Telefonata Merkel – Napolitano: smentita del Quirinale

Il Quirinale  ha smentito le voci riportate dal Wall Street Journal secondo le quali il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano averbbe ricevuto, lo scorso ottobre, una telefonata della Cancelliera tedesca Angela Merkel che sollecitava la sostituzione del premier in carica Silvio Berlusconi per poter fronteggiare meglio la crisi. ”In riferimento ad alcune indiscrezioni di stampa, internazionale e italiana – si legge in una nota del Colle – si precisa che nella telefonata, niente affatto segreta, del 20 ottobre 2011, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Cancelliere della Repubblica federale tedesca, Angela Merkel, non pose alcuna questione di politica interna italiana, ne’ tanto meno avanzo’ alcuna richiesta di ”cambiare il premier”. La conversazione – continua la nota – ebbe per oggetto soltanto le misure prese e da prendere per la riduzione del deficit, in difesa dell’Euro e in materia di riforme strutturali”.

Capezzone: “ Urge smentita Merjel”.’Rispetto al retroscena descritto dall’edizione online del Wall Street Journal, a proposito di una telefonata della cancelliera Merkel al presidenteNapolitano (e di una telefonata con quei contenuti così perentori e invasivi), c’è davvero da sperare che giungano smentite, e che tali smentite siano realmente convincenti”. Ad affermarlo, il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone. ”In caso contrario, avremo un’idea chiara sull’autonomia e sulla libertà dell’Italia, nonché  sullo stato di salute della nostra democrazia e sul residuo valore della sovranità popolare”, conclude Capezzone.

Malan: “ Berlino smentisca”.Sulla stessa lunghezza d’ onda, il senatore Pdl Lucio Malan, che ha infatti dichiato: ”Sulla presunta telefonata della cancelliera Merkel per esigere il cambio di governo in Italia, urgono smentite anche da Berlino. Non sarebbe accettabile qualcosa di diverso. Indipendentemente dalla telefonata, la signora Merkel dovrebbe invece lavorare a favore dell’economia europea dando il via libera al cambiamento dello Statuto della BCE, che oggi mette tutti i paesi dell’eurozona, Germania inclusa, in stato di inferiorità rispetto al resto del mondo. Non è accettabile che per questi veti i cittadini europei debbano pagare decine di miliardi di euro in tasse per finanziare interessi sul debito pubblico gonfiati dalla mancanza di una vera banca centrale”.

Gasparri: “Non credo al Wall Street Journal”. Non crede invece a quanto riportato dal Wall Street Journal, Gasparri ch ai microfoni di Radio Monte Carlo, ha dichiarato: “La crisi italiana si è svolta sotto gli occhi di tutti, attraverso discussioni parlamentari, interventi, nel solco della Costituzione del Presidente della Repubblica, quindi non possono credere che sia vero quanto ha scritto il Wall Street Journal”. Lo afferma Maurizio Gasparri. “La Germania, già nel passato – aggiunge il presidente dei senatori del Pdl- ha interferito in maniera molto dannosa nella vita dei popoli europei, quindi che la Merkel, non essendo hitleriana, si sarà sicuramente astenuta da interventi come quelli raccontati dal Wsj. La Germania ha imparato sulla sua pelle che è meglio rispettare le democrazie altrui, piuttosto che imporre la propria egemonia”. Vi aspettate una smentita del Quirinale? “Di fronte alle fanfaluche non sono necessarie le smentite. Del resto Napolitano non è un re travicello che autorizza un governo Quisling, quello che in Norvegia fu messo in piedi da Hitler per avere realtà compiacenti. Insomma non siamo nella Repubblica di Vichy di Petain al servizio di nuovi Hitler, non c’è né Hitler né  Petain e credo che Napolitano, per la sua storia, avrebbe certamente attaccato il telefono a un capo di governo, peraltro debole e vacillante, che avesse posto in quei termini la questione. Io credo che sia un’invezione del Wall Street Journal, Hilter per fortuna e’ alle nostre spalle”, conclude Gasparri.

”Se fosse confermata la notizia comparsa sul sito del Wall Street Journal della telefonata della cancelliera Merkel al Presidente Napolitano, sarebbe un fatto gravissimo. Non siamo una colonia tedesca. I trattati europei non prevedono l’ingerenza di uno stato negli affari politici negli affari di un altro stato europeo”. E’ quanto dichiara, invece, Melania de Nichilo Rizzoli, deputata del Pdl.

 

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