Il Giuocatore di Goldoni alla Sala Umberto fino al 14 aprile

IL GIUOCATORE

Non potrei vincere trentamila zecchini? Centomila zecchini? Sì, facilmente. Mettiamo solamente ch’io vinca un giorno per l’altro cento zecchini il giorno, in un anno sono più di trentaseimila zecchini, ma dei giorni vincerò altro che cento zecchini! Basta; in un anno io mi posso far ricco. Voglio comprar un feudo, voglio acquistarmi un titolo, voglio fabbricar un palazzo magnifico e ammobiliarlo all’ultimo gusto; voglio farmi correr dietro tutte le femmine della città

E’ tutto in questa frase, in questo proposito fallace di Florindo, personaggio chiave della commedia Il Giuocatore di Goldoni, il senso dell’opera.

Giocare per tentare di vincere e perdere e perdere e giocare ancora per tentare di rifarsi e con l’illusione di vincere e costruir castelli in aria.

Il gioco è un vizio paragonabile alla tossicodipendenza, il gioco è come la ricerca di un’altra dose con la promessa a se stessi che sarà l’ultima.

Il Giuocatore è un testo straordinario, un’opera teatrale, in origine in tre atti, in bilico tra commedia e dramma, dove Goldoni sin dal lontano 1750 nello sviluppare il tema racconta dei vizi e delle ipocrisie dell’uomo. Goldoni infatti per esperienza diretta conosceva “le pessime conseguenze di questo affannoso piacere”,

Uno studio dei caratteri che gli attori con leggerezza e profondità, al tempo stesso, affrontano con una recitazione veloce, rutilante che coinvolge il pubblico in un vortice performativo e gli applausi ripetuti con energia ed entusiasmo ne testimoniano il successo.

La versione rappresentata alla Sala Umberto di Roma è di un solo atto di due ore circa con Adattamento e Regia di Roberto Valerio, dove ALESSANDRO AVERONE, MIMOSA CAMPIRONI, ALVIA REALE, NICOLA RIGNANESE, MASSIMO GRIGO’, DAVIDE LORINO, ROBERTA ROSIGNOLI, MARIO VALIANI, alternano ai dialoghi, danze, acrobazie e in un certo senso contorsionismi, facilitati dalle ingegnose scenografie mobili.

L’azione si svolge a Venezia. Il giovane Florindo Aretusi ossessionato dal gioco d’azzardo alterna vincite e perdite di ingenti somme.

Florindo è promesso sposo di Rosaura, figlia di Pantalone, un ricco mercante; ma per interesse si è promesso anche all’infida Beatrice, sua amante. Il futuro suocero ha posto come condizione per il matrimonio che egli smetta per sempre di giocare, ma nonostante le buone intenzioni Florindo ricasca sempre nel vizio del gioco.

L’incontro con Tiburzio, un abilissimo baro, fa cadere Florindo in una trappola. Dove perde ingenti somme.Florindo è quindi costretto a circuire Gandolfa, l’anziana zia di Rosaura, che sedotta dalle sue mille moine gli presta del denaro. Florindo perde anche questa somma. Florindo approfittando di una visita di Rosaura, le sottrae con l’inganno una preziosa collana appartenuta a sua madre, e la mette in palio al tavolo da gioco ed ovviamente la perde. I due bari, alla ricerca di un ricettatore, si imbattano proprio in Pantalone che riconosce il gioiello. Alle insistenze di Pantalone, i due bari sono costretti a cedergli la collana, rivelando di averla vinta al gioco. Pantalone comprende così che Florindo è ancora ossessionato dal gioco e decide di rompere il fidanzamento, ma Lelio, avendo scoperto le macchinazioni di Tiburzio, decide di restituire a Florindo quanto gli ha disonestamente vinto, e affida a Pantalone il denaro pregandogli di farlo pervenire al giovane.

Per una serie di peripezie, Beatrice e Rosaura si incontrano a casa di Florindo, e ciascuna delle due sostiene di essere la futura moglie del giovane.

Oppresso dai debiti e rimasto senza fidanzata, Florindo è costretto a chiedere a Gandolfa di sposarlo; l’anziana donna, ben felice di avere un giovane marito, acconsente e gli promette anche una forte rendita.

Rosaura nascostasi in casa della zia, assiste all’intera conversazione; lo stesso Florindo comprende finalmente quanto egli ami la fanciulla, ma non può fare altro che sposare la vecchia. Sopraggiunge Pantalone, che dà a Florindo il denaro e lo caccia via; il giovane però gli chiede di custodire al suo posto il denaro, usandolo per pagare i debiti e lasciandogli solo il necessario per vivere: ha quindi finalmente deciso di abbandonare per sempre il gioco. Sorpreso dal ravvedimento del giovane, Pantalone ritorna sulla sua decisione di annullare il matrimonio, e dà a Florindo un anno di tempo: se in capo a un anno egli non avrà mai più giocato, potrà sposare Rosaura. Florindo promette di tener fede a questo proposito.

Ma si sa che… Non giocherò più, con la bocca si dice col cuore no!

Oltre ai già citati attori occorre menzionare tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita dello spettacolo che si replicherà dal 4 Aprile al 14 Aprile 2024:

scene e costumi Guido Fiorato, musiche originali Mimosa Campironi, luci Emiliano Pona, assistente alla regia Irene Pagano, assistente scene e costumi Anna Varaldo, capo macchinista Giovanni Coppola, capo elettricista Daniela Gullo, sarta Debora Pino, direttore dell’allestimento Tommaso Checcucci, realizzazione scena Laboratorio Scenografia Pesaro, ufficio stampa Elisa Sirianni, foto di scena Ilaria Costanzo, riprese video Lorenzo Marianeschi, segreteria di produzione Sara Bruni, responsabile di produzione Monica Paperetti.

Una produzione Teatri di Pistoia – Centro di Produzione Teatrale.

     

Roberto Cavallini

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