Meloni alla Cop28: ‘L’Italia dice no al cibo sintetico, serve sicurezza e qualità per tutti’

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ufficialmente promulgato il disegno di legge riguardante le Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali. Si tratta del cosiddetto ddl Carne sintetica, che proibisce la vendita di cibo da colture cellulari e prodotto con nuove tecnologie.

Il disegno di legge, proposto dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, si concentra sulla regolamentazione della carne coltivata in laboratorio, che a livello europeo è considerato un novel food, letteralmente “nuovo alimento”. Tale definizione comprende tutti i nuovi cibi ottenuti attraverso l’uso di nuove tecniche o che non fanno parte dell’alimentazione tradizionale dei Paesi comunitari, e pertanto necessitano di essere regolati.

Il testo del ddl stabilisce il divieto di produzione e commercializzazione di alimenti e mangimi ottenuti da colture cellulari o tessuti derivanti da animali vertebrati. Prevede inoltre il divieto della denominazione carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali. Il tentativo di disciplinare questo settore emergente ha sollevato però alcune perplessità in patria e a livello internazionale.

L’iter della legge non termina con la firma di Sergio Mattarella. Prevede infatti una procedura di notifica alla Commissione Europea, che avrà la facoltà di formulare osservazioni in merito. L’Italia aveva inizialmente notificato il provvedimento a luglio, ritirandolo successivamente a inizio ottobre. Il 16 novembre la Camera ha però approvato il disegno di legge in via definitiva, avviando nuovamente il processo di notifica a Bruxelles.

La Commissione Europea ha 90 giorni per fornire il suo parere in merito. La legge risulta dunque sospesa fino al 4 marzo 2024. La Commissione può inoltre prolungare questo periodo fino a un massimo di ulteriori tre mesi.

 

Questo rallentamento è dovuto alla necessità di conformarsi alla procedura TRIS, (“Technical Regulation Information System”), un meccanismo dell’UE per la valutazione di proposte di regolamentazione tecnica da parte dei singoli Stati. La misura è volta a garantire la trasparenza e la coerenza delle normative che potrebbero avere un impatto sul mercato unico europeo.

La carne coltivata in laboratorio e l’assunzione di proteine da insetti – come la discussa farina di grillo – rientrano nella categoria dei novel food. Le leggi relative alla messa al bando di questi alimenti devono essere notificate a Bruxelles come qualsiasi altro progetto di legge che potrebbe ostacolare gli scambi commerciali tra gli Stati membri.

Se la valutazione dell’UE suggerisse che il decreto potrebbe ostacolare la libera circolazione di prodotti alimentari, potremmo assistere a una procedura di infrazione. Il nodo cruciale sembra legato alla possibilità che la legge imponga restrizioni agli operatori del settore alimentare, limitando la produzione, la commercializzazione e la somministrazione di alimenti ottenuti da colture cellulari o tessuti di animali vertebrati.

Quello della carne sintetica è un business mondiale da 25 miliardi di euro da cui l’Italia ha scelto di prendere le distanze, con un provvedimento fortemente voluto da Coldiretti e dal ministro Francesco Lollobrigida. Il ddl, definito mera propaganda dalle opposizioni, serve nelle intenzioni a tutelare gli allevatori italiani. Nella pratica potrebbe bloccare l’avanzamento scientifico e industriale del nostro Paese.

Oggi è improbabile un’inversione di rotta a livello europeo. Quella coltivata è un’alternativa più sostenibile a livello ambientale alla carne tradizionale e, con i dovuti controlli di sicurezza alimentare, potrebbe essere una delle armi contro il cambiamento climatico che sta rendendo progressivamente il nostro pianeta inabitabile.

Non è un mistero che l’Unione Europea voglia dirottare i fondi destinati al settore primario verso le nuove tecnologia a basso impatto ambientale, magari con la trasformazione degli allevamenti in aziende di carne sintetica. Rimarrà ai decisori italiani capire se salire sul carro del progresso continentale o difendere la tradizione culinaria del Belpaese, tenendo a mente i danni economici derivanti da queste scelte.

Nel primo giorno dei lavori della Cop28 a Dubai, il premier italiano spinge sul tasto della sicurezza alimentare e ribadisce i no alla filosofia della carne sintetica, prodotta in laboratorio, a maggior ragione se destinata ai paesi in via di sviluppo o ai “poveri” del mondo. “Il mondo che voglio vedere è un mondo in cui il legame che ha unito la terra e l’umanità, il lavoro e la nutrizione nel corso dei millenni sia preservato”, esordisce la Meloni dal palco della conferenza sul clima, davanti ai leader di tutto il mondo. Un mondo che la Meloni immagina solidale con i popoli e moderno nell’approccio all’agricoltura, all’alimentazione, alla tutela della natura.

L’appello è a “garantire colture resistenti alle malattie e resilienti ai cambiamenti climatici, ma anche ideare tecniche agricole sempre più moderne e innovative, in grado di migliorare sia la qualità che la quantità della produzione e ridurre gli elementi esterni negativi come l’eccessivo consumo di acqua”, dice la Meloni, che parla dell’Italia come una nazione che si pone obiettivi ambientali ma anche etici. “Vogliamo essere impegnati anche nella sicurezza e incolumità alimentari, significa non solo alimenti per tutti ma assicurare alimenti sani per tutti. Questo significa che non vogliamo considerare la produzione alimentare come sopravvivenza, ma un mezzo per vivere una vita sana e il ruolo della ricerca è essenziale in questo contesto. Tuttavia non per produrre alimenti in laboratorio, magari andare verso un mondo in cui i ricchi possono mangiare alimenti naturali e i poveri cibi sintetici, con un impatto sulla salute che non possiamo prevedere: non è mondo che voglio vedere”. Poi il premier ha ricordato come il sistema alimentare italiano sia tra più avanzati e rinomati nel mondo. “Penso ad esempio ai principi della dieta mediterranea, che non appartengono solo all’Italia, ma a tutto il mondo e siamo consapevoli di quanto siano preziose questo know-how anche per gli altri”.

italiano.

Il video dell’intervento integrale del premier

 

 

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