3 a 1 sul Sassuolo. La Juventus prepara la festa scudetto

Vittoria di carattere, di forza, di grinta e allo stesso tempo di umiltà della Juventus che dimostra di saper soffrire ribaltando l’iniziale vantaggio del Sassuolo. I tifosi della Vecchia Signora cantano “La capolista se ne va” e già pensano alla festa che potrebbe e dovrebbe scattare lunedì in occasione della sfida casalinga con l’Atalanta perché, con un vantaggio di otto punti a tre giornate dalla fine, ormai la Juve è a una vittoria dal trentesimo scudetto che potrebbe arrivare anche domenica se la Roma non dovesse vincere a Catania. Ma intanto c’è da pensare alla semifinale di giovedì col Benfica un impegno a cui Conte non ha pensato neanche minimamente stasera tanto da schierare il centrocampo titolare e non risparmiare i vari Tevez, LLorente, Chiellini e Barzagli. Assente Berardi per squalifica, il Sassuolo si affida in avanti a Floro Flores, Sansone e soprattutto Zaza, giocatore di proprietà della Juventus, che al 9’ da il vantaggio momentaneo ai neroverdi. Gli emiliani partono a razzo e dopo 90’’ Sansone ci prova sfiorando il palo alla sinistra di Buffon. Lo stesso attaccante ex Parma al 9’ detta la ripartenza e serve Zaza che penetra in area e da posizione defilata scarica un sinistro deviato da Ogbonna che beffa Buffon. Corsa, intensità e pressing sono le caratteristiche di un Sassuolo cattivo e determinato come invocato da Garcia scatenando la polemica di questi giorni con Conte. Dopo averci provato al 21’ con una sassata fuori per pochi centimetri, Tevez al 34’ trova il diciannovesimo gol stagionale che vale il pareggio. Anche in questo caso è complice una deviazione di Longhi che aggiusta il tiro dell’Apache che la prima volta che trova un metro libero diventa letale. Il Sassuolo non molla e Buffon al 40’ è miracoloso su un indemoniato Zaza.  I neroverdi prima tremano al 52’ su un tiro di Pirlo deviato che va a sfiorare il palo, quindi vanno vicini al gol con Sansone il cui tiro finisce alto. La Juve però, come è risaputo, è una squadra cinica e letale che non perdona nulla e così al 57’ Zaza commette il primo errore della sua partita sprecando un invitante contropiede con un passaggio sbagliato e sull’azione successiva Pirlo disegna la solita traiettoria magica per premiare l’inserimento di Marchisio che al volo piazza il pallone all’angolino. È vantaggio per la Juve che, dopo aver rischiato, pone forse l’ipoteca decisiva sul trentesimo scudetto perché con questo vantaggio di otto punti le basterà vincere la prossima partita in casa con l’Atalanta per poter far festa. Lo stesso Marchisio prova a chiudere la partita ma il suo tiro dal limite è sventato a pugni chiusi da Pegolo. Dopo alcuni minuti di pressione emiliana Tevez al 73’ timbra la traversa ma la partita la chiude comunque due minuti dopo Llorente che, sul solito assist di Lichsteiner, va in gol di tacco. Gran gol, partita in ghiaccio, + 8 sulla Roma e scudetto ormai in cassaforte, se mai ci fossero stati dubbi.

Sebastiano Borzellino

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