Pietro Ciucci e Ponte sullo Stretto: ‘Il prossimo 13 marzo il progetto aggiornato sarà presentato in Aula consiliare al Comune di Messina’

Corsa contro il tempo per avviare il Ponte sullo Stretto. L’obiettivo del governo è far partire il cantiere entro l’estate, nonostante le polemiche e le inchieste. Se ci fossero ritardi autorizzativi, però, si potrebbe partire effettivamente in autunno. L’opera pubblica, per Matteo Salvini, «ha un unicum: è indagata ancor prima di cominciare».  L’occasione per tornare a commentare l’indagine della Procura di Roma sulle modalità in cui è stata progettata e verrà realizzata l’opera è quello della Scuola politica della Lega, nell’appuntamento  proprio nella Capitale.

Parlando ai suoi, il ministro delle Infrastrutture, che tanto ha puntato sull’opera per collegare la Sicilia e la Calabria, si mostra sorpreso per gli attacchi ripetuti, non tanto del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle, ma soprattutto dei sindacati. A partire dalla Cgil, che per Salvini «dice no a un’opera pubblica che creerà 120mila buste paga» da qui al 2032. «Ma per Maurizio Landini i problemi sono altri, meglio dire di no che magari qualche operaio lavora e non rinnova la tessera».

L’obiettivo del vicepremier è superare quella che stigmatizza come «la cultura dei no», dopo le critiche arrivate anche da Legambiente (che denuncia possibili danni agli ecosistemi) e da associazioni e comitati locali calabresi e siciliani, con alcuni architetti e ingegneri tra le loro fila, che spingono per investire prima sulla carente rete ferroviaria e stradale.

«Per la serie – aggiunge Salvini – no Tav, no Tap, no Expo, no Olimpiadi, nel dubbio meglio dire no, sai mai che un ponte unisca e porti sviluppo, turismo, disinquinamento e lavoro». Presente in sala anche Piero Ciucci, l’ad della società che realizzerà l’opera, la Stretto di Messina. Il manager conferma l’obiettivo di «arrivare entro giugno al Cipes (Comitato interministeriale per la politica economica estera) e partire in estate». Per poi concludere i lavori nel 2032. Costo stimato 13,5 miliardi, che per le opposizioni saliranno a 14,6 nel computo finale. Secondo Ciucci «si è arrivati già a un punto di non ritorno». E certo, se cambiasse governo «tutto sarebbe possibile», ma «bisognerebbe vedere quanto si è disposti a pagare per tornare indietro».

La società trasmetterà in questi giorni tutta la documentazione di progetto a ministeri, Regioni e Enti locali competenti. Loro valuteranno impatti economici e ambientali e se lo faranno rapidamente si partirà con il cantiere in estate, altrimenti in autunno. In questo modo il progetto diventerà finalmente pubblico, visto che, secondo l’azienda, prima dell’approvazione da parte del cda dello scorso 15 febbraio, non poteva essere divulgato.

La risposta, però, non piace alle opposizioni, con l’indagine della Procura partita proprio da un esposto di Alleanza Sinistra/Verdi e Partito democratico con l’accusa di assenza di trasparenza. Per Angelo Bonelli dei Verdi «regna l’omertà istituzionale, con i documenti del progetto ancora riservati, anche se sono espressamente previsti dalla legge. I fondi sono pubblici, ma i documenti segreti: un curioso concetto di democrazia».

In ogni caso, fondamentale affinché il Ponte sia davvero utile saranno le opere stradali e ferroviarie di collegamento nelle due sponde, con la Sicilia e la Calabria in totale emergenza, perché prive di un tessuto infrastrutturale capillare. Per la Stretto di Messina il progetto impiega 9 miliardi per realizzare 40 chilometri di raccordi viari e ferroviari nelle due Regioni. Prevista la realizzazione della metropolitana Reggio Calabria-Messina, ma anche di opere ambientali e stazioni. Per chi si oppone, però, si tratta di interventi insufficienti. Il Pd propone di spostare subito i 14 miliardi su un piano straordinario per l’emergenza abitativa.

«Non era meglio – sostiene invece Giovanni Paglia di Sinistra Italiana – mettere questi 14 miliardi in un fondo per i collegamenti ferroviari in Sicilia, praticamente inesistenti, e per rafforzare le linee tra Calabria e il resto d’Italia? Ora, forse, tra 8 anni avremo un ponte, ma rischia di essere una cattedrale nel deserto: molte strade sono dissestate, per andare da Trapani a Ragusa ci vogliono 13 ore di viaggio con quattro treni, tra Palermo e Catania va completata l’alta velocità e per la Salerno-Reggio Calabria non ci sono tutti i soldi per velocizzarla. Il gruppo Ferrovie dello Stato investirà 13,5 miliardi al 2032 per la Calabria: i fondi potevano essere raddoppiati».

Sul punto è intervenuto anche l’ad di Fs, Luigi Ferraris, che ha ricordato come sono partiti i lavori previsti dal Pnrr per modernizzare il primo lotto della Salerno-Reggio Calabria. Ora quindi, per Ferraris «serve completare tutto il tratto», partendo dalle risorse già previste e prevedendone di nuove senza «spezzettarle» anno per anno, sul modello usato per il Ponte.

Diverse sono le opere ferroviarie che servirebbero a Sicilia e Calabria. In Sicilia, su 1490 km totali di rete ferroviaria, ben 1267 km sono a binario unico e 689 km non elettrificati. In Calabria, su 965 km di rete ferroviaria, ben 686 km sono a binario unico e 477 km non sono elettrificati. Quindi si dovrà procedere almeno ad elettrificare le intere reti. Un primo passo importante sarebbe velocizzare, elettrificare e raddoppiare alcune tratte strategiche che andiamo ad analizzare. Lato Calabria, ad oggi l’opera più importante da realizzare è la linea Alta velocità Salerno-Reggio Calabria. Allo stato attuale, è prevista l’attivazione entro il 2026 del 1° lotto Battipaglia-Romagnano e sono in fase autorizzativa e di progettazione gli altri lotti fino a Paola. Le previsioni più rosee parlano di attivazione alla fine del 2030 di questa nuova tratta.

Di sicuro accelerare su questo progetto e spingerlo fino a Villa San Giovanni per ridurre a 4 ore un viaggio tra Roma e Reggio Calabria rispetto alle 5h30 di oggi sarebbe un enorme passo in avanti per i collegamenti Nord-Sud. I costi per l’intero progetto si stimano intorno ai 13 miliardi, ma occorre considerare i notevoli vantaggi ambientali che derivano dallo spostare tanti utenti dal trasporto aereo a quello ferroviario. Sempre lato Calabria, l’altra priorità è potenziare le linee trasversali: occorre elettrificare e velocizzare la tratta Sibari-Crotone per collegare quest’ultima alla linea tirrenica. Allo stesso modo, va potenziata la linea Lamezia Terme-Catanzaro Lido per favorire il collegamento con la ferrovia tirrenica e l’aeroporto di Lamezia Terme, elettrificando e velocizzando la tratta tra Lamezia Terme e Settingiano. Per quest’ultima è stato approvato lo scorso settembre il progetto definitivo.

Sull’altra sponda dello Stretto, la situazione è anche più difficile: la linea Alta Velocità Palermo-Catania richiede ancora 6 anni (si parla di conclusione al 2030), con una riduzione dei tempi di percorrenza tra i due capoluoghi del 30%, da 3 a 2 ore. È previsto, inoltre, il potenziamento del collegamento Messina-Catania, che riduce i tempi di percorrenza a 45 minuti. Mentre andrebbero aumentati gli sforzi per il lato occidentale e meridionale della Sicilia. Infatti i collegamenti tra Palermo e Trapani sono lentissimi. Oggi per andare da Palermo a Trapani si impiega più di 3 ore e bisogna fare il giro dei 3 mari (passando da Mazara del Vallo).

È quindi necessario potenziare il collegamento diretto tra Alcamo e Trapani, elettrificando e velocizzando la tratta. Anche il collegamento tra Palermo e Agrigento necessita di una velocizzazione, ad oggi si viaggia su buona parte del percorso ad una velocità di 90 km/h. Spostandosi verso sud-est, ci imbattiamo in una situazione ancora più difficile: la linea che collega la Sicilia meridionale a Catania risulta interrotta, addirittura dal 2011, nella tratta Caltagirone-Gela, per il crollo di un viadotto. Anche in questo caso, sarebbe necessario un ammodernamento del tracciato che ad oggi risulta molto tortuoso, allungando notevolmente i tempi di percorrenza.

Per poi velocizzare il tragitto per i treni Villa San Giovanni/ Messina servirebbe acquistare traghetti Ro-Ro lunghi 200 metri che consentirebbero di trasportare fino a 7 carrozze senza doverle smontare e rimontare, riducendo a 50 minuti i tempi del tragitto. «Il fondo da creare dovrebbe rispondere a tutte queste necessità – conclude Paglia – i 14 miliardi di certo non bastano, servono decine di miliardi, ma potrebbero essere l’inizio di una vera e propria rivoluzione»

L’amministratore delegato della “Stretto di Messina” lo ha ribadito: «Le attività operative per il Ponte sullo Stretto saranno avviate già in estate». Tutto è subordinato a una scadenza: l’approvazione del progetto esecutivo, da parte del Cipess, entro il 30 giugno. Se i tempi saranno rispettati, allora quelle “attività operative” di cui parla Pietro Ciucci si tradurranno nell’apertura dei primi cantieri.

Ma quali saranno i fronti iniziali di questa maxi-operazione infrastrutturale che chiamiamo Ponte sullo Stretto ma che comprende ben 40 chilometri di collegamenti viari e ferroviari e un’altra lunga serie di opere connesse, o “compensative”, destinate a cambiare radicalmente i nostri territori? I primi cantieri potrebbero essere quelli della Metropolitana dello Stretto, cioè il nuovo sistema integrato di trasporti che diventerebbe il simbolo, ideale e concreto, della conurbazione tra Messina e Reggio Calabria, con la nascita di un’unica grande Area metropolitana (la più grande da Napoli in giù).

Ne abbiamo già scritto, di questo progetto che la società “Stretto di Messina” considera essenziale, molto più che un’opera “compensativa”. La linea ferroviaria sarà lunga complessivamente 18,2 chilometri e si snoderà tra Gazzi, viale Europa, Annunziata, fino all’ingresso del Ponte, dove svetterà la Torre alta 400 metri sul livello del mare.

I cantieri, quindi, riguarderanno le tre aree individuate per ospitare le nuove Stazioni della Metropolitana dello Stretto, sponda messinese: Europa (area Ospedale militare), Annunziata e Papardo. Come si vede dalle carte aggiornate del progetto definitivo, i lavori delle tre Stazioni comprendono anche una serie di interventi di verde e di riqualificazione urbana. Come scrive l’ing. Giuseppe Palamara, uno dei componenti di Rete civica per le infrastrutture nel Mezzogiorno, sono previste due Gallerie, S. Agata (4,4 km) e S. Cecilia (11,9 km”, «pertanto la linea ferrata, come del resto in tutte le Metropolitane del mondo, per il 90% correrà 20 metri sottoterra. Nella galleria Santa Cecilia sono situate le Stazioni metropolitane Europa ed Annunziata; nella galleria Sant’Agata è ubicata la stazione metropolitana di Papardo». Su questa linea dovrebbero muoversi convogli ferroviari con a bordo 840 passeggeri.

La Metropolitana dello Stretto consentirà il collegamento tra il centro di Messina e l’aeroporto Tito Minniti di Reggio. Sul versante calabrese sono previste le fermate Aeroporto, Reggio Calabria Lido, Archi; Gallico marina, Catona, Villa San Giovanni. Altro punto considerato essenziale in questo scenario: l’integrazione con il servizio offerto dalla Metroferrovia, che dovrebbe diventare una sorta di appendice della Metropolitana dello Stretto, collegando Giampilieri Marina con Gazzi e con la nuova Stazione Europa.

A chi paventa infiniti disagi, e opere che impattano massicciamente sul territorio (e non lo si può negare), i progettisti rispondono evidenziando come, con la radicale rivisitazione dei collegamenti ferroviari a Messina, sarà possibile anche restituire alla città, e alla fruizione pubblica, sterminate aree (quasi 55.000 metri quadri) con la previsione di nuovi Parchi urbani e la riqualificazione di importanti porzioni di waterfront il cui accesso al mare oggi è ancora precluso.

Contestualmente, è volontà della “Stretto di Messina”, ma anche del Consorzio Eurolink, far partire tutte quelle misure che sono state inserite nell’elenco delle “opere compensative”. E, dunque, il riferimento va agli interventi attuativi del Piano particolareggiato del porto di Tremestieri e dell’altro Piano Particolareggiato, quello di Capo Peloro. Inoltre, la costruzione del nuovo sistema fognario della zona nord (depuratore di Tono) e il trattamento delle acque meteoriche, la rinaturalizzazione e il ripascimento dei litorali, l’adeguamento e la riqualificazione della via Panoramica dello Stretto, la variante di Faro Superiore in direzione Tono (per by-passare l’abitato di Faro Superiore), la creazione di una serie di aree attrezzate per la Protezione civile, il completamento della copertura del torrente Papardo.

A Villa San Giovanni sarà, invece, realizzato il grande Centro direzionale del Ponte, il cui progetto, a firma dell’archistar Daniel Libeskind, sarà aggiornato proprio nei prossimi mesi, per arrivare, anche in questo caso, ad avere tutte le approvazioni entro la fine dell’estate. Quella sarà, assieme al Ponte, l’opera simbolo di tutto il sistema di collegamenti viari e ferroviari per unire l’Isola al Continente.

Nessun abitante di Cannitello verrà cacciato il primo di luglio, nessuno verrà sfrattato dalla sera alla mattina». Lo ha detto Pietro Ciucci, ad della Società «Stretto di Messina» prima di partecipare ad una riunione operativa a Villa San Giovanni con il sindaco Giusy Caminiti e alcuni funzionari del Comune in merito all’apertura dei cantieri del Ponte.

«Nessuno deve avere la preoccupazione di non sapere – ha aggiunto Ciucci – perché tutto è pubblico. Il Comune di Villa San Giovanni ha già ricevuto, in questi giorni, il piano aggiornato, lo pubblicheremo entro i prossimi dieci giorni, in modo che tutti possano avere tutte le informazioni che servono. Apriremo uno sportello presso il Comune in cui tutti gli interessati potranno chiedere informazioni, magari farci notare, se possibile, approssimazioni, suggerirci degli aggiustamenti con la massima coerenza e attenzione».

«Non è la prima volta che veniamo a Villa San Giovanni – ha detto ancora Ciucci – e come tutti i progetti si va avanti un passo per volta, per fatti concludenti. Quello degli espropri, che partiranno dopo il Cipess, è un tema molto importante, molto delicato, per cui noi, come Società, dedichiamo la massima attenzione e la massima disponibilità. Abbiamo il piano degli espropri aggiornato. Sappiamo quante sono le prime residenze. C’è un protocollo che abbiamo proposto che prevede tutte le possibilità di indennizzo, non soltanto l’esproprio, ma anche l’occupazione provvisoria o temporanea delle proprietà. E’ previsto anche un indennizzo per i costi del trasloco, abbondante, generoso, in modo da porte gestire, al meglio questa fase, che è una fase delicata».

“La nostra città dovrà avere un ruolo centrale nell’ambito della realizzazione dell’opera, come nella individuazione delle opere di accompagnamento e di pianificazione infrastrutturale in generale con l’obiettivo di massimizzare le ricadute positive del ponte sul nostro territorio”. Così il sindaco Federico Basile, al termine di un incontro a Palazzo Zanca con l’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci. Per fare “il punto delle attività in corso e in programmazione per la realizzazione del ponte” erano presenti anche il direttore generale Salvo Puccio e il vicesindaco Salvatore Mondello.

Ciucci ha annunciato che a breve verrà aperto uno sportello espropri al Palacultura, anticipando che le case interessate dagli espropri sono circa 300 a Messina e 150 a Villa San Giovanni (ci sono anche altri espropri su terreni non edificati), molte delle quali seconde o terze case. Il prossimo 13 marzo il progetto aggiornato sarà presentato in Aula consiliare al Comune di Messina.

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