Disabili gravissimi in RSA: le prese di posizione di associazioni, sindaci, sindacati, professionisti

“Un avvocato deve difendere i deboli e in questo caso si tratta davvero dei più deboli tra i deboli.  Difenderli è un dovere civile e morale perché siamo di fronte a un’ingiustizia che è, sul piano della civiltà e della morale, del tutto inaccettabile”.  Silverio Sica – avvocato e già presidente dell’Ordine degli avvocati di Salerno –   pronuncia queste parole davanti ai familiari dei disabili gravissimi “deportati”, per usare un’espressione utilizzata da più parti, nelle RSA, ossia in strutture dove non potranno più avere le cure di cui hanno assoluto bisogno.

L’ incontro pubblico, che si è svolto martedì a Nocera Inferiore promosso da Le famiglie di Villa dei Fiori, dal Comitato diritto alla cura, da Cittadinanzattiva, da alcuni comuni e dai sindacati con il titolo “Non smantellate la riabilitazione residenziale”, ha emozionato e ricevuto tantissime espressioni di solidarietà. Troppo coinvolgenti le testimonianze drammatiche dei familiari che hanno spiegato cosa sta accadendo. Troppo insopportabile il racconto, nome per nome, dei 41 casi di pazienti che sono già stati “declassati” in RSA, ovvero, come ha detto il padre di uno loro, “condannati a morte”. Troppo commovente il grido lanciato in quella sala: “li salveremo, nonostante la ASL”. Troppo scandaloso che tutto questo avvenga mentre alla Regione si lavora per condurre in porto la legge di iniziativa popolare che garantirebbe a questi malati le cure di cui hanno bisogno.

Anche di questa legge si è parlato nell’assemblea di martedì. Lo ha fatto prima di tutti, Annarita Ruggiero, portavoce del Comitato diritto alla cura che è stato promotore di quella legge. “Non ci arrendiamo – ha detto – e non ci arrenderemo mai. Siamo mamme che vorrebbero tornare a fare i genitori e invece siamo costrette, per difendere i nostri figli, a occuparci di leggi, politica e burocrazia. Abbiamo messo l’anima in questa battaglia, abbiamo raccolto 12mila firme cartacee, non virtuali, girando porta a porta in giorni di festa, abbiamo raccolto l’entusiasmo e il sostegno di sindaci, associazioni e, soprattutto, tantissimi cittadini.  Si è innescata una vera e propria catena umana di amore e solidarietà che oggi non può cadere nel vuoto perché qualcuno vuole svuotare quella legge trasferendo più malati possibile in RSA prima che la legge li salvi da questo scempio inconcepibile”.

Le ha fatto eco il consigliere regionale Aurelio Tommasetti. “Abbiamo preso un impegno – ha detto – per sostenere la Legge di iniziativa popolare e continueremo a onorarlo con convinzione, anche contro una volontà, che purtroppo sta emergendo, di fermarne il percorso. Abbiamo già presentato una interrogazione e ci attiveremo ancora perché questa importante iniziativa popolare non finisca nel dimenticatoio. Rimarremo al fianco di queste famiglie e di questi pazienti”.

Accanto a queste famiglie ci sono anche i sindaci.  “I sindaci – sono parole di Lello De Prisco sindaco di Pagani – sono i sentori delle comunità, la prima interfaccia dei cittadini sui territori. Per questo noi abbiamo potuto capire subito l’enorme gravità di questo problema, di come investa tanti pazienti con patologie gravissime e le loro famiglie, di  quanto sia drammatico negare l’assistenza necessaria, per di più con tantissimi lavoratori che oggi per queste decisioni incomprensibili, vedono a rischio il proprio posto di lavoro”.

Anche il sindaco di Roccapiemonte, Carmine Pagano ha espresso una posizione netta. “Le testimonianze di questi malati e dei loro familiari – ha detto – sono state quanto mai toccanti, hanno fatto capire meglio di qualsiasi relazione quanto sia insostenibile ciò che sta accadendo. Questi pazienti non sono numeri, ma donne e uomini, persone reali che hanno il legittimo diritto di vivere in modo dignitoso nelle strutture che oggi li assistono. Lo dico da sindaco, ma anche da medico pienamente consapevole della estrema gravità del problema”.

Piena solidarietà è stata espressa anche da Gianni Iuliano, sindaco di Bracigliano.

Il 19 dicembre le famiglie, le associazioni, il Comitato diritto alla cura, i sindaci saranno sotto la sede della Asl. Qualcuno ha detto, più con rabbia che con sarcasmo, “per augurare ai dirigenti della ASL un Natale come quello che faranno passare a noi”. Ci saranno anche i sindacati.  “Noi il 19 saremo con le famiglie in piazza” ha detto Antonio De Sio, della CISL. Che ha anche raccontato come le domande fatte dal sindacato alla ASL abbiano ottenuto risposte evasive.  La UIL, dal canto suo, ha sottolineato la preoccupazione anche per il problema della perdita di posti di lavoro e di un patrimonio professionale di altissimo livello.

Di patrimonio da non disperdere ha parlato anche Pasquale D’Acunzi, consigliere comunale di Nocera inferiore. “Villa dei Fiori – ha detto – è  un patrimonio del territorio e chi danneggia il patrimonio commette un reato”.

Tante voci, a cui si aggiungono quelle solidali di tantissimi cittadini. Voci che, sicuramente, si ritroveranno davanti alla sede della ASL il 19 maggio. Con l’obiettivo di salvare questi malati da un destino inumano. Salvarli, appunto, nonostante la ASL.

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