Italian Prime Minister, Giuseppe Conte, in Assisi to participate in the celebrations of the patron saint of Italy Saint Francis, Assisi, near Perugia, Italy, 04 October 2020. ANSA / Gian Matteo Crocchioni

Covid: Conte,non è sconfitto,non disperdere sacrifici. Cts, contingentare presenze a feste

“L’Italia che sta faticosamente uscendo dalla pandemia dovrà essere una comunità rigenerata: il nemico non è stato ancora sconfitto, siamo consci che non possiamo disperdere i sacrifici compiuti”. Lo dice il premier Giuseppe Conte ad Assisi, in occasione delle celebrazioni della festa di San Francesco.

Intanto si pensa a un contingentamento delle presenze alle feste private e in occasione di eventi e cerimonie. E’ una delle indicazioni del Cts -che in queste ore il governo potrebbe prendere in considerazione- in merito alle misure anti contagio previste dal prossimo Dpcm, che sarà varato mercoledì prossimo. A quanto si apprende la linea del Cts, per allontanare un aumento significativo del contagio e la necessità di un lockdown generale, sarebbe quella di una restrizione progressiva delle misure nella stagione autunnale: a cominciare da una stretta sulla movida agli orari anticipati di chiusure dei locali sino ad un aumento significativo dei controlli, oltre all’obbligo di mascherina all’aperto.

Il presidente del Consiglio è arrivato ad Assisi per partecipare alle celebrazioni per san Francesco. Con lui, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Il premier è subito entrato nella Basilica Superiore di San Francesco assistere alla celebrazione.

“Questo nostro mondo è in balia delle onde della globalizzazione selvaggia e dei nazionalismi irrazionali. Se vogliamo preparare il futuro, occorre anche guardare lontano”: è uno dei passaggi dell’omelia che il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, ha pronunciato durante la messa per la festa di San Francesco dalla Basilica Superiore. Ricordando che le Marche sono la regione che quest’anno ha donato l’olio per la lampada votiva, il francescano si è soffermato sull’ “operosità” della regione, “capace di proporre ancora oggi un eccellente modello economico-imprenditoriale fortemente radicato nel territorio e volano di socialità”. “Quello marchigiano può essere un modello per l’Italia che vuole rinascere – ha detto Gambetti -, ma non sarà sufficiente, come gli stessi cittadini delle Marche sperimentano nei loro territori. Viviamo infatti in una comunità globale. Siamo tutti su una barca che potrà restare a galla con alcuni accorgimenti, ma che è ancora senza un timone e non sa dove andare”. “Ieri – ha ricordato ancora il Custode – Papa Francesco ha firmato sulla Tomba del Poverello la sua terza enciclica: ‘Fratelli tutti’. Un dono immenso che addita la linea di orizzonte, l’approdo sicuro e felice per l’umanità. La fraternità è l’humus esistenziale che, come il grembo di una madre, custodisce, nutre ed orienta la nascita. Pensare l’economia e l’ecologia, i rapporti internazionali e quelli interni, le leggi e l’educazione, l’infosfera e il digitale, l’impresa e il commercio, la sanità e lo sport… nell’orizzonte dell’umanesimo fraterno è la sfida di oggi per il domani ed è uno spartiacque. Non c’è più spazio – ha sottolineato Gambetti – per forme di compromesso nel tempo della comunità globale: o con i fratelli o contro i fratelli”. “Come il Papa ci insegna, noi guardiamo con gli occhi di Francesco d’Assisi – ha concluso il Custode – all’umano rivelato e compiuto in Cristo, vero fratello di tutti, amore totale e ‘infinitivo’ per ciascuno; e vogliamo una società fraterna, nella quale il primato è riservato alla cura dell’altro, al dono reciproco e allo sviluppo intelligente”, ha concluso il custode.

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