La replica di Piantedosi al sindaco di Bari: “Guerra alle mafie, non ai sindaci”

“Io capisco l’amarezza del sindaco di Bari”: il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi lo ha detto in un’intervista al Tg1 a proposito del discorso che Antonio Decaro ha tenuto in conferenza stampa. Il primo cittadino, infatti, ha parlato di “atto di guerra” e “sabotaggio elettorale” in riferimento alla decisione del titolare del Viminale di avviare l’iter per lo scioglimento del Comune pugliese per infiltrazioni mafiose.

“Il nostro governo – ha spiegato Piantedosi – da quando si è insediato ha già sciolto 15 Comuni in prevalenza di centrodestra. Questo governo ha dichiarato guerra alle mafie non certo agli amministratori locali”. Il ministro ha sottolineato che “l’iniziativa si è resa necessaria a seguito di un’indagine giudiziaria molto importante, che ha portato a 130 arresti tra cui anche un consigliere comunale e soprattutto al commissariamento, ai sensi della normativa antimafia, di un’azienda municipalizzata totalmente controllata dal Comune di Bari. E’ un accesso ispettivo che consentirà la verifica dei fatti e sarà anche un’opportunità per gli amministratori di contribuire a questa verifica”.

Piantedosi ha detto anche che una procedura del genere è stata già avviata in comuni di grandi dimensioni: “Ci sono stati accessi ispettivi che hanno riguardato comuni come quello di Reggio Calabria e come quello di Roma e Foggia e quindi anche Comuni di grandi dimensioni”. Il deputato di FdI, Riccardo De Corato, capogruppo in Commissione Antimafia, ha spiegato invece che “dopo i provvedimenti dell’autorità giudiziaria la scelta del ministro Piantedosi era un atto necessario. Altro che caso politico, dopo più di 100 arresti era una inevitabile conseguenza. Altri Comuni, di cui 4 di centrodestra, 3 di centrosinistra e 8 di liste civiche sono stati sciolti per molto meno durante il Governo Meloni”.

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