Perché mani e piedi “invecchiano” dentro l’acqua

La pelle si raggrinzisce quando ci immergiamo in acqua perché lo strato corneo, la parte più esterna della pelle composta principalmente da cheratina, una proteina con la capacità di legarsi all’acqua e ai lipidi, assorbe l’acqua. Quando lo strato corneo assorbe l’acqua, si gonfia e forma pieghe sulla pelle. La cheratina è più presente nei piedi e nelle mani, il che rende i fenomeni più evidenti in queste parti del corpo.

In passato si pensava fosse solo il risultato di questo processo, ma nuovi studi hanno dimostrato che c’è molto di più dietro questa reazione. Esiste infatti una spiegazione precisa per il fenomeno della raggrinzitura delle dita quando sono in acqua.

Perché la pelle raggrinzisce: lo studio che svela il mistero

Un nuovo studio guidato dal neuroscienziato e psicologo Nick Davis della Manchester Metropolitan University ha svelato il mistero delle dita raggrinzite nell’acqua. Il professor Davis ha misurato la forza necessaria per afferrare un oggetto di plastica con l’ausilio di 500 volontari, presso il Science Museum di Londra.

I partecipanti con le mani asciutte hanno utilizzato meno forza rispetto a coloro con le mani bagnate. Chiaramente non è una sorpresa, considerando che le mani asciutte hanno una presa migliore su cose. Ma quando i volontari hanno tenuto le mani nell’acqua per alcuni minuti, fino a far raggrinzire i polpastrelli, la loro forza di presa era inferiore a quella di chi aveva solo le mani bagnate.

Le rughe sulle dita consentono una presa migliore perché aumentano l’attrito tra le dita e l’oggetto, secondo il professor Davis. Le nostre dita sono sensibili a questo cambiamento nell’attrito e utilizzano queste informazioni per applicare meno forza per afferrare un oggetto in modo sicuro.

Sebbene l’oggetto utilizzato nello studio sia leggero, si evince che questa differenza di attrito potrebbe diventare più significativa quando si eseguono compiti più difficili in ambienti umidi. Il risultato fa pensare che gli esseri umani potrebbero aver sviluppato questa capacità per afferrare oggetti e superfici bagnate in passato.

Tom Smulders, neuroscienziato presso l’Università di Newcastle nel Regno Unito, afferma che le dita raggrinzite potrebbero aver fornito ai nostri antenati vantaggi significativi in circostanze come afferrare rami o camminare su rocce bagnate. Ma anche per procurarsi del cibo in ambienti caratterizzati dalla presenza di acqua.

Altri indizi suggeriscono che questo adattamento potrebbe essere iniziato nella nostra specie quando gli esseri umani vivevano in ambienti di acqua dolce piuttosto che lungo le coste. A causa di una diversa gradazione di sale tra la pelle e l’ambiente circostante, le dita raggrinzite sono meno evidenti in acqua salata e richiedono più tempo per formarsi rispetto a quelle in acqua dolce.

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