Zelensky in Vaticano e la strategia di Papa Francesco

L’incontro suscita interesse e curiosità.Dall’inizio del conflitto si parla di iniziative della diplomazia vaticana che però ha avuto difficoltà a concretizzare. Non ha trovato lo spazio necessario. Ha fatto molto come mediatore per lo scambio di prigionieri. Nonostante le smentite della Santa Sede, indubbiamente la visita del Presidente ucraino al Papa è legata ad una missione di pace. Lo stesso Papa Francesco al ritorno del suo viaggio in Ungheria ha fatto capire che è in corso una missione di pace che non può essere resa pubblica per la sua delicatezza. Zelensky ha finora incontrato solo i leader che appoggiano il suo Paese nel conflitto contro la Russia di Putin. Dopo le capitali europee e Washington sarà anche a Berlino. Tutti si chiedono se la visita in Vaticano sia solo la conseguenza della visita in Italia, ma si intuisce che non è così, anche se l’incontro, apparentemente, è fuori dagli schemi delle visite ufficiali tra capi di Stato. La posizione non schierata del Vaticano nel conflitto ha un valore particolare: critica sull’invasione russa, ma altrettanto ferma nella convinzione che le armi non sono la soluzione, ma la negoziazione sia l’unica strada da perseguire. Certo questa visione ha suscitato non poche perplessità in Ucraina, dove il Papa è stato spesso accusato di indifferenza verso il dramma della popolazione ucraina. Ma la Santa Sede tenta sempre a salvaguardare l’imparzialità, senza schierarsi politicamente, ma con un occhio attento e benevolo verso chi soffre. Papa Francesco nei suoi ‘ Angelus’ , non ha mai dimenticato di parlare delle sofferenza di quella popolazione con una condanna indiretta della Federazione Russa. La segreteria di Stato non ha mai smesso di tenere aperti i canali con Mosca. Ha più volte bacchettato il patriarca Kyrill , definito una sorta di chierichetto di Putin. Quindi il Vaticano si può dire ha trasformato la sua imparzialità ‘passiva’ in imparzialità ‘attiva’ . La pace si fa aprendo i canali diplomatici e non con le armi . Questa è la tesi del Papa e della diplomazia vaticana che mette in luce come sia difficile tenere una posizione imparziale. In una stagione in cui il conflitto russo-ucraino segna il passo e mostra tutte le sue difficoltà sul terreno di guerra, dopo l’iniziativa cinese, è il momento di Papa Francesco di mettere in campo una concreta azione diplomatica attraverso i suoi canali che sapientemente ha sempre saputo tenere aperti. Del resto il Papa non è condizionato, a differenza di altri capi di Stato, dall’esigenza di vittoria. Il Vaticano è consapevole che la partita diplomatica non si gioca solo sul tavolo russo-ucraino, ma a livello globale . Allora la visita di Zelensky, a nostro avviso è mirata e vuole intercettare il proposito del Papa. Andrea Viscardi

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