Sì alla decadenza Cav: Vogliono eliminarmi. Tra 20 giorni in aula

La decisione è arrivata. Non c’è stato, almeno per ora, nessun colpo di scena. Ma nulla è ancora scontato. La Giunta per le elezioni di Palazzo Madama ha deciso di chiedere all’Aula del Senato la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. Dopo quasi sei ore di camera di consiglio, con 15 “si” e 8 “no”, è stato dato il primo via alla decadenza del Cavaliere dal mandato di parlamentare. Ora la palla passa al Senato che avrà l’ultima parola sul destino parlamentare dell’ex presidente del consiglio. Sicuramente la decisione arriverà non prima dell’inizio di novembre. Una road map ben delineata non può essere ancora stilata perché ci sono diverse variabili che potrebbero incidere sui tempi di discussione in Senato. Ogni calcolo, oggi, è approssimativo. Sul fronte politico il centro destra si schiera compatto contro la decisione della Giunta e parla di un decisione politica, già scritta, per eliminare il leader del Popolo delle Libertà.

Berlusconi: Colpita al cuore la democrazia. Vogliono eliminarmi. “La democrazia di un Paese si misura dal rispetto dalle norme fondamentali poste a tutela di ogni cittadino. Violando i principi della Convenzione Europea e della Corte Costituzionale sulla imparzialità dell’organo decidente e sulla irretroattività delle norme penali oggi sono venuti meno i principi basilari di uno stato di diritto. Quando si viola lo stato di diritto si colpisce al cuore la democrazia”. E’ quanto afferma Silvio Berlusconi in una nota commentando la decisione della Giunta delle Elezioni del Senato che si è espressa a favore della sua decadenza da senatore. “Questa indegna decisione – prosegue l’ex presidente del consiglio – è stata frutto non della corretta applicazione di una legge, ma della precisa volontà di eliminare per via giudiziaria un avversario politico che non si è riusciti ad eliminare nelle urne attraverso i mezzi della democrazia”.

Il regolamento del Senato. In base al regolamento, la Giunta deve comunicare immediatamente l’esito del voto ma le concede fino a un massimo di 20 giorni di tempo per la stesura, che va approvata con un nuovo voto, della relazione che contiene le motivazioni della decisione. Questo documento sarà poi consegnato al presidente del Senato, che dovrà convocare una conferenza dei capigruppo per la calendarizzazione del voto in Aula. E su quest’ultimo passaggio non ci sono limiti di tempo stabiliti. Unica cosa certa sembra essere la decisione del presidente della Giunta, Stefano, di consegnare, come prevede il regolamento, la relazione a palazzo Madama entro 20 giorni.

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