PROCESSO GALILEO debutta al Teatro Mercadante dal 6 all’11 febbraio

Due importanti registi accomunati dal bisogno di indagare il rapporto tra scienza e potere oggisollecitati dall’impatto profondo che la “pandemia” ha avuto sulla nostra società e socialità partendo dallo storico “processo” a Galileo Galilei del 1633.

Processo Galileo – lo spettacolo in scena dal 6 all’11 febbraio al Teatro Mercadante con la regia a quattro mani di Andrea De Rosa e Carmelo Rifici –  si compone di tre storie, tre momenti uniti in un unico allestimento.

Un prologo, ambientato nel passato storico in cui avviene l’abiura: le parole del processo a Galileo del 1633, con i suoi personaggi e il suo linguaggio, fungono da punto di partenza e di irradiazione dei diversi temi in gioco – il rapporto tra la scienza e il potere, la tradizione, la coscienza. Un presente, nel quale una giovane donna, madre e intellettuale, è chiamata a raccontare per una rivista divulgativa il nuovo paradigma che la scienza sta ponendo oggi; il lutto familiare che sta elaborando provoca un cortocircuito con i dialoghi che intrattiene con uno scienziato e con sua madre, costringendola ad intraprendere un viaggio più vasto, che mette in discussione la sua visione del mondo. Un futuro, nel quale ogni realismo si sgretola e i personaggi diventano le voci di un’invettiva contro un Galileo che non è più visto come solo l’imputato di un tribunale ecclesiastico, ma come il portavoce di un processo storico e culturale che ha congiunto in maniera indissolubile la ricerca scientifica alla capacità tecnica, saldando per sempre l’idea di progresso di una società alla potenza dei suoi dispositivi tecnologici. Il cannocchiale di Galileo diventa così lo strumento di una rivoluzione che, iniziata nel XVII secolo, proietta il mondo in un futuro per molti versi inquietante.

Tre sequenze che corrispondono ad altrettanti processi che – con diversi linguaggi e modalità espressive – indagano i destini e gli interrogativi del mondo contemporaneo e di quella che oggi chiamiamo modernità.

«Con la pandemia – ha dichiarato Andrea De Rosa – abbiamo assistito ad uno straordinario ribaltamento di ruolo. Se nel seicento Galileo, autore di un rivoluzionario cambio di prospettiva, nella capacità di leggere “oltre” l’evidenza, è costretto all’abiura dal potere della Chiesa, un potere anche politico, durante l’emergenza sanitaria è successo il contrario: il potere politico ha dovuto fare un passo indietro rispetto alla comunità scientifica. Leader come Boris Johnson, lo stesso Trump o Bolsonaro, favorevoli all’immunità di gregge, contro il lockdown, le mascherine, i vaccini, sono stati costretti a fare marcia indietro».

«Affinchè le nostre domande trovassero una “forma scenica” – dichiara Carmelo Rifici – è stato necessario lavorare a lungo con i due drammaturghi coinvolti nel porogetto, Angela Dematté e Fabrizio Sinisi autori, rispettivamente, del primo e del secondo atto che, insieme al prologo, compongono l’allestimento».

Nel prologo – attraverso brani estrapolati dalle opere di Galileo, lettere, carteggi, atti processuali – Angela inizia la sua ricerca sul processo, evocandone voci e figure: ascoltiamo le parole dello scienziato e quelle dei suoi inquisitori, ma anche la voce della giovanissima figlia, suor Virginia, e del suo altrettanto giovane discepolo, Benedetto.

Nel primo atto siamo invece nel nostro presente: Angela lavora alla sua ricerca in presenza di sua madre, la quale giudica con sguardo ironico e “terreno” le sue esplorazioni intellettuali. Il testo si fa qui autobiografico. Angela personaggio come Angela autrice intervista uno scienziato in cerca di risposte, in cerca forse di un padre che le dia un nuovo linguaggio per supportare e sopportare la complessità del momento che sta vivendo. Ma Angela porta in scena anche sua madre perché vuole capire come tenere insieme la sapienza materna e il suo bisogno di conoscere senza limiti. La scrittura di questo primo atto si nutre anche di una precedente lunga indagine documentaria (per il progetto Lingua Madre del LAC) sul rapporto dell’uomo contemporaneo con l’esperienza del lutto in assenza di un sistema religioso e rituale.

Durante il secondo atto Angela si interroga sulla presenza sempre più pervasiva dell’apparato tecnico-scientifico nel mondo occidentale. Il punto di partenza della sua riflessione è il gesto rivoluzionario compiuto da Galileo nel puntare il cannocchiale verso le stelle. Il rigido ordine aristotelico delle stelle fisse, che immaginava la terra al centro di un universo immutabile, viene infranto per sempre. Quelle che Angela chiama in scena in questo atto sono alcune voci di questa rivoluzione. C’è una giovane donna che tenta un impossibile catalogo delle stelle. C’è la delusione di un giovane studente di scienze, che a partire dalla rivoluzione scientifica iniziata da Galileo immaginava l’inizio di un mondo privo di oscurantismi, un mondo razionale che non è mai arrivato. C’è una contadina che ha assistito, nel 1604, all’apparizione nei cieli di una stella nova: un rarissimo fenomeno astronomico – l’esplosione di una supernova – su cui Galileo tenne una importante lezione a Padova. C’è infine un giovane militante politico, che alla scienza moderna rivolge l’accusa di aver dato vita a un apparato tecnologico sempre più potente e oppressivo, con cui l’Occidente ha finito con l’identificarsi.

Protagonisti dello spettacolo sono Luca Lazzareschi nel ruolo di Galileo Galilei, Milvia Marigliano in quelli dell’Inquisitore e Madre di Angela, accompagnati dai più giovani Catherine Bertoni de Laet, Giovanni Drago, Roberta Ricciardi, Isacco Venturini.

Le scene sono di Daniele Spanò, i costumi di Margherita Baldoni, il progetto sonoro  di GUP Alcaro, il disegno luci di Pasquale Mari.

Una produzione TPE – Teatro Piemonte Europa, LAC Lugano arte e cultura, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, in collaborazione con Associazione Santacristina Centro Teatrale. La durata dello spettacolo è di 1 ora e 30 minuti (atto unico).

Arriva a Napoli in scena al Teatro Mercadante da martedì 6 a domenica 11 febbraio l’acclamato allestimento firmato dai registi Andrea De Rosa e Carmelo Rifici con protagonisti Luca Lazzareschi e Milvia Marigliano

PROCESSO GALILEO, di Angela Dematté e Fabrizio Sinisi dramaturg Simona Gonella

Due importanti registi accomunati dal bisogno di indagare il rapporto tra scienza e potere oggisollecitati dall’impatto profondo che la “pandemia” ha avuto sulla nostra società e socialità partendo dallo storico “processo” a Galileo Galilei del 1633.

Orario rappresentazioni

06/02/2024 ore 21.00 | 07/02 ore 17.00 | 08/02 ore 17.00

09/02 ore 21.00 | 10/02 ore 19.00 | 11/02 ore 18.00

Info: www. teatrodinapoli.it

Biglietteria: tel. 081.5513396 | e-mail: biglietteria@ teatrodinapoli.it

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