Vittorio Sgarbi durante la presentazione del movimento politico "Rinascimento", Roma 11 Ottobre 2017. ANSA / LUIGI MISTRULLI

Replica di Sgarbi al Fatto Quotidiano, ‘Organo ufficiale del Movimento 5 Stelle’, per il sottosegretario

Con l’indagine per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte di Vittorio Sgarbi, salgono a tre i membri del Governo Meloni finiti nel mirino delle procure. Sgarbi avrebbe comprato quadri tramite la compagna per evitare di figurare come acquirente e mettere le sue opere al riparo dalle possibili azioni dell’Agenzia delle entrate. Contemporaneamente, sul sottosegretario alla Cultura indagato sono piovute anche accuse di conflitto di interessi, a causa delle sue diverse attività di consulenza.

Prima di lui nell’occhio del ciclone c’era stata Daniela Santanchè,  ministra del Turismo e comproprietaria (insieme a Flavio Briatore) del Twiga, l’esclusivo stabilimento balneare in Versilia. La ministra se la cavò cedendo le sue quote del locale a Briatore e al compagno Dimitri Kunz. Una vicenda irrilevante in confronto alla richiesta di fallimento della procura di Milano per la società Ki Group, che ha aperto una nuova voragine nei conti dei gruppi collegati alla ministra sotto inchiesta. Daniela Santanchè negò e minacciò querele ma  dopo l’inchiesta di Report sulla gestione delle società collegate alla ministra (Visibilia e Ki Group), partì una spirale di accuse con al centro le società a rischio fallimento, i milioni di euro ricevuti da finanziatori misteriosi, ma anche i dipendenti con contributi e tfr non pagati e i soldi spesi per appartamenti e automobili nonostante i conti in bilico delle imprese. Soprattutto Visibilia editore, di cui Santanchè è fondatrice e principale azionista, oltre ad accumulare debiti, avrebbe fatto ricorso in maniera fraudolenta alla cassa integrazione dedicata all’emergenza Covid.

Poi, il sottosegretario alla Giustizia,  Andrea Delmastro, accusato di rivelazione del segreto d’ufficio nell’ambito della vicenda legata all’anarchico Alfredo Cospito. Lo scorso luglio il gip di Roma ha deciso per l’imputazione coatta nonostante la procura avesse chiesto l’archiviazione. Tutto iniziò il 31 gennaio scorso, quando il deputato Giovanni Donzelli intervenne in Aula lanciando accuse contro esponenti del Pd che alcuni giorni prima avevano fatto visita a Cospito, in sciopero della fame contro il 41 bis. Emerse che Donzelli era entrato in possesso di conversazioni fatte da detenuti in regime di 41 bis grazie ad alcune carte passate proprio dal collega Delmastro (che era anche suo coinquilino a Roma).

Ricostruzioni infondate” da un cronista in “malafede”, una campagna di “delegittimazione condotta da un giornale notoriamente diventato organo ufficiale del Movimento 5 Stelle“, afferma il sottosegretario alla Cultura,

Vittorio Sgarbi replica a  ‘Il Fatto Quotidiano’ per l’articolo dal titolo “Rimborso regolare! Ieri l’ha fatto annullare”, a firma di Thomas Mackinson, pubblicato giovedì 26 ottobre: “Solo la malafede può consentire a un cronista di ribaltare una vicenda limpidissima con ricostruzioni infondate creando una delegittimazione da parte di un organo ufficiale del Movimento 5 Stelle’.

“Per ristabilire la verità dei fatti”, Vittorio Sgarbi ha diramato una nota: “L’estensore del pezzo, oramai aduso alla manipolazione dei fatti, in relazione a una missione a Messina dello scorso settembre scrive che ieri (mercoledì 26 ottobre, ndr) ‘il  suo entourage (quello del Sottosegretario) ha scritto agli uffici competenti chiedendo di annullare la richiesta (di missione), tentando in pratica di ‘cancellare le impronte digitali”. Solo la malafede può consentire a un cronista, che è chiamato al rispetto della verità dei fatti, di ribaltare una vicenda limpidissima“, si legge nel testo.

La nota precisa che “l’Ufficio del Sottosegretario non ha chiesto nessun annullamento, ma a una precisa sollecitazione dell’Ufficio missione e rimborsi (giunta via mail) ha risposto che non vi erano rimborsi da effettuare, sia per il Sottosegretario che per il Capo Segreteria. Tra l’altro quest’ultimo, come già ribadito in un’altra nota di chiarimento che Il Fatto Quotidiano ha ovviamente censurato insieme ad altri fatti a rettifica delle menzogne scritte, non era a Messina”.

“Solo una dipendente dell’Ufficio, che era regolarmente al seguito del sottosegretario, aveva chiesto il rimborso di un biglietto del treno da Paola a Roma (per rientrare in sede) ma non gli è stato accordato in quanto l’Ufficio non ha tenuto conto del fatto che il Sottosegretario ha fatto rientro in aereo da Reggio Calabria e quindi anche la dipendente è rientrata a Roma dalla Calabria. Paradossi di una burocrazia che fa a pugni con la logica”.

“Sarebbe forse dovuta rientrare a nuoto dalla città dello Stretto? La sequenza dei fatti, come si può inequivocabilmente verificare, fa risaltare ancora una volta l’ennesima manipolazione di un giornale che non cerca la verità, ma, come dicono a Napoli, vuole solo fare ‘ammuìna’, creare confusione, mischiare dati veri ad altri palesemente falsi, gettando ombre e sospetti sull’operato del Sottosegretario e dei suoi collaboratori. Un’operazione che non è giornalismo, ma campagna di delegittimazione condotta da un giornale notoriamente diventato organo ufficiale del Movimento 5 Stelle“.

Ma, continua ancora la nota, “il vero capolavoro della manipolazione sta nell’affermare che gli uffici avrebbero tentato ‘di cancellare le impronte digitali’ delle comunicazioni interne. Affermazione falsa con la quale viene attribuito all’Ufficio del Sottosegretario un comportamento illecito. L’incauto cronista, infatti, omette di scrivere che tutte le comunicazioni interne tra gli uffici avvengono telematicamente, cioè tramite posta elettronica. E che di ogni comunicazione vi è traccia”. Riguardo infine “al riferimento alla ‘figlia della domestica assunta dal Sottosegretario’”.

“A parte il tono sprezzante e anche un po’ razzista con cui Il Fatto Quotidiano pensa di umiliare una persona preparata e scrupolosa, l’autore di questa inutile sottolineatura avrebbe dovuto scrivere che si tratta di una ragazza che parla 4 lingue e che si è brillantemente laureata all’Università La Sapienza di Roma in Marketing e Comunicazione. Una ragazza da indicare a modello, figlia di emigrati, che ha studiato con enormi sacrifici, e a cui è stata data una opportunità non perché ‘figlia di…’, ma perché ha delle competenze acquisite studiando. Insomma, non propriamente un ‘giornalista professionista‘ (sic) alla Mackinson che non sa distinguere un’associazione privata (la Pro Biennale) dalla Biennale di Venezia. Ma a questo si è ridotto certo giornalismo italiano che costruisce i suoi teoremi sulle lettere anonime”.

Vittorio Sgarbi è indagato per presunta sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Secondo le accuse, è per questo che avrebbe comprato quadri tramite la compagna per evitare di figurare come acquirente e mettere le sue opere al riparo dalle possibili azioni dell’Agenzia delle entrate. Contemporaneamente, sul sottosegretario alla Cultura indagato sono piovute anche accuse di conflitto di interessi, a causa delle sue diverse attività di consulenza svolte.

Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha deciso di prendere le distanze dal collega di dicastero.

Circa Redazione

Riprova

Schlein a sostegno del referendum contro il Jobs Act. Renzi: ‘Pd è finito. Scrivi Schlein, leggi 5 stelle o Cgil’

Elly Schlein annunciato il suo sostegno al referendum per l’abolizione del Jobs Act, la controversa …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com