epa04885020 Local people pray for victims as they lay the flowers and light candles outside the Taida hospital after a huge explosion rocked the port city of Tianjin, China, 15 August 2015. The death toll of Tianjin disaster rose to more than 100 people were killed after explosions and a fireball at a chemical warehouse in the north-eastern Chinese port city of Tianjin late on 12 August. The magnitude of the initial blast was similar to three tons of TNT exploding and a second blast's magnitude was equivalent to 21 tons of TNT, China's earthquake bureau said. EPA/WU HONG

Tianjin, il bilancio si aggrava 114 vittime. Scatta l’evacuazione

Non si arresta il numero delle vittime a Tianjin, Cina. A cinque giorni dalla forte esplosione che ha investito l’area industriale della città cinese, il bilancio si aggrava salendo a 114 morti, oltre 700 feriti e 70 dispersi. Proprio questi ultimi due dati fanno però pensare che il numero potrebbe salire ulteriormente. Peraltro molti dei morti sono pompieri che hanno dato la vita per per domare le fiamme nel porto. Un vigile del fuoco che è riuscito a salvarsi ha raccontato che “tutto il cielo si è incendiato. L’onda d’urto mi ha catapultato in aria. Il mio casco è volato via. Era come un altro mondo, con fiamme che cadevano come pioggia sulla mia testa. La visibilità era da 4 a 5 metri”. Ho cercato un posto per nascondermi”, ha aggiunto. “Cercavo anche i miei colleghi, ma non ne vedevo nessuno. Nessuno rispondeva. Era il caos e non vedevo niente. Era l’inferno”. Comunque il premier cinese, Li Keqiang, una volta giunto sul luogo dell’incidente ha reso omaggio ai pompieri: “sono eroi e meritano il rispetto di tutte la società”, ha detto cercando di calmare le proteste di decine di familiari dei pompieri. Intanto le autorità cinesi hanno disposto l’evacuazione in un raggio di 3 chilometri a causa della dispersione nell’aria di sostanze chimiche fuoriuscite dal magazzino in cui si sono verificate le esplosioni mercoledì scorso. Esplosioni che non accennano a fermarsi: l’ultima è stata segnalata nelle prime ore di oggi. E’ stato anche reso noto che nell’area ci sono “diverse centinaia” di tonnellate di cianuro di sodio, una soglia molto più alta di quella consentita dalla legge. Le autorità però sostengono che non vi siano state grosse perdite di questa sostanza e al momento il livello di contaminazione è piuttosto basso.
L’avvenimento sta avendo grande eco in tutta la Cina. Negli ultimi giorni infatti migliaia di cinesi sono intervenuti su Internet per denunciare l’incompetenza dimostrata dalle autorità locali nel far fronte al disastro e, soprattutto, nel non fornire tempestivamente informazioni alla popolazione. E’ stata anche aperta una inchiesta per stabilire eventuali responsabilità. La polizia ha posto sotto custodia il direttore generale della società che gestisce il magazzino. Ora però si trova in ospedale, dove è ricoverato per le ferite riportate. Nel frattempo, sono scattati i controlli in tutta la città e sono state sospese le attività delle fabbriche che non rispettano le regole della sicurezza.

Alessandro Moschini

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