“IO VEDO…” LA PERFORMANCE DI BARBARA LALLE ALLA BIBLIOTECA LAURENTINA

All’interno della rassegna Estate Romana 2023, la sera di martedì 29 agosto si è svolta, negli spazi della Biblioteca Laurentina, “Io vedo…” la performance partecipativa di Barbara Lalle, realizzata con la collaborazione di Eugenio Scrivano a cura di Michela Becchis e Roberta Melasecca, per Officina delle Culture.

In una sala dalle grandi vetrate, davanti ad una platea attenta e gremita, occupavano il loro spazio sulle pareti le rappresentazioni di occhi anonimi e la loro rispettiva verbalizzazione di quanto essi avevano visto durante i momenti di partecipazione preliminare che hanno permesso questa forma di restituzione artistica.

“Io vedo…” è performance partecipativa in quanto nei mesi che hanno preceduto la “restituzione” Barbara Lalle ha raccolto le esperienze sensoriali e percettive di persone comuni e diverse tra loro che nell’anonimato sono state esposte la sera del 29 agosto.

La performer ha chiesto ad ognuno di guardare i propri occhi riflessi in uno specchio e successivamente, rispettando i tempi di elaborazione personale, ha invitato alla rappresentazione grafica di quegli occhi riflessi, mettendo mano alle matite colorate, ai pennarelli o a un semplice lapis.

Concluso il disegno, ogni partecipante ha ricevuto un foglio con su scritto: “Io vedo…” l’incipit perfetto per consentire un’introspezione o un momento di approfondimento, seguendo le proprie inclinazioni e possibilità. La resa scritta dell’elaborazione di un pensiero strutturato ha permesso la produzione di testi molto diversi tra loro, in grado di mostrare lati celati, personalità sfaccettate. Quello del 29 agosto è stato un incontro dove si sono incrociati racconti, autonarrazione, esperienze e suggestioni intorno allo sguardo dei partecipanti.

Barbara Lalle ha fatto il suo ingresso nella sala a piedi scalzi con incedere lento e ieratico, come una sacerdotessa entrando in comunione visiva con gli astanti e invitandoli alla contemplazione delle testimonianze affisse. La sala era riempita dalle tante voci raccolte che leggevano i componimenti prodotti, un susseguirsi di “Io vedo…”, un susseguirsi di diversità e ricchezza. Fin quando non è stata la volta della performer, il suo turno a conclusione.

Finite le enunciazioni, con un cambio di sonorità dai tratti elettronici, le voci ascoltate nitide in precedenza si sono mescolate generando caos, parole decostruite che rimbalzavano negli spazi chiusi investendo il pubblico in maniera martellante.

L’intervento sonoro è stato composto da Eugenio Scrivano, musicista e artista di formazione napoletana con base a Berlino, che divide la sua esperienza artistica tra la musica elettronica, pubblicata con il nome “Di Unexpected Guest”, e le arti performative e visuali, nella forma di progetti site-specific e installazioni rumorose. In entrambe le esperienze Scrivano rivolge la sua attenzione in particolare alla narrazione e alla possibilità di replicare spazi altrove, trasportando non solo il contenuto sonoro ma anche emotivo e visuale dello spazio stesso.

Ed è in questa atmosfera la protagonista ha iniziato la sua produzione scritta, la sua autonarrazione, regalandola al pubblico con grande intensità emotiva:

Io vedo… Con i miei grandi occhi verdi un mondo un po’ meno verde, sempre meno verde.

Sempre più bruno, bruciato, dal fuoco degli umani.

Gli uomini e le donne, divisi, li vedo, in tre schiere.

Vedo le orde di piromani.

Vedo il gregge di chi guarda.

Vedo la testuggine di chi testardamente prova a spegnere i roghi contemporanei.

 

Io vedo… con i miei grandi occhi liquidi, le fiamme e vorrei che le mie lacrime potessero spegnerle.

Io vedo… Con il mio sguardo che alcuni dicono sia bello.

Io vedo… Con gli occhi che sono stati quelli di mio padre, di mia madre, di mia nonna. Con gli occhi che sono quelli che ho passato a mia figlia.

Io vedo… con occhi che raccontano, senza parole, il mio giudizio sul visto.

Io vedo… con occhi che lasciano trasparire tutto il mio interiore, senza avere la possibilità di dissimulare.

 

Io vi vedo, amici e amiche care.

E vi vedo e vorrei vedervi per sempre.

Che se non vi vedessi e non ci foste più, anche io scomparirei.

Michela Becchis, una delle curatrici, ben riassume il senso di questa performance: “Nessuno, se non il soggetto che vede, può decidere che l’atto del vedere è un dialogo o quanto meno il suo punto di partenza. È così che “Io vedo…” diventa gesto artistico incentrato sulla possibilità di sedersi dietro i propri occhi e scegliere di far perdere loro una sorta di intonsa unicità, che certo non salva dal dolore, oppure sporcarli con l’intransigenza del vissuto collettivo”.

“Io vedo…” continua ad essere una performance partecipativa in divenire, che avrà nel tempo nuove “restituizioni”, chiunque volesse partecipare potrà farlo contattando direttamente Barbara Lalle, le curatrici Michela Becchis e Roberta Melasecca oppure Officina delle Culture.

Barbix2002@libero.itofficinadelleculture@gmail.comwww.officinadelleculture.org

Ph. Marco Marassi

Loredana Margheriti

         

Loredana Margheriti

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