Mauro: Avanti con gli F35. Difesa unica per l’Europa

“Si dice che se ci ritiriamo dal programma per i caccia F35 non avremo penali. Ma abbiamo già speso 3 miliardi e mezzo di euro per la portaerei Cavour che dovrebbe ospitare gli F35 a decollo verticale. Allora non capiremmo per quale ragione abbiamo speso quei soldi”. E quanto afferma il ministro della Difesa, Mario Mauro, nel corso di un’audizione alle commissioni congiunte Difesa, Esteri e Politiche europee del Senato. Il responsabile della difesa ricorda che in Europa ci sono solo due portaerei che permettono il decollo verticale degli aerei: una è l’italiana Cavour la seconda è la francese Charles de Gaulle.

Per il ministro, l’Europa deve lavorare per realizzare una ‘difesa unica’ per razionalizzare sia le spese nazionali che dotarsi di strumenti di rapido intervento sullo scacchiere internazionale. E un passo in avanti in questa direzione potrebbe avvenire al Consiglio europeo del prossimo dicembre che vedrà riuniti i capi di Stato e di Governo dei 28 paesi dell’Unione per discutere della difesa comune europea.

Le spese della difesa. Complessivamente l’Europa spende per la Difesa più che la Russia, la Cina e il Giappone messi insieme, ma “l’inefficienza sta nel fatto che questa spesa non è né unica, né coordinata tra i 27 Paesi membri: ciascuno va sostanzialmente per la sua strada”. Mauro sottolinea come “tutti i Paesi europei stanno riducendo quelle capacità operative che sono più costose da mantenere, ma così facendo, l’Europa nel suo complesso si ritrova con una pluralità di eserciti nazionali più  piccoli e meno capaci, divenendo essa stessa meno capace di giocare un ruolo significativo sulla scena mondiale”. Nel 2011 i Paesi del vecchio continente hanno speso, complessivamente, 29,2 miliardi di euro per l’acquisizione di sistemi d’arma ed equipaggiamenti. Però, ha precisato, Mario Mauro “di questi, solo 7,3 miliardi sono andati a programmi di acquisizione condotti in cooperazione tra due o più Paesi dell’Unione. Per la restante parte, ciascuno ha fatto per sé”.

Difesa comune obiettivo Consiglio europeo. Per il ministro della Difesa un importante passo in avanti nella realizzazione di un sistema di difesa ‘dovrebbe’ giungere dal Consiglio europeo del prossimo dicembre che vedrà riuniti i capi di Stato e di Governo dei 28 paesi dell’Unione. “Non possiamo eludere la necessità – ha sottolineato Mauro – che l’Europa nel suo insieme si doti di capacità comuni, cioé propriamente europee e non semplicemente nazionali e condivise con gli altri”. E l’Italia, ha aggiunto, “che ha una storia sessantennale di assunzione di responsabilità in questo campo, ha il dover di essere nella pattuglia di testa quando si tratta di favorire la crescita della difesa europea. Dobbiamo quindi concepire il Consiglio di dicembre come il punto di partenza per una fase, spero breve, di forte accelerazione del percorso di integrazione in tema di difesa”. In questo senso, ha proseguito, “l’Europa deve saper assumere più ampie responsabilità in materia di sicurezza internazionale. Non condivido la visione di una Nato pienamente operativa e capace di operare con efficacia in tutte le crisi militari, contrapposta ad un’Europa che fa da ‘crocerossina’, giunge a sostegno di tali operazioni, contribuendo sul piano umanitario o economico”.

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