Entra nel vivo, nel mese di aprile, l’azione del Governo Draghi che lavora su un doppio binario: da una parte il Recovery Plan, quasi pronto per essere inviato a Bruxelles entro la fine del mese, dall’altra l’accelerazione sulla campagna vaccinale che procede a ritmi sostenuti ma ha bisogno di un ulteriore sprint per mettere in salvo le fasce più deboli della popolazione e far ripartire l’economia.
E mentre il Portogallo batte tutti sul tempo ed è il primo Stato membro dell’Ue a presentare il proprio piano di Recovery, l’Italia stringe tempi e fila mettendo sul piatto un ambizioso pacchetto di interventi per 221,5 miliardi: 191,5 miliardi coperti con il Recovery Fund vero e proprio e 30,04 del Fondo complementare alimentato con deficit.
“L’Italia rispetterà i tempi, mentre sulla governance è una questione che si sta discutendo in queste ore, proprio per rispettare i tempi”, sottolinea il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in un’intervista a Omnibus su La7. ”Nell’arco di questo fine settimana i nodi andranno sciolti”.
Una volta “consegnato”, la Commissione avrà 8 settimane per valutare le proposte. “Le risorse europee saranno disponibili alla fine dell’estate” con i pre-finanziamenti al 13%, “Per il nostro Paese il piano è una occasione molto importante, rende possibile affrontare in modo coordinato e con rilevanti mezzi alcuni problemi strutturali”, ha ribadito il ministro dell’Economia Daniele Franco.
Parallelamente, si lavora senza sosta alla campagna vaccinale. A fissare la roadmap, il Commissario per l’emergenza Covid, Francesco Figliuolo che ha ribadito ancora una volta l’’obiettivo delle 500mila somministrazioni al giorno, da raggiungere dalla terza settimana di aprile. “Il traguardo finale è avere l’80% degli italiani vaccinati per fine settembre”. Messaggio ribadito dal Capo della Protezione Civile Curcio: “Adesso stiamo vaccinando 200mila persone al giorno, a regime dobbiamo arrivare a 500mila. Arriveremo a 500mila vaccini al giorno e a quel punto nessuno potrà rimanere indietro nella somministrazione. Noi siamo pronti a sostenere le Regioni, entro fine anno dobbiamo riprendere la nostra vita migliore”.
Per tagliare il traguardo, però, serve un’ accelerazione alla macchina dei vaccini che – come scrive il Corriere della Sera – “non va in tutta Italia alla stessa velocità e, in alcune zone, fa fatica a carburare”.
Proprio in quest’ottica, il Presidente del Consiglio ha più volte richiamato le Regioni ad attenersi alla lettera ai criteri generali fissati.