Le verità sgradite all’occidente

La mappa dei Paesi che non applica le sanzioni alla Russia è vasta e frastagliata. Vi figurano la maggior parte dell’Asia, compreso il Medio Oriente, l’Africa e America Latina. La Russia viene trattata con rispetto. Del resto tra i Paesi Nato, la Turchia non ha applicato le sanzioni; lo stesso hanno fatto Arabia Saudita e Israele che ricevono da decenni aiuti militari dagli Stati Uniti. Un caso a parte costituisce l’India che è vista dagli Stati Uniti come un alleato strategico in funzione anticinese, ma che nonostante gli aiuti americani ha preferito tenersi una porta aperta con l’altra super potenza che è la Russia. Quando si dice che Putin è stato isolato, bisognerebbe aggiungere che lo è stato solo rispetto all’Occidente e agli alleati di ferro quali Giappone, Corea del Sud e Australia. Quindi la coalizione antirussa rappresenta la maggioranza solo in termini economici e finanziari e non in quanto a stati e popolazione. Il terzo millennio ci proietta in un quadro del futuro in cui la crescita economica e demografica si sposterà da tutt’altra parte. Già dopo la seconda guerra mondiale molti Paesi in via di sviluppo furono attratti dallo statalismo sovietico e dall’economia socialista che era anche vista in funzione antimperialista e anticolonialista incarnata dall’Occidente. L’apparente neutralità, oggi, di questi Paesi può permettere a Putin di limitare i danni aggirando le sanzioni, con la ricerca di nuovi partners commerciali. Le motivazioni che spingono questi Paesi alla ‘neutralità’ sono sia geopolitiche che opportunistiche. Del resto non è un segreto che quelli che una volta venivano etichettati come Paesi del Terzo Mondo,   sono oggetto delle mire espansionistiche, in termini economici, di Cina e Russia che si sono sostituiti a quello che fu il colonialismo occidentale. L’autolesionismo occidentale ha favorito tutto ciò. Le Università americane, inglesi e francesi, per anni hanno accolto i figli delle classi dirigenti africane e asiatiche e di tutto il mondo arabo e mediorientale, insegnando loro, attraverso i loro docenti, radical scic, che l’Occidente era Satana e causa di tutti i mali dell’umanità. Un Occidente predatore e colpevole dello sfruttamento e dei saccheggi delle loro terre. Questa formazione tutta antioccidentale ha costituito per le nuove classi dirigenti africane ed asiatiche una sorta di alibi per imporre all’interno dei propri paesi regimi autoritari e predatori, etichettandoli antioccidentali e colonialisti. Per non parlare degli errori commessi dall’Occidente con l’invasione dell’Iraq, motivata e basata su menzogne, che riempì di manifestazioni antiamericane e antioccidentali, le piazze di tutto il mondo, fino al disastroso ritiro dall’Afghanistan. Il continuo autolesionismo occidentale ha portato ad una sorta di assuefazione alla non autodifesa, una sorta di patologia cronica che tiene molte liberal democrazie sotto accusa per sempre. Molti organismi finanziari internazionali allocati nell’Occidente, Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, che per decenni hanno favorito attraverso la cooperazione la crescita dei paesi in via di sviluppo, vengono additati come le madri di tutte le corruttele, con il risultato di aver favorito la crescita e l’espansione in termini strategici, economici e geopolitici, della banca asiatica che ha la sua cabina di regia a Pechino, che per investire non va a guardare se i progetti mirano o meno allo sviluppo culturale o al rispetto dei diritti umani. Siamo arrivati al punto che il modello cino-russo esercita un’attrattiva culturale in tutti i Paesi che una volta erano chiamati del terzo mondo, perché l’Occidente viene visto come decadente, dai costumi lascivi e corrotti e in via di decomposizione. Troppo frettolosamente si è dato per isolato Putin. Noi occidentali dobbiamo essere in grado di indicare al Sud del mondo la necessità e l’opportunità delle democrazie, ma ad oggi non li abbiamo ancora convinti.

Andrea Viscardi

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