Debiti dell PA. Omar Scafuro: “No ai mini Bot. Utilizzare la liquidità illimitata della Cassa depositi e prestiti”

L’idea proposta in questi giorni di utilizzare i mini bot per saldare i debiti dello Stato nei confronti delle imprese resta è una proposta da bocciare.  Sarebbero del tutto inutili perché incapaci di risolvere il problema reale dei debiti della PA verso imprese private. E se nascondono possibili scenari di uscita dell’Italia dall’euro, quantomeno rappresenterebbero una misura parallela all’euro e dunque illegale. Ma lo strumento c’è e la soluzione è abbastanza semplice. “Utilizzare la liquidità illimitata della Cassa depositi e prestiti”, di questo ne è convinto Omar Scafuro, esperto di economia e finanza internazionale. “Se veramente si vogliono pagare alle imprese i debiti della PA arretrati lo strumento esiste ed è stato inserito nell’ultima legge di bilancio che prevede liquidità illimitata in euro da parte di Cassa depositi e prestiti agli enti che certificano i loro crediti”. Una norma che è nota al governo perché “ha reso disponibile questo stesso strumento”. Quindi si utilizzi. Probabilmente, sottolinea Scafuro, non “c’è quella volontà politica perché questi soldi potrebbero servire a riequilibrare i conti ed evitare una manovra finanziaria lacrime e sangue”. Ma intanto gli imprenditori continuano ad arrancare e con loro anche l’economia italiana e quindi le famiglie. Sicuramente l’idea dei Mini Bot va cancellata definitivamente. Secondo una prima ipotesi questi strumenti finanziari sarebbero emessi per dare la possibilità ad imprese e famiglie di usarli per pagare le tasse. “È ovvio – spiega Omar Scafuro – che in questo caso ci troveremmo di fronte ad un taglio delle imposte o, specularmente, ad un incremento di debito pubblico. Praticamente lo Stato non incasserebbe le  tasse che un cittadino od impresa dovrebbe pagare e quindi si trova nella condizione di finanziare il deficit di entrate in qualche modo: o riducendo la spesa pubblica, oppure con maggior debito”.

La seconda ipotesi prevederebbe, perché ancora non si legge una proposta seria ma solo si sentono solo parole, che i mini-Bot possano essere utilizzati dalle imprese per riscuotere i crediti che ancora vantano con la PA. “Una eventualità inutile perché o Stato starebbe scambiando una passività, i pagamenti dovuti all’impresa, con un’altra passività, i buoni del tesoro emessi per finanziarsi. L’Ue – dice sarcasticamente Omar Scafuro – non sarebbe tanto contenta di questa opzione”. Ed ecco il secondo motivo per cui vanno bocciati, secondo l’esperto di economia e finanza internazionale. Inoltre non ha senso parlare di mini-Bot come equivalente all’emissione di nuova moneta. “Manca l’elemento fondamentale: la fiducia. Difficilmente sarebbero accettati nelle transazioni”, dice Scafuro. Però c’è il rischio che attraverso questo strumento si voglia tassare implicitamente le imprese creditrici. Se un’impresa fornitrice della Pa venisse pagata in mini-Bot oggi, potrebbe scontare il proprio credito solo nel momento di pagare le tasse dovute. Un lasso temporale che si traduce per l’impresa in un costo implicito dovuto ai mancati interessi guadagnati. Così ci rimette solo l’impresa. Insomma la soluzione c’è e “sembra che parlare di mini Bot in questo determinato momento storico economico serva solo a distrarre l’attenzione di famiglie ed imprese e ad aumentare una aspettativa su un problema fondamentale per lo sviluppo del nostro Paese ma lontano dalla soluzione”, conclude Omar Scafuro.

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