Taglio dei parlamentari, ragioni del ‘sì’ e del ‘no’ nei Cinque Stelle

Per il M5S il referendum del 20 e 21 settembre sul taglio dei parlamentari è era la madre di tutte le battaglie anti-casta.  Eppure, all’approssimarsi della fatidica data, anche nel Movimento 5 Stelle iniziano ad emergere posizioni in dissenso, con i primi parlamentari schierati a favore del No.

Ha fatto discutere il post della deputata Elisa Siragusa, la quale, rilanciando un video di Danilo Toninelli contro la vecchia riforma costituzionale targata Matteo Renzi, ha bocciato anche quella nuova. «Le motivazioni principali del Sì  si basano: riduzione costi e maggiore efficienza del Parlamento». Ma «ridurre la rappresentanza parlamentare per risparmiare un caffè all’anno non ha senso. L’ha ben spiegato proprio Toninelli in occasione del passato referendum. Sull’efficienza non si capisce la ratio. Per migliorare l’efficienza bisognerebbe rivedere per prima cosa i regolamenti di funzionamento delle Camere».

Secondo Siragusa il fronte del No interno al M5S è molto più ampio di quanto appaia pubblicamente. «Non ho problemi a dichiarare che molti sono per il No anche dentro il Movimento.  Il mio augurio è che i tanti 5 Stelle che sono contro questa riforma trovino il coraggio di esporsi come me e di fare campagna per il No», rimarca la deputata.

Favorevole alle ragioni del No anche la collega sarda Mara Lapia. Il taglio dei parlamentari è un errore. «Da giurista dico che è un taglio alla rappresentanza, con Regioni che saranno fortemente penalizzate. Una riforma realizzata senza motivazioni strutturate. Si è operato come con la prescrizione: avevano promesso la riforma del processo penale e invece la stiamo ancora aspettando».

Di diverso avviso Luigi Di Maio: “Cominciamo a fare un pò di chiarezza sul taglio dei parlamentari che gli italiani voteranno il prossimo 20 e 21 settembre. I sostenitori del NO non hanno molte ragioni da vendere e continuano a ripetere che si tratta di un taglio alla rappresentatività. Mentono. Continuano a dire che è populismo. Mentono, sapendo di mentire, con la sola paura di non essere più rieletti. E’ solo questa paura che li spinge a raccontare falsità. Della riduzione del numero dei parlamentari infatti se ne discute già da anni, anzi decenni. Ma nessuno ha mai avuto il coraggio di passare dalle parole ai fatti. Noi sì. Ridotto il numero dei parlamentari, bisognerà iniziare a pensare anche a una normalizzazione degli stipendi dei politici. Ecco, la parola d’ordine è e deve essere normalità. Un Paese normale, con una classe politica normale, per riportare soprattutto i giovani vicino alle istituzioni”,  scrive sulla sua pagina Facebook.

Un Parlamento che si autoriduce e fa risparmiare allo Stato 80-100 milioni di euro all’anno (quasi mezzo miliardo a legislatura) è l’esatto opposto dell’opportunismo – aggiunge -. Gli italiani da anni sono chiamati a fare sacrifici e la politica, soprattutto in questo momento, ha il dovere di dare il buon esempio. Ciò che non vi dicono, inoltre, è che oltre a risparmiare ben mezzo miliardo di euro, il taglio di 345 parlamentari comporterà anche risparmi indiretti e meno pensioni da pagare”.

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