono persone serie, perbene e non mettono a rischio i propri ragazzi e il lavoro di un anno con il blocco degli scrutini”.

Roberto Cristiano

 

 

Circa redazione

Riprova

Iran, attacco a Israele con oltre 300 missili e droni: 99% intercettati. L’Iran invoca il diritto all’autodifesa: ‘Non avevamo scelta’

Il temuto attacco dell’Iran a Israele è arrivato nella notte tra sabato e domenica: 185 droni, …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com