La Casta boicotta ristorante del Senato: prezzi triplicati, fuori si risparmia

I prezzi dei menù del ristorante di Palazzo Madama sono triplicati e i senatori preferiscono andare a mangiare fuori. Risparmiano tanto. La società che fino ad ora ha deliziato il palato dei senatori italiani a prezzi stracciati ha chiesto lo scioglimento consensuale del contratto con decorrenza 31 dicembre 2011 ed è subito scattata la richiesta di cassa integrazione per 20 dipendenti del ristorante. Nel paese delle assurdità la crisi inizia a pesare anche sui portafogli di una Casta abituata a gustare per 5,23 euro un filetto in crosta o sborsando l’astronomica cifra di 2,76 euro per deliziarsi con carpaccio di filetto con salsa al limone. Bella la vita della Casta. Ma l’incantesimo si è rotto tre mesi fa:  dalla fine di agosto i prezzi sul menu del ristorante sono triplicati e tutti sono stati costretti a rivedere le loro abitudini. Soprattutto a risparmiare visto che prima della decisione dei questori di tagliare i costi, i senatori pagavano per un pranzo il 13% del prezzo effettivo, anche per i pasti di tipo superiore o pregiato, il cui costo ricadeva, quasi per intero, sull’Amministrazione.

“Adesso, nelle pause dei lavori d’Aula – riporta Monica Gueronzi del Corsera – o si fermano alla buvette per un riso all’inglese (rapido ed economico), o escono a mangiare nelle trattorie a due passi dal Pantheon. D’altronde, spiegano senza troppi imbarazzi, i prezzi a Palazzo Madama sono ormai ‘così alti’ che pranzare fuori è diventato quasi conveniente”. A risentire di tutto ciò non è stato il palato della Casta, così attento a risparmiare nonostante i mille privilegi di cui gode, ma la società che gestisce il ristorante che, visto il calo di introiti pubblici e di clientela, ha chiesto lo scioglimento consensuale del contratto con decorrenza 31 dicembre 2011.

Da quando i costi sono quelli di un comune ristorante del centro di Roma, lamenta Gemeaz Cusin, “si è verificata una eccezionale diminuzione dell’attività, con una riduzione dell’affluenza di oltre il 50 per cento”. Così se prima i senatori sceglievano quasi esclusivamente piatti pregiati, come gli spaghetti all’astice (18 euro), ora, per risparmiare, hanno riscoperto quelli al pomodoro che costano solo 6 euro. La società stima “un calo del 70 per cento dei pasti prodotti”. Ma come sempre succede quando si hanno rapporti con la Casta ad avere la peggio sono i lavoratori: il primo vero effetto concreto è la richiesta di cassa integrazione per 20 dipendenti del ristorante.

 

 

 

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