Referendum. Basescu si salva. La Romania rischia il caos istituzionale

Traian Basescu è salvo. Il referendum per confermare il voto di impeachment contro di lui non ha raggiunto il quorum e il presidente romeno non sarà destituito. Secondo i risultati dell’Ufficio elettorale centrale di Bucarest gli elettori che si sono recati alle urne ha sfiorato il 47%. La stragrande maggioranza dei votanti si è espressa a favore dell’impeachment di Basescu (87,55%), mentre ha votato contro solo l’11,12. Il presidente della Romania, la cui destituzione era stata chiesta dalla maggioranza di governo di centro-sinistra, resta pertanto in carica, riacquistando i poteri che erano stati sospesi dal parlamento il 6 luglio scorso. La consultazione popolare doveva confermare o meno la sua destituzione. Ora il Paese rischia di entrare in una fase di nuova ed ulteriore instabilità dopo le settimane di braccio di ferro istituzionale che hanno portato al referendum. “I romeni hanno respinto il colpo di Stato di 256 parlamentari guidati da Victor Ponta e Crin Atonescu, i capofila dell’Unione social liberale”,cioè dalla maggioranza di centro-sinistra, ha dichiarato Basescu ieri sera dal suo seggio elettorale, pochi minuti dopo la chiusura delle urne. “Voglio ringraziare coloro che, superando la collera, hanno capito che il referendum non era su Basescu, ma sull’Europa”, precisa il capo di Stato, alludendo alle pesanti misure di austerity varate in nome della disciplina fiscale chiesta dal Fondo Monetario Internazionale e ai timori espressi dall’Ue per l’affondo lanciato dal premier contro la Corte costituzionale, oltre che contro il presidente.

Basescu è già sopravvissuto a un referendum per la sua destituzione nel 2007, ma poi, sull’onda della pesante cura di austerità messa in campo nel 2010, il felling con la popolazione è crollato e la sua posizione oggi è molto meno solida. L’ultima parola sulla validità della consultazione elettorale di domenica spetta alla Corte costituzionale.

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