Ecco quello che scrivono, in parte, i partiti italiani nei loro programmi, in vista del voto per le Europee dell’8 e 9 giugno.
Fratelli d’Italia
Pd
Movimento 5 stelle
Forza Italia
Lega
Azione – Siamo europei
Alleanza Verdi-Sinistra
Stati Uniti d’Europa
gli altri
FRATELLI D’ITALIA
Il partito della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha in mente «un’Europa confederale che rispetti i princìpi di sussidiarietà e proporzionalità sanciti dai trattati istitutivi dell’Unione europea». Immagina una sorta di «alleanza di nazioni sovrane».
Fra i punti del programma c’è anche la volontà di «superare l’austerity»: «la sostenibilità del debito – scrivono i Fratelli d’Italia nel loro programma – può essere raggiunta solo con una crescita vigorosa, figlia di spese per investimenti, e non con tagli selvaggi alla spesa pubblica che deprimono ulteriormente l’economia».
Anche se il nuovo patto di stabilità e crescita è stato approvato da poco, anche con la mediazione di un ministro dell’attuale governo (Giancarlo Giorgetti, della Lega), Fratelli d’Italia già chiede «maggiore flessibilità».
Nella settimana che si conclude, circa cento associazioni italiane di ispirazione cristiana riunite nel network “Ditelo sui tetti” (espressione evangelica) hanno presentato alla stampa e ai candidati alle elezioni europee che ne condividono i principi una ideale agenda per la promozione della vita e della vitalità nelle future politiche dell’Unione. In essa vengono identificate le ragioni del declino dell’Europa nel rifiuto delle radici greco-giudaico-cristiane dal quale è conseguita una concezione ridotta dell’umano. Un neo individualismo proposto retoricamente come “stagione dei diritti”, secondo queste associazioni, ha concorso a produrre l’inverno demografico e l’indifferenza verso le fragilità.
La stessa competitività economica è stata indebolita dall’impoverimento delle coorti giovanili e da un ecologismo che ideologicamente attribuisce alla causa antropica il cambiamento climatico. Il tradizionale modello sociale, costruito sulla solidarietà intergenerazionale, è diventato insostenibile.
Gli impegni politici suggeriti dall’agenda muovono quindi dalla ripresa demografica, dalla insostituibile funzione della famiglia naturale, dalla formazione morale della persona nel confronto con le macchine intelligenti, dalla tutela e cura del ciclo naturale di vita. Il ridisegno delle politiche economiche dovrebbe assumere la crescita della ricchezza quale presupposto per gli stessi obiettivi di decarbonizzazione senza l’imposizione di soluzioni tecnologiche da rimettere invece all’iniziativa imprenditoriale.
Giorgia Meloni ha inviato un messaggio a questo evento affermando che siamo al bivio tra “due modelli d’Europa”. La questione antropologica proposta dal network “Ditelo sui tetti” vuole contribuire al modello che conferisce all’Unione (confederale) le grandi funzioni della spada, della feluca, della moneta. Sostenute tuttavia dai principi del cuore antico del continente.
PD
Il Pd sottolinea molto, nel suo programma, come l’avvento delle destre estreme sia un pericolo nel processo d’integrazione dell’Unione europea. Il passo successivo è quello di chiedere una maggiore attenzione allo “stato di diritto”, con sanzioni più estese a chi non rispetta le regole. «L’assegnazione dei fondi europei», si legge nel programma, «deve essere sempre condizionata al pieno rispetto dei valori democratici e dei diritti umani fondamentali».
Il partito di Elly Schlein immagina un rinforzamento del concetto di «cittadinanza europea», attraverso una serie di diritti – come quello alla genitorialità, per la pensione, la protezione sanitaria e il riconoscimento del titolo di studio – che siano più facilmente riconoscibili a livello europeo.
MOVIMENTO 5 STELLE
Il Movimento 5 stelle dedica un capitolo specifico del suo programma alla riforma dei trattati europei. L’intento è di «sostituire il voto all’unanimità con il voto a maggioranza qualificata in seno al Consiglio e attribuire al Parlamento europeo il diritto di iniziativa legislativa come avviene in tutti i parlamenti nazionali. Al Parlamento europeo (e non al Consiglio europeo) va assegnato il potere di nominare il presidente della Commissione europea», si legge nel programma.
FORZA ITALIA
Anche fra le priorità di Forza Italia c’è la riforma dei trattati europei. Si vuole superare la «logica dei veti», introducendo il voto a maggioranza qualificata al posto dell’unanimità. Introdurre un «premieranno europeo», con «l’elezione diretta di un solo “premier/presidente dell’Unione” che sostituisca gli attuali presidenti della Commissione e del Consiglio europeo». Infine rafforzare il potere legislativo del parlamento europeo.
Per affrontare le difficoltà dell’economia, Forza Italia propone di mettere in comune il debito, per distribuirne il carico «in modo equo tra i paesi membri». Quindi di adottare una unione bancaria che protegga da «crisi bancarie future».
LEGA
Riducendo a uno slogan l’intero programma della Lega, l’intento è di avere «più Italia e meno Europa», in un generale impianto che dia maggiore priorità alle nazioni. Così il partito di Matteo Salvini è convinto anche dell’importanza della «salvaguardia del voto all’unanimità in Consiglio», perché svolgerebbe «un ruolo cruciale nel garantire la tutela degli interessi e l’equilibro tra i singoli stati membri, permettendo loro di esercitare un controllo significativo sulle decisioni europee in alcuni settori fondamentali come le politiche interne, l’economia e la loro sovranità».
AZIONE – SIAMO EUROPEI
Azione pensa invece che vada eliminato il voto all’unanimità nell’ambito del Consiglio, perché oggi «è utilizzato come mezzo di ricatto dei singoli stati membri anche su temi più delicati e urgenti come ad esempio il sostegno all’Ucraina, producendo insoddisfacenti compromessi al ribasso».
ALLEANZA VERDI-SINISTRA
Se si parla di regole del gioco, l’Alleanza fra Verdi e Sinistra italiana punta ovviamente molto sull’importanza della transizione ecologica, ma anche sulla difesa dei «diritti individuali e sociali, spesso trascurati». Tutto questo è possibile innanzitutto solo uscendo «una volta per tutte dalla stagione dell’austerità», scrivono nel programma, «che aumenta le disuguaglianze». «La recente riforma del patto di stabilità ci dimostra invece quanto sia forte la tentazione di tornare indietro».
STATI UNITI D’EUROPA
Gli Stati Uniti d’Europa – nati dall’alleanza fra +Europa di Emma Bonino e Italia viva di Matteo Renzi (oltre che socialisti, Radicali italiani, libdem e l’Italia c’è) – hanno in mente una svolta in senso federale, come già si capisce dal nome del loro partito. «È ora di mettere mano ai Trattati istitutivi e fare passi avanti verso gli Stati Uniti d’Europa», scrivono nel programma, «con un governo che risponda al Parlamento europeo, una politica estera, di difesa, fiscale e migratoria comune e l’eliminazione del voto all’unanimità. Un vero e proprio Stato Europeo».
Per riuscirci, spiegano, nella prossima legislatura dovranno essere definite «nuove regole, nuove risorse, nuovi meccanismi decisionali che consentano di accogliere nuovi oaesi membri con istituzioni riformate.
GLI ALTRI PROGRAMMI
Anche la lista guidata dal giornalista Michele Santoro – Pace terra dignità – si fonda sul ripudio delle armi. «L’Europa è una unione di stati ma non deve diventare un super-stato che intenda la sovranità come un potere supremo, sovrastante su ogni altro potere e culminante nel diritto di guerra», c’è scritto nel programma.
La lista Libertà di Cateno De Luca (che unisce 19 partiti e movimenti politici) ha un programma orientato al sovranismo: «L’Italia e gli altri stati membri non possono continuare a subire le imposizioni legislative e lobbistiche di Bruxelles», scrive. Anche qui si dice che va superato il “patto di stabilità”, in favore di «promuovere politiche anticicliche».
Alternativa Popolare – partito del sindaco di Terni Stefano Bandecchi – scrive nel suo programma che «l’Europa deve riformare urgentemente i regolamenti comunitari sul diritto di asilo, trovando soluzioni che garantiscano un equilibrio tra accoglienza e solidarietà». «Il principio di sussidiarietà, affermato dalla Costituzione europea come cardine dell’ordinamento comunitario, va applicato e rafforzato nella sua duplice dimensione: verticale, con una distribuzione sempre più chiara e adeguata dei poteri tra i diversi livelli di governo (Europa, Stati, Regioni, Comuni); orizzontale, con il riconoscimento e il sostegno da parte dello stato alle iniziative svolte dai cittadini e dalle loro formazioni sociali», spiega.
Infine, secondo Volt – un partito progressista paneuropeo, che in Italia esprime solo due candidati votabili, fra le liste del Pd nella circoscrizione nord orientale – l’Unione europea deve «perseguire un quadro economico progressista attraverso un indicatore del Pil aggiornato che includa la contabilità del capitale naturale».