Governo, 3 e 4 aprile i voti sulle mozioni di sfiducia a Salvini e Santanchè

Il voto per appello nominale sulla mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni contro il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini in aula alla Camera si terrà tra mercoledì 3 e giovedì 4 aprile. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. La mozione è, infatti, l’ultimo punto all’ordine del calendario della prossima settimana.

Mercoledì 3 aprile l’Aula della Camera comincerà al mattino la discussione generale sulla mozione di sfiducia alla ministra del Turismo, Daniela Santanchè. Giovedì 4 aprile è poi calendarizzato il seguito con votazione della mozione di sfiducia del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. La votazione della mozione di sfiducia alla Santanchè è prevista in seguito a quella del vicepremier e segretario della Lega.

La mozione proposta da Matteo Richetti di Azione e firmata da tutti i leader dell’opposizione (da Elly Schlein a Giuseppe Conte, da Angelo Bonelli a Nicola Fratoianni) eccezion fatta per Italia Viva, fa riferimento ai rapporti tra Salvini e Vladimir Putin mai rinnegati nemmeno in questi ultimi anni. «Secondo i firmatari del presente atto di indirizzo il ministro Salvini non può rappresentare degnamente la Repubblica Italiana ma, anzi, dimostra di non esercitare appieno le proprie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione. Per tali motivi si esprime la propria sfiducia al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e Vicepresidente del Consiglio dei ministri, senatore Matteo Salvini, e lo impegna a rassegnare immediatamente le proprie dimissioni», si legge nella mozione in questione. Che fa riferimento ad alcune tappe chiave per supportare la richiesta di dimissioni di Salvini. L’11 marzo 2015: «L’allora eurodeputato Matteo Salvini affermava che “la Russia è sicuramente molto più democratica dell’Unione Europea” e “farei a cambio, porterei Putin nella metà dei Paesi europei». Il 25 novembre 2015: «Salvini pubblicava un post sui propri canali social in cui scriveva “cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin”, allegando una sua fotografia in cui posava, all’interno dell’aula di Strasburgo, indossando una maglietta con sopra stampato il volto di Vladimir Putin, recando peraltro un grave danno di immagine e di credibilità alla Presidenza della Repubblica». Evidenziata pure l’intesa tra Lega e “Russia unita” sancita nel 2017 e rinnovata automaticamente il 6 marzo: «Successivamente, quindi, all’invasione russa dell’Ucraina. Salvini non ha mai agito formalmente al fine di interrompere il rapporto di collaborazione con l’entità politica del Presidente Vladimir Putin». La conclusione dei firmatari della mozione di sfiducia è quindi chiara: «Nella sostanza, ad oltre due anni dall’inizio dell’illegale invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, il Governo della Repubblica Italiana è rappresentato da un Ministro e Vicepresidente del Consiglio dei ministri che non rinnega né i rapporti di collaborazione con il partito di Vladimir Putin né le sue dichiarazioni di elogio a Putin stesso».

«Rivendichiamo che M5s è riuscito a far anticipare la mozione di sfiducia nei confronti della ministra Santanchè indagata per frode sui fondi Covid che dovevano servire invece ai cittadini in pandemia. È stata anticipata mettendola al centro del dibattito parlamentare. Una sfiducia su cui Meloni non ha detto una parola». Lo ha detto il vicepresidente del gruppo M5s alla Camera Agostino Santillo al termine della conferenza dei capigruppo di Montecitorio.

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