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È in corso fino al 5 settembre il Festival delle corrispondenze a Monte del Lago, frazione del comune di Magione che si affaccia sul Lago Trasimeno. Il Festival, nato nell’ambito del premio nazionale Vittoria Aganoor Pompilj riservato a lettere e carteggi, è una cornice culturale che racchiude momenti di riflessione e dibattito sulla scrittura, temi d’attualità e avvenimenti che hanno segnato la nostra epoca. Lo scenario suggestivo del borgo, che si trasforma in una sede di formazione e di confronto, accoglie mostre, concerti e passeggiate letterarie.
Nella serata del 3 settembre si è tenuta la presentazione del libro “Lettera a un figlio su Mani Pulite” di Gherardo Colombo, uno dei magistrati del pool di Milano, volto noto nel mondo giuridico per aver contribuito a inchieste quali il delitto Ambrosoli, Mani pulite, e per aver ricoperto cariche prestigiose come quella di consigliere presso la corte di Cassazione.
Colombo, collegato in videoconferenza, ha dialogato con il direttore del Corriere dell’Umbria Davide Vecchi. L’ex magistrato, riferendosi al periodo delle inchieste, ha definito il clima di quegli anni inimmaginabile, “sui giornali non si parlava d’altro, un po’ come accade oggi con il Covid”. Grazie all’ inchiesta Mani pulite si è aperto il vaso di Pandora: in quegli anni la corruzione era un’organizzazione sistematica a più livelli, che spaziava dall’amministrazione ai piccoli commercianti.
Il dibattito si è spostato poi ai nostri giorni: “viviamo in un nichilismo coperto di moralismo, concetti che per me sono entrambi negativi”, ha dichiarato l’ex toga, sostenendo che oggi l’ unica priorità sembra essere il consumismo, di qualsiasi genere, di beni, di luoghi e di persone. “Si è perso il senso delle cose”, ha concluso fra gli applausi.
Piera Toppi
