Via della Seta. Conte:Sì all’accordo con la Cina. Critiche da Ue e Usa

L’Italia è il primo paese del G7 a sottoscriverà un accordo quadro con la Cina per la ‘Via della Seta’, il maxi-programma di investimenti infrastrutturali ideato da Pechino per collegarsi con decine di paesi in Asia, Africa ed Europa. La firma al Belt&Road Initiative, che comprende porti, linee ferroviarie, strade e corridoi marittimi, avverrà nel corso della visita in Italia, dal 21 al 24 marzo, del presidente cinese Xi Jinping.

Ma l’ok di Roma a questo mega progetto che connetterà la Cina a Europa e Africa e criticato da tutti: Ue e Stati Uniti vorrebbero che il governo di Giuseppe Conte non firmerebbe questo accordo. Una eventualità smentita dal presidente del consiglio italiano. “Poste le opportune cautele, ritengo possa essere una opportunità per il nostro paese. Il prossimo incontro in Italia con il presidente cinese sarà l’occasione per sottoscrivere l’accordo quadro. Non significa che saremo vincolati il giorno dopo, ma potremo entrare e dialogare”. “Anche per la Ue è una opportunità, l’occasione per introdurre nostri criteri e standard di sostenibilità economica e ambientale all’interno del progetto – precisa Conte – Che sarà trasparente e ampio. Potremo dare un contributo invece che starne fuori”. Ma questo, economicamente, e non potrebbe essere altrimenti, non significa chiudere la porte agli Stati Uniti. “Sono pronto ad andare in Cina per il secondo forum sul progetto della Via della Seta. Naturalmente anche con gli Usa il dialogo è costante su un dossier cosi strategico. Ci confrontiamo continuamente- dice – Il fatto di essere collocati comodamente nella alleanza atlantica non ci impedisce pero di fare scelte economiche e commerciali con la Cina per avere maggiori opportunità”.

Molto fredda è stata anche la reazione di Bruxelles. Un portavoce della Commissione ha avvertito Roma che “né la Ue né nessuno Stato membro può ottenere efficacemente i suoi obiettivi con la Cina senza piena unità. Tutti gli Stati membri individualmente, e nell’ambito della cooperazione sub regionale come il formato 16+1, hanno la responsabilità di assicurare coerenza con le leggi e le politiche Ue e di rispettare l’unità dell’Ue nell’attuare tali politiche”. E la ‘Via della Seta’ non piace sopratutto alla Francia: Genova diventerebbe un porto fondamentale nel Mediterraneo scavalcando, di fatto, Marsiglia.

Sicuramente questo progetto porterà Pechino ad aumentare il peso in vaste aree del globo che non piacciono agli Usa che vedono minato il loro presunto primato economico. Di i prodotti cinesi potranno raggiungere più facilmente mercati lontani ed acquisire maggiore forza in varie aree geografiche. Qualcuno ha guardato al progetto come un tentativo di neocolonizzazione da parte della Cina: probabilmente non è così perché in un sistema economico globalizzato ogni potenza economica cerca di trarre il massimo dalle opportunità offerte dal mercato. L’Italia potrebbe giocare in questo contesto un ruolo fondamentale soprattutto per gli equilibri economico-politici nel bacino del Mediterraneo. Questa mossa di Roma la si potrebbe vedere anche come prima risposta al trattato di Aquisgrana tra Francia e Germania che hanno estromesso l’Italia da quella che potrebbe essere la nuova Unione Europea. Un fatto non da poco. Il progetto è ancora tutto da realizzarsi e non si esclude che altri paesi dell’Ue possono, poi, accordarsi alla nuova via della seta.

Circa Omar Scafuro

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