Decreto “Salva Roma” oggi la doppia fiducia

Dichiarazioni di voto sul decreto ”salva Roma” alla Camera previste alle 12,30. Poi inizio della ”chiama” alle 14,30. Senato convocato alle 12 per l’ultima lettura della legge di bilancio. Due voti di fiducia in un giorno solo per il governo, che e’ in affanno e cerca di difendere il suo iter legislativo con la richiesta di piu’ voti di fiducia. La debolezza politica dell’esecutivo e’ evidente e lo costringe a un ingorgo parlamentare che ha pochi precedenti. Si prevedono altre sedute di fine anno a iniziare dal 27 dicembre alla Camera, su ordini del giorno e voto finale sul decreto ”salva Roma”, e pure al Senato. L’esecutivo pensa anche alla composizione di un decreto milleproroghe dove collocare questioni insolute, come quella posta da M5S e Lega Nord sulla possibile disdetta di alcuni affitti a carico della Camera esclusi in un primo tempo con una clausola nella legge di stabilita’. M5S e Carroccio avevano minacciato l’ostruzionismo. ”Si sospendano i lavori subito dopo la fiducia. Il governo al rientro, il 27 dicembre, presenti nel milleproroghe la misura che blocca gli affitti d’oro e lo voteremo. Poi si passera’ al voto sul ‘salva Roma’. Se la norma non ci sara’, faremo ostruzionismo fino a far cadere il decreto ‘salva Roma”’, ha dichiarato Laura Castelli, M5S, in Aula. Il diktat e’ stato accettato dall’esecutivo. A favore di questa soluzione si dichiara Matteo Renzi, segretario del Pd: ”La norma contro gli affitti d’oro e’ giusta, sono d’accordo con i Cinque stelle”. Nel mirino ci sono soprattutto gli edifici che ospitano le segreterie dei deputati nei pressi di piazza San Silvestro. Sono stati presi in affitto alla fine degli anni novanta dall’immobiliarista Sergio Scarpellini. La Camera avrebbe speso 444 milioni di euro in diciotto anni. Renato Brunetta punta l’indice contro l’esecutivo: ”Governo e maggioranza sono in stato comatoso. Prima producono gli ingorghi parlamentari, subiscono gli assalti delle loro clientele, per poi finire sotto il ricatto delle cattive burocrazie ministeriali”. Conclude il capogruppo di Forza Italia alla Camera: ”Finale d’anno caotico e inverecondo. Il presidente Letta farebbe bene a trarne le conseguenze”. La maggioranza, con Graziano Delrio, ministro per gli Affari regionali e le autonomie locali, preferisce mettere in evidenza il primo si’ della Camera al disegno di legge che abolisce le Province: 277 si’ e soli 11 no perche’ Forza Italia, Lega e M5S non hanno votato per protesta ritenendo troppo macchinose le procedure che porteranno alla scomparsa delle amministrazioni provinciali. Scrive Delrio in un twitter: ”Dopo tanti anni di attesa, un passo avanti enorme per semplificare i livelli amministrativi del Paese ed essere piu’ vicini a cittadini e imprese”. Il governo aveva inserito a sorpresa nella legge di stabilita’ una norma che commissaria le 52 amministrazioni provinciali il cui mandato elettorale scade il prossimo maggio. I 52 enti si aggiungono ai 20, tra le quali c’e’ la Provincia di Roma, gia’ commissariati. ”Faremo ricorso. Mai un governo ha osato mettere in dubbio la possibilita’ per il popolo di eleggere chi governa il territorio”, e’ la posizione di Antonio Saitta, presidente dell’Unione delle Province italiane. Con l’abolizione delle amministrazioni provinciali si prevede un taglio dei costi della politica che manda a casa 3 mila eletti tra presidenti, assessori e consiglieri. La riforma prevede il graduale passaggio di alcune competenze a Comuni (edilizia scolastica) e Regioni (centri per l’impiego). L’abolizione delle Province prevede inoltre la nascita delle Citta’ metropolitane, enti che dovranno coordinare il territorio intorno alle citta’ con oltre 1 milione di abitanti. In serata Renzi partecipa a ”Che tempo che fa” su Raitre. ”Mi va bene qualunque modello di legge elettorale che garantisca governabilita’ e che eviti gli inciuci. Io le regole del gioco le voglio fare con tutti. Non voglio tenere fuori Fi e Grillo. Quando la legge elettorale l’hanno fatta da soli, come il porcellum, hanno fatto schifo”, afferma il segretario del Pd, dicendosi ottimista sulla possibilita’ di approvare nuove norme elettorali entro febbraio. Sulla tenuta del governo Renzi non si esprime, preferendo parlare di alcuni suoi impegni: abolizione della legge Bossi-Fini sull’emigrazione, piano straordinario sul lavoro, servizio civile obbligatorio a livello europeo. E sui rapporti con i grillini precisa: ”Non e’ un movimento fascista ma sfascista. Tra i parlamentari M5S c’e’ un sacco di brave persone che sarebbero disposte a lavorare con noi, ma in tre o quattro decidono tutto”

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