Ponte sullo Stretto, attrattore di investimenti, visto da Don Ciotti e Matteo Salvini

“Il Ponte sullo Stretto deve svolgere la funzione che ha svolto in passato l’autostrada: a quel tempo si diceva che era folle fare l’autostrada senza che ci fossero le strade. E invece poi le strade sono state fatte proprio perché era stata fatta l’autostrada. Il Ponte deve essere un attrattore di investimenti e infrastrutture. Ad esempio grazie al progetto del Ponte io ho ottenuto da Salvini l’assicurazione che si farà quel tratto di autostrada mancante, quello inaugurato nel 2016 da Renzi senza che fosse completato” lo ha detto il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, a margine della presentazione degli investimenti di Ferrovie dello Stato in Calabria”.

Sempre parlando di investimenti sul Ponte sullo Stretto  il parroco don Angelo Piccinelli, che guida San Siro in Soresina, nella sua ultima lettera ai fedeli della Città del Genala prende una posizione chiara e netta che, come spesso accade, promette di far riflettere ma soprattutto discutere. Nella missiva pubblicata sul notiziario distribuito a tutti gli abitanti, ‘Vivere nella Comunità’, una forte critica al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e un’assoluta difesa del sacerdote don Luigi Ciotti. Al centro della querelle l’ormai atavico discorso che riguarda la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, la possibile infiltrazione delle mafie e molto altro. Il sacerdote: «Salvini impertinente, lasci stare don Ciotti. Ma, poi, non volevi la Padania? Conversione? Non era un progetto che criticavi?. Il giudizio è netto e senza troppi giri di parole: «Delle parole insolenti pronunciate dal fiero Ministro dello Stato all’indirizzo dello sventurato Ministro di Dio aveva trattato, all’epoca, anche il quotidiano cattolico Avvenire: ciononostante ho avuto nozione dell’accaduto solo qualche giorno fa».

«Una trasmissione televisiva ha rievocato – continua il parroco -, riproponendolo tale e quale, un passaggio del discorso nel quale il titolare del Ministero per le infrastrutture e i trasporti, rivolgendosi a 300 tra ambasciatori ed imprenditori durante il convegno ‘L’Italia del sì’ a Roma, ha offeso pesantemente don Ciotti estrapolando dal contesto, e interpretandola in modo malevolo e tendenzioso, una frase pronunciata dal fondatore dell’associazione ‘Libera contro le mafie’ durante un intervento al Corriere della Calabria due giorni prima, il 23 luglio». Questa la frase che Salvini ha ripreso e contestato: «Il Ponte sullo stretto non unirà solo due coste, ma certamente due cosche».

Per Piccinelli, il significato è stato volutamente frainteso. E spiega: «In realtà, nel suo discorso, il sacerdote esprimeva preoccupazione per il pericolo di infiltrazioni malavitose in quell’affare da oltre 13 miliardi di euro che sarà la costruzione del Ponte sullo stretto e infatti ha aggiunto che la politica è smemorata e che vede che in questo momento c’è in atto, con le dichiarazioni e anche con alcuni fatti, il depotenziamento di quei pilastri che sono stati creati, nell’arco degli anni, per avere maggiore forza al contrasto ai giochi criminali».

La replica di Salvini a Ciotti era stata questa: «Mi ha fatto specie leggere le parole di un signore, per di più in tonaca, che ha detto che questo ponte più che unire due coste unirà due cosche. Un’affermazione di un’ignoranza, una superficialità senza confini. Una mancanza di rispetto nei confronti di milioni di persone perbene che meritano di lavorare, di studiare e di fare il pendolare, di andare a farsi curare come tutti gli altri. Mi fa schifo che qualcuno pensi che Sicilia e Calabria rappresentino le cosche. Fino a che c’è qualcuno all’estero che dipinge l’Italia come mafia, pizza e mandolino, fa schifo, ma è all’estero. Se c’è qualche italiano che continua a dipingere l’Italia come mafia, pizza e mandolino, se espatria fa un favore a tutti».

Piccinelli non ha dubbi sul lato della barricata da scegliere e non risparmia il leader leghista: «Come mai il Ministro si arrabbia tanto con il vecchio prete che ha il coraggio, come pochi altri, di mettere a servizio dei giovani del Sud e della collettività i beni che la Magistratura confisca ai mafiosi? Che alle mafie faccia gola il progetto del Ponte sullo stretto non è certo un sospetto infondato! Ha ragione don Luigi: la politica è smemorata! E forse anche noi. Matteo Salvini, infatti, che oggi ripete ossessivamente di voler unire Palermo a Milano con il Ponte sullo stretto di Messina, una vera conversione per chi è cresciuto sfidando lo Stato unitario con il proposito di innalzare un muro in linea con il corso del fiume Po per separare la Padania dal resto dell’Italia pigra, retrograda, parassita, ladrona e, soprattutto, ‘terrona’. Lui stesso, solo qualche anno fa, criticava pesantemente il medesimo progetto e ne intralciava la realizzazione. Quale la ragione di un così radicale cambiamento?».

La chiosa: «Forse il Ministro è lusingato dalla prospettiva di riuscire in un’impresa che fu già nelle intenzioni degli antichi romani, e poi di Carlo Magno, e poi di Ferdinando II di Borbone e, infine, di Silvio Berlusconi? Per quanto mi riguarda ho un’immensa stima di don Ciotti: nella primavera del 2016 è stato nostro ospite a Soresina nel contesto dei Quaresimali. Nonostante io conti meno di nessuno, sento tuttavia il dovere e la gioia di manifestare, anche se in ritardo, la mia fraterna solidarietà di prete ad un confratello che, per il suo modo di vivere il sacerdozio, onora anche me e mi rende orgoglioso della mia vocazione. Grazie, don Luigi!».

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