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Elezioni italiane tra insinuazioni a ‘stelle e strisce’ e ‘presunti rubli russi’ per alcuni partiti italiani

A Washington il Dipartimento di Stato americano ‘insinua’ su presunti finanziamenti russi a partiti italiani. Fatto sta che mancano meno di dieci giorni al voto e, a quanto pare, appare solo un tentativo di manipolarlo. Pare che l’iniziativa degli Stati Uniti si prefigga l’obiettivo di individuare nel Cremlino  il regista occulto in grado di condizionare le opinioni pubbliche europee. A questo punto,  delle due l’una: o gli Usa tirano fuori i nomi di chi ha intascato i rubli oppure blocchino la storiella per impedirle di falsare l’esito del voto degli italiani.

Già, perché neppure a un bambino sfuggirebbe la circostanza che la vittima designata dell’«avviso di garanzia a stelle e a strisce» (copyright de Il Giornale) è il centrodestra avanti nei sondaggi. Fateci caso: non appena la bomba d’Oltreoceano è deflagrata, in Italia tutti hanno girato lo sguardo verso Matteo Salvini, costretto a minacciar querele contro chiunque avesse accostato la Lega ai rubli di Mosca. Ma analoghi sospetti hanno investito Forza Italia, provocando la netta smentita di Silvio Berlusconi. E persino Fratelli d’Italia, quantunque il presidente del Copasir, Adolfo Urso, citando l’ex-ambasciatore Kurt Volker, abbia riferito che gli Usa considerano Fdi ‘pienamente affidabile. 

Repubblica aveva intervistato Kurt Volker che aveva accusato Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia di aver ricevuto sovvenzioni russe, ha suscitato l’immediata reazione di Giorgia Meloni che ha annunciato querele per il quotidiano e per Volker.

 

“Oggi leggo un titolo surreale su ex ambasciatore americano alla Nato Kurt Volker” dice la leader di Fratelli d’ITalia a Radio 24. E aggiunge: “siccome è tutto verificabile, quali sono le nostre fonti di finanziamento e quali sono ragioni che spingono gli italiani a votarci, non è un buon giornalismo e un buon modo di fare l’ambasciatore citare che FdI anche se non ha le prove, quindi o le forniscono o saremo costretti a querelare”. Giorgia Meloni sollecita: “portino le prove su questo fronte, ma siccome so che non ci sono temo che la querela sara inevitabile”, sottolinea, “sono certa del fatto che FdI non prenda soldi dagli stranieri”.

Cosa aveva detto Kurt Volker? Pur chiarendo di non avere “prove dirette personali” aveva spiegato che “Le simpatie per la Russia della Lega e di Berlusconi erano note, ma ora il ritornello costante è che anche Fratelli d’Italia abbia ricevuto qualche aiuto”, argomentando sull’importanza di interrogarsi sulla recente crescita di queste forze politiche:

«La Lega è in circolazione da parecchio tempo ed era noto che riflettesse le prospettive russe. FdI è una formazione più recente, anche se erede di altri partiti, ed è cresciuta in maniera straordinaria nell’ultimo anno. Ciò obbliga a porsi domande su quali sono le fonti dei loro finanziamenti, delle posizioni prese e dell’aumento della popolarità».

Giorgia Meloni a Radio 24 ha anche risposto a una domanda sull’ipotesi che la Lega sia coinvolta nella vicenda dei finanziamenti russi: “Credo che non succederà. Sono mesi che se ne parla, ma non è emerso nulla” rimarcando però, come già del resto aveva fatto Crosetto, l’importanza di fare chiarezza sul tema:”La Ue ha nei mesi scorsi già ampiamente fatto esempi su quello che in altre nazioni la Russia abbia tentato in questi anni di aumentare la sua sfera di influenza usando strumenti a 360 gradi. È importante saperlo, ed è importante sapere se le scelte anche alcuni fanno siano convinte o in qualche modo influenzate da qualche interesse”.

Non è un segreto che più d’una cancelleria straniera non gradisca la vittoria della coalizione guidata da Giorgia Meloni. E questo spiegherebbe il fiorire di dossier, mezze voci ed altro.

Repubblica non ci sta ad abbandonare il filone dei rubli di Putin ai partiti italiani,  così titola: “Soldi da Mosca. C’è l’Italia nel dossier Usa“. E poi l’inviato Mastrolilli scrive:  “L’Italia c’è, nel dossier americano sulla corruzione russa nel mondo. E non poteva essere altrimenti, considerando i rapporti con Mosca costruiti negli ultimi decenni da diversi partiti rilevanti. Non è un segreto, del resto, che forze come Lega o M5S frenano apertamente sulle sanzioni alla Russia e le armi all’Ucraina. Questo non implica un loro coinvolgimento diretto, ma alimenta i dubbi sulle politiche dell’eventuale futuro governo italiano. Lo conferma a Repubblica una fonte molto autorevole, con diretta conoscenza dei fatti, che ne ha discusso con i vertici del dipartimento di Stato”. Siamo sempre ai “si dice”, ai “pare che”, ai condizionamenti indiretti. O ai “pizzini”, come li ha chiamati Augusto Minzolini.

Luigi Di Maio ci sguazza, anziché approfittare del suo ruolo per  chiedere rispetto per la delicata fase che l’Italia sta vivendo. “Noi come Governo saremo in continuo aggiornamento, come è sempre stato, con i nostri alleati. Se ci saranno novità ovviamente lo diremo. Però politicamente il tema è che noi da tempo proponiamo una Commissione d’inchiesta sui rapporti tra leader e partiti italiani e Russia. E’ molto importante che si faccia chiarezza”.

La Farnesina non sa nulla, comedice lo stesso ministro che   agita lo spauracchio di altre rivelazioni e lo utilizza contro Salvini: “Nel 2018 – afferma – c’era stato un tentativo da parte della Lega di mettere nella legge anticorruzione ‘Spazzacorrotti’ una norma che permettesse sostanzialmente di ricevere finanziamenti da Paesi esteri o da personalità estere per i partiti. Allora io chiedo a Salvini di confrontarci: perché volevi una norma che consentisse a personalità estere o a Governi esteri di finanziare i partiti italiani?”.

 

 

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