Vittorio Sgarbi indagato per sottrazione fraudolenta al pagamento imposte

La Procura di Roma ha chiuso l’indagine, atto che di norma precede la richiesta di giudizio, che vede indagato il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Debiti che il critico d’arte ha con l’Agenzia delle Entrate per un totale di circa 715mila euro.

I pm contestano a Sgarbi di aver acquisito un dipinto nel 2020 all’asta facendo figurare la fidanzata come acquirente e con denaro di una terza persona con l’intento di mettere l’opera al riparo da eventuali aggressioni da parte del Fisco.

Che non si tenga alcuna critica, anche quando investe chi – tecnicamente – è un suo superiore, è cosa nota. Ma oggi Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura ormai in rotta con il ministro Gennaro Sangiuliano  anche per la questione delle consulenze d’oro, prende di mira tutto il governo di cui, sempre tecnicamente, fa parte: “Nove decimi di quelli che sono al governo non hanno alcuna competenza e diventano ministri di questo o di quello. L’idea che qualcuno venga chiamato perché appartenente a un partito è la ragione per cui la politica non funziona. Occorre rimettere nei luoghi adatti le persone competenti”. Queste le sue parole durante un evento della Biennale Milano International Art Meeting dove è arrivato con Morgan, suo grande amico e appena licenziato come giudice di X Factor.

“Nessuno si ribellerebbe ad avere ministro della Sanità Umberto Veronesi, chi ha conosciuto per tutta la vita la sanità potrebbe essere un buon ministro. La politica – ha aggiunto – è la sublimazione delle tue capacità. Non c’è nel nostro governo, per esempio, una persona che ama la musica, una persona che possa essere intesa come riferimento per i conservatori di musica e questo è grave”.

Nei primi governi Berlusconi “avevo immaginato allo spettacolo uno come Maurizio Costanzo che ha fatto teatro e mai politica. L’idea che dieci persone diventino ministri per la loro capacità, tra questi Morgan – ha concluso – sarebbe la certezza per i cittadini che le cose che accadranno saranno fatte da chi sa quello che fa e non da chi ha un consigliere che ha dietro un partito o un sindacato che gli dice cosa fare. Il ministro è un rappresentante di una serie di associazioni o interessi che non conosce”.

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