Covid, a febbraio cambiano le regole in aeroporto: cosa bisogna fare

Nonostante la diminuzione dei casi di positività in Italia, il ministro della Salute Schillaci ha ordinato nuove regole per i viaggiatori. Ecco quali, e cosa cambia

Il Covid non è scomparso, e non ha smesso di influenzare le nostre vite. Nella settimana tra il 23 e il 29 gennaio, l’incidenza di nuovi casi identificati e segnalati in Italia è in diminuzione rispetto alla precedente settimana di monitoraggio. Si riduce l’impatto sugli ospedali con tassi di occupazione dei posti letto in diminuzione sia nelle aree mediche che nelle terapie intensive. Il che è chiaramente un’ottima notizia. Ma il virus resta tra noi.

Il ministero della Salute continua a ribadire la necessità di continuare ad adottare le misure comportamentali individuali e collettive previste o raccomandate, l’uso della mascherina, l’aereazione dei locali, l’igiene delle mani e particolare attenzione nelle situazioni di assembramento.

Più di tutto, ciò che è davvero fondamentale è la copertura vaccinale, il completamento dei cicli di vaccinazione e il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo, con particolare riguardo alle categorie fragili e immunodepresse.

Cosa prevede la nuova ordinanza Covid per chi viaggia

In altre parti del mondo, come in Cina, il virus è riesploso. Nonostante Pechino abbia deciso di riaprirsi al mondo dopo 3 anni di lockdown forzato, i casi di positività sono tornati a crescere. Proprio a fronte di questa situazione, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha firmato il 30 gennaio una nuova ordinanza con cui fissa nuove regole, ai fini della identificazione e del contenimento della diffusione di possibili varianti del virus.

Si tratta tuttavia di una misura temporanea, in vigore solo un mese, dal 1° febbraio fino al 28 febbraio 2023, salvo proroghe. Le disposizioni si applicano anche alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano. Ma cosa cambia quindi per i viaggiatori?

Tutti i viaggiatori sono di fatto sottoposti a due misure: una è un obbligo di legge, l’altra è considerata una forte raccomandazione. Nello specifico, ecco cosa cambia:

per tutti coloro che entrano in Italia dalla Cina, ora vige l’obbligo di presentazione alla compagnia aerea, all’imbarco, e a chiunque sia deputato ad effettuare i controlli, la certificazione di essersi sottoposti, nelle 48 ore antecedenti la partenza dalla Cina, a un tampone molecolare o rapido negativo

per tutti i viaggiatori, e soprattutto per i soggetti vulnerabili o con sintomi respiratori, è fortemente raccomandato l’utilizzo della mascherina FFP2 o superiore in volo, all’interno degli aerei dunque, e negli aeroporti.

L’ordinanza specifica anche che, su decisione dell’Autorità USMAF competente, a tutti coloro che entrano in Italia dalla Cina possono essere eseguiti ulteriori tamponi a campione al momento dell’arrivo in aeroporto.

A chi non si applicano le nuove regole in vigore a febbraio

A condizione che non insorgano sintomi potenzialmente riconducibili al Covid, le nuove disposizioni non si applicano in determinati casi specifici:

ai minori di 6 anni

ai membri dell’equipaggio e al personale viaggiante dei mezzi di trasporto di persone e merci

ai funzionari e agli agenti, comunque denominati, dell’Unione europea o di organizzazioni internazionali, agli agenti diplomatici, al personale amministrativo e tecnico delle missioni diplomatiche, ai funzionari e agli impiegati consolari

al personale militare, compreso quello in rientro dalle missioni internazionali

al personale delle Forze di Polizia, del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e dei Vigili del fuoco nell’esercizio delle loro funzioni.

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