Nell’interesse del Paese

Ciò che il governo deve ai cittadini italiani.
Il cosiddetto decreto Aprile è diventato Maggio e l’Italia intanto ristagna in attesa. Il decreto che sta per essere varato, ci auguriamo in settimana, dovrebbe definire l’entità dell’intervento di emergenza per l’economia e tracciare le linee guida di come saranno spesi questi fondi. Cinquantacinque miliardi di aiuti e spese: più di due finanziarie messe insieme. Ci auguriamo che le priorità in esso contenute non siano il frutto del solito compromesso tra le forze politiche che compongono la maggioranza, ma vadano effettivamente incontro alle reali e pressanti esigenze del Paese, in questo momento letteralmente in ginocchio.In questa crisi senza precedenti due dovevano essere le grandi priorità: impedire che nessuno perdesse il proprio posto di lavoro, ergo lo stipendio, che nessuna azienda fallisse e che la scuola non smettesse di assolvere al suo ruolo primario e fondante per la società del Paese. Fino ad oggi abbiamo sentito solo proclami, ma sostanzialmente senza un nulla di fatto. Hanno annunciato e previsto una Cassa integrazione in deroga, che ad oggi ha creato solo malumori e messo ancora una volta in evidenza la farraginosità del nostro sistema amministrativo. Siamo a Maggio e i dipendenti hanno ricevuto solo l’assegno di marzo e in alcuni casi nemmeno per l’intero. Per non parlare del disastro dell’Inps e dell’inadeguatezza di chi la presiede e dirige. Ricorderanno tutti che per giustificare l’impossibilità tecnica di ricevere le domande, si bloccò per una giornata il sito, s’inventò un attacco telematico. Ovviamente nessuno ci ha creduto. Si parla di bonus per le vacanze, di incentivi all’acquisto di biciclette e la chicca finale è che le scuole rimarranno chiuse fino a settembre. Singolari e farsesche le dichiarazioni della Ministra dell’Istruzione, che si è affannata a discettare di promozioni a tutti, di esami online, ma per la sua incapacità a svolgere le funzioni che il suo ruolo le assegna, ha subito annunciato che le scuole riapriranno a settembre e forse, non lo sa nemmeno lei, per turni settimanali con presenze fisiche e da remoto con supporto telematico. In altri Paesi europei, quali Germania, Austria, Danimarca sono già aperte. Dalla prossima settimana anche in Francia e in Svizzera. E in questi stati si è anche provveduto, già durante la fase di chiusura totale, ad assicurare tutti i servizi a quei genitori che hanno continuato a lavorare. In Italia si attendono ancora i bonus per baby sitter. Per non parlare della liquidità alle imprese che le banche erogano con il contagocce perché nel decreto marzo, scritto da mani inesperte, non è prevista la sospensione delle norme imposte alle banche da Basilea 2. Fra qualche settimana arriveranno i fondi del Mes, per circa 36 miliardi; un prestito a dieci anni con un interesse quasi pari allo zero. L’unica condizione posta è che i fondi vengano usati per spese sanitarie, direttamente o indirettamente, per la cura e la prevenzione della pandemia. E questo è essenziale per la salute dei nostri cittadini, perché il Covid 19 ha messo a nudo tutta la fragilità del nostro sistema sanitario, nonostante la bravura dei nostri medici e scienziati, che si sono confermati per preparazione, tra i migliori al mondo.Quindi è importante che la Sanità sia posta in cima alle priorità.Quindi i 36 miliardi del Mes sono un’occasione che non si può rifiutare.Ma nonostante la pandemia abbia seminato migliaia di morti e messo in ginocchio il nostro sistema sanitario, c’è nella maggioranza di governo, il M5S, che scalcia contro il Mes, creando imbarazzo tra le file del Pd, socio di maggioranza.Ritengo che molti di quei Parlamentari non sanno di che parlano, ma non gli si può attribuire nessuna colpa se non quella di rimanere saldi alle loro poltrone che hanno ottenuto con un clik, grazie alla piattaforma della Casaleggio e associati. In questo momento di grande crisi e di confusione generale non ci resta che affidarci al buon senso del popolo italiano e alla sua capacità di risorgere dalle ceneri come la mitica Araba Fenice.
Andrea Viscardi

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