Se in Italia continuano a far discutere le parole della senatrice Lavinia Mennuni sulla maternità vista come obiettivo e “missione” principale nella vita di una donna, dall’altra parte del mondo, precisamente in Minnesota, sono iniziati i primi test su uomo della pillola anticoncezionale maschile.
A dimostrazione del fatto che la genitorialità è molto delicata e, soprattutto, deve essere frutto di una scelta ben ponderata, la “YourChoice Therapeutics” (l’azienda farmaceutica a finanziare la ricerca) è pronta a sviluppare una pillola ancora più efficace di quella già in commercio (che è, invece, ad esclusivo uso femminile): la YCT-529. Questo significa non solo abbracciare il progresso, ma anche sensibilizzare una popolazione maschile molto poco informata riguardo i rischi e le difficoltà della contraccezione ormonale. Infatti, solo la metà degli uomini che comunicano, in materia di anticoncezionali, con la propria partner (circa il 39% degli uomini tra i 18 e i 54 anni) sa come funziona davvero la pillola.
Per fare chiarezza: la pillola anticoncezionale rilascia due tipi di ormoni (quelli prodotti naturalmente dall’organismo femminile in gravidanza) in grado di inibire l’ovulazione. Ma gli effetti che queste sostanze hanno sulla salute fisica e mentale di chi ne fa uso sono, per qualcuna (quasi tutte), devastanti. Tra sanguinamento irregolare, nausea continua, tensione mammaria e variazioni nel peso, qualcuna potrebbe sperimentare, in casi particolarmente gravi, la formazione di coaguli di sangue all’interno dei polmoni o del cervello, con conseguenze critiche. Emblematico fu il caso di una venticinquenne francese che intentò una causa legale per l’ictus subito durante l’utilizzo della pillola.
Non solo: studi recenti hanno confermato la correlazione tra utilizzo della pillola anticoncezionale e incidenza del cancro al seno. Chi ne fa uso ha, infatti, ha tra il 20% e il 30% di probabilità in più di ammalarsi.
A rendere davvero rivoluzionaria la nuova pillola, quindi, è la completa assenza di effetti collaterali. Come spiega il professor Gunda Georg che ha preso parte alla ricerca, la YCT-529 inibisce una proteina fondamentale per lo sviluppo degli spermatozoi e non prevede l’utilizzo di ormoni. Per questo motivo, chi la assume non subisce alcun mutamento delle condizioni psicofisiche: ci vuole solo qualche tempo in più affinché abbia effetto, ma dai test sugli animali si è scoperto che basta interromperla per tornare subito fertili.
La fine dei test è prevista per la prima metà di quest’anno che si preannuncia di svolta: non abbiamo alcuna intenzione di lasciare i nostri diritti nel 2023.
di Alice Franceschi