Guerra in Ucraina: Putin pronto a dichiarare “guerra totale” il 9 maggio

Guerra in Ucraina, giorno 68. Secondo indiscrezioni di funzionari russi e occidentali, citati dall’Independent, Putin potrebbe abbandonare il termine “operazione speciale” per indicare  e parlare di “guerra totale” all’Ucraina. In cerca di una “rivincita” per i fallimenti militari, gli alti ufficiali dell’esercito russo – riporta il media britannico – starebbero spingendo il presidente ad annunciare il cambiamento durante la parata annuale del Giorno della Vittoria il 9 maggio. La mossa permetterebbe al Cremlino di attivare la legge marziale, coinvolgere i suoi alleati in un aiuto militare e proclamare la mobilitazione di massa.

Altri 33 miliardi di dollari in aiuti all’Ucraina. 20 miliardi per le armi, 8,5 per aiuti economici, 3 per aiuti umanitari. Una cifra enorme, che di fatto ci fa capire che la guerra non finirà presto, ma che anzi durerà a lungo: “anni”, ha avvertito la Nato.

Biden ha fatto ricorso  a una legge del secolo scorso, varata in occasione della seconda guerra mondiale, per ottenere  nuovi fondi che il Congresso quasi certamente gli concederà. Una legge del 1941 che ha consentito al presidente Roosvelt di aiutare l’esercito della Gran Bretagna a sconfiggere Hitler.

La guerra da un’aggressione della Russia contro l’Ucraina aiutata a difendersi da Stati Uniti e Europa, si è trasformata in una prova di forza tra Occidente e Russia. Lo ha detto chiaramente Biden quando ha cominciato a parlare di vittoria sulla Russia.

Ogni giorno, dall’inizio di questo spaventoso conflitto nel cuore dell’Europa, ha visto un’escalation continua di tensione, bombardamenti, morte e dolore per la popolazione ucraina.

Accanto alla guerra combattuta sul campo abbiamo assistito a uno scontro verbale che ha contribuito ad alzare ancora di più la tensione, sino a  quando a Kiev sono caduti nuovi missili proprio mentre il segretario dell’Onu Antonio Guterres era a colloquio con il presidente ucraino Zelensky. La prova del fallimento concreto della sua visita a Mosca, arrivata tardi, ben due mesi dopo l’inizio del conflitto.

“La Russia cerca di umiliare l’ONU” ha commentato Zelensky. Che cosa ha impedito al rappresentante delle Nazioni Unite di intervenire prima che la situazione degenerasse al punto in cui siamo?

Vladimir Putin contava probabilmente sull’appoggio dei civili per rovesciare Volodymyr Zelensky, ma gli ucraini stanno resistendo, anche grazie al supporto della Nato e di tutto il mondo occidentale.

Putin avrebbe voluto fare un annuncio trionfale in occasione delle maestose parata del 9 maggio che commemorano la fine della Seconda Guerra Mondiale in Russia. Ma l’invasione dell’Ucraina procede a rilento e senza importanti risultati da celebrare. E per questo potrebbe alzare il tiro, magari coinvolgendo il mondo.

Secondo quanto dichiarato da Ben Walla alla Radio Lbc, Vladimir Putin potrebbe cogliere l’occasione per un annuncio storico, dichiarandosi in guerra con i nazisti di tutto il mondo e avviando una mobilitazione di massa per chiamare alle armi tutti i riservisti.

In precedenza il presidente russo ha dichiarato che quella in corso in Ucraina è una “guerra per procura“, mossa cioè dall’estero, e che “i nazisti sono ovunque”. Riferendosi dunque al blocco occidentale e dichiarando che “la Nato è piena di nazisti“.

Per il ministro inglese Vladimir Putin smetterà proprio il 9 maggio di parlare di “operazione speciale”, rompendo il velo di Maya della propaganda e spiegando che la Russia è in guerra a tutti gli effetti. E per questo sarà necessario mobilitare tutte le persone capaci di combattere e difendere la patria dai nazisti.

Vladimir Putin, ha assicurato che “gli obiettivi dell’operazione militare speciale russa in Ucraina saranno portati a termine incondizionatamente. Lo scopo è garantire la sicurezza dei residenti delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, della Crimea russa e di tutto il nostro paese”.

Stando a quanto detto  “Il numero dei mercenari stranieri in Ucraina sta aumentando e il ministero della Difesa russo mostrerà in pubblico alcuni di quelli che sono stati catturati”. Inoltre, Il presidente russo è tornato a promettere guerra a chiunque sia intenzionato ad interferire nella situazione ucraina “creando una minaccia strategica”. Il Cremlino “risponderà adeguatamente a tutte le sfide e le minacce, come ha sempre fatto. Abbiamo tutti gli strumenti per una risposta fulminea e, senza vantarci, se necessario li useremo”.

Inoltre, i nemici della Russia “hanno accelerato la creazione di una nuova arma geopolitica, trasformando l’Ucraina in uno Stato anti-russo, affidandosi alla russofobia e ai nazionalisti”, ha commentato Putin. “In realtà non è una novità, ma ovviamente le hanno dato nuova forza, un nuovo slancio”, ha dichiarato il leader russo, sostenendo che l’Ucraina sia stata strumentalizzata dai Paesi occidentali.

Poco prima delle affermazioni di Putin, da Washington, il portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, Ned Price, aveva affermato che da parte di Mosca non sembra esserci “alcun segnale sincero di voler dialogare per una soluzione del conflitto in Ucraina”. Dalla Turchia, però, si auspica che “nei prossimi giorni” possa aver luogo un incontro faccia a faccia tra il leader russo Vladimir Putin e il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky che, da parte sua, propone un incontro con il presidente russo.

L’esercito di Putin aumenta la sua pressione ad est, nella regione di Kharkiv, rallentando l’avanzata nel Donbass, mentre continua la resistenza ucraina nell’acciaieria Azovstal di Mariupol, dove è in corso un tentativo di evacuazione dei civili, tra cui 600 feriti. Il ministro degli Esteri russo, Lavrov, detta le condizioni per la pace, citando la revoca delle sanzioni, ma attacca la Nato: “Sta facendo di tutto per impedire un accordo con Kiev”.

Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov torna ad attaccare i paesi della Nato. “Stanno facendo di tutto per impedire il completamento dell’operazione speciale russa in Ucraina mediante accordi politici”, ha dichiarato Lavrov in una intervista all’agenzia di stampa Xinhua, ripresa dalla Tass. “Stiamo assistendo alla manifestazione del classico doppio standard e dell’ipocrisia dell’establishment occidentale in questo momento. Esprimendo pubblicamente sostegno al regime di Kiev, i paesi della Nato stanno facendo di tutto per impedire il completamento dell’operazione attraverso il raggiungimento di accordi politici”, ha insistito. Lavrov ha poi dichiarato che circa 16.000 cittadini di Paesi terzi, compreso il personale delle missioni Onu e Osce, hanno chiesto aiuto alla Russia per l’evacuazione dall’inizio dell’operazione militare.

Mentre l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, bolla come  “offensive e inaccettabili” le dichiarazioni del portavoce del Pentagono, John Kirby, che  ha parlato di “brutalità più depravata” a proposito delle azioni russe in Ucraina.

La revoca delle sanzioni imposte alla Russia fa parte dei negoziati di pace tra Mosca e Ucraina, che “non stanno andando bene” ma continuano in videoconferenza su base giornaliera, ha poi aggiunto Lavrov. Kiev ha avvertito venerdì che i colloqui per porre fine all’invasione russa, giunta al terzo mese, sono a rischio fallimento. “Attualmente, le delegazioni russa e ucraina stanno discutendo quotidianamente in videoconferenza una bozza di un eventuale trattato”, ha spiegato Lavrov. “Questo documento dovrebbe fissare elementi dello stato di cose postbellico come la neutralità permanente, lo status non nucleare, smilitarizzato e non Nato dell’Ucraina, nonché le garanzie della sua sicurezza”, ha aggiunto. Secondo Lavrov, “l’agenda dei colloqui comprende anche le questioni della denazificazione, il riconoscimento di nuove realtà geopolitiche, la revoca delle sanzioni, lo status della lingua russa e altro”.

Zelensky si dice ancora pronto a parlare con Vladimir Putin nonostante le atrocità compiute dai russi a Bucha, Mariupol e in altre città. Parlando ai media polacchi precisa, però, che il rischio che i negoziati con Mosca falliscano è “alto”.

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