‘La legge, i regolamenti e la prassi parlamentare richiedono che alla presidenza del Copasir sieda un rappresentante dell’opposizione, mentre dopo due mesi dall’insediamento del nuovo esecutivo l’organo di controllo e garanzia dei Servizi di informazione e sicurezza continua ad essere presieduto da un esponente della maggioranza parlamentare’, scrivono gli studiosi. Una premessa che viene ampiamente documentata e che porta all’invito a Fico e alla Casellati di assumere ‘tutte quelle iniziative necessarie, che, anche sulla scorta di analoghi precedenti, possano ripristinare le condizioni di legalità costituzionale nel superiore interesse del buon andamento dell’attività parlamentare’.
Dunque si chiede ai presidenti delle Camere di sbloccare una situazione di stallo che si trascina dalla nascita del governo di Mario Draghi. All’inizio della legislatura, la presidenza del Copasir era stata assegnata al deputato del Pd, Lorenzo Guerini, rimasto in carica fino al 4 settembre del 2019. Fino a quando cioè non è cambiata la maggioranza con la nascita del governo Pd-M5S con conseguente passaggio della poltrona al leghista Raffaele Volpi.
Un minuto dopo l’arrivo a Palazzo Chigi di Draghi, Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni hanno rivendicato la presidenza del Copasir che, come è previsto dalla legge istitutiva del 2007, spetta all’opposizione. Ma, all’interno di uno scontro giuridico e politico che riguarda il centrodestra e la lotta per la leadership, il via libera alla sostituzione di Volpi non è mai arrivato. Appellandosi i fautori dello status quo al precedente di Massimo D’Alema che alla nascita del governo Monti, dopo avere preso il posto di Francesco Rutelli, dimessosi dopo essere uscito dal Pd, restò in carica.
Ma, osservano gli studiosi nella loro lettera, ‘in quell’occasione non si procedette al doveroso avvicendamento con un esponente della Lega, in quanto per decisione unanime dei gruppi parlamentari (e, dunque, anche del Carroccio) si ritenne di derogare alla regola confermando alla presidenza l’on. D’alema. Il caso appena ricordato costituisce, pertanto, la tipica eccezione che conferma la regola.
Baldassarre durante la presentazione del documento, osserva che ‘occorre dare un messaggio di legalità: se no si da l’impressione che i parlamentari possano fare qualsiasi cosa e non osservare la legge. Così ne deriva un messaggio assai negativo che getta discredito sul Parlamento e sulla classe politica’.
Questo ha comunque portato all’impasse del Copasir che per un po’ non si è riunito. L’ha fatto e ha ascoltato il commissario straordinario per la lotta al Covid, il generale Francesco Figliuolo. Ma continua ad operare in uno stato di precarietà. I membri sono dieci, ma per forzare politicamente la mano, Elio Vito, Forza Italia ha rassegnato le dimissioni. E lo stesso ha annunciato Adolfo Urso, il vicepresidente del Copasir di Fratelli d’Italia, che in effetti non ha partecipato all’audizione di Figliuolo.
Nel frattempo i parlamentari di Fratelli d’Italia prendono al balzo l’appello lanciato dai quaranta studiosi è gridano forte che la presidenza della commissione spetta a loro. ‘Coprifuoco, controllo esclusivo da parte della maggioranza dei Servizi segreti, sospensione delle libertà costituzionali non sono la normalità in uno Stato democratico. Fratelli d’Italia chiede di ripristinare al più presto la legalità in questa Nazione’, riassume al Tg2 Francesca Lollobrigida capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera,
L’ultimo in ordine di tempo a firmare la lettera-appello di 40 fra costituzionalisti giuristi, docenti di diritto e scienza della politica a Casellati e Fico è il presidente emerito della Corte costituzionale, Valerio Onida. Che, come gli altri, chiede un intervento affinché la presidenza del Copasir venga assegnata ad un esponente di un partito dell’opposizione, dopo il nuovo equilibrio politico creatosi con la nascita del Governo di Mario Draghi.
Fdi ha candidato Adolfo Urso che è stato vicepresidente del Copasir fino a qualche giorno fa quando si è dimesso proprio per il rispetto verso un organismo istituzionale che, in queste ore, è, di fatto, sequestrato dalla Lega.
Se l’attuale presidente del Copasir, Raffaele Volpi, non si dimetterà per far posto ad un esponente dell’opposizione, i presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico, revochino tutti i componenti del Copasir. E’ la proposta di Salvatore Curreri, professore di diritto costituzionale all’Università Kore di Enna, tra i firmatari della lettera-appello ai presidenti dei due rami del Parlamento di costituzionalisti, giuristi, docenti di diritto e scienza della politica, intervenuto alla presentazione del documento in una conferenza nella sala Nassyria di Palazzo Madama.
Per Curreri ‘è inutile appellarsi al Presidente della Repubblica’ che ‘non interviene in queste vicende’ ed è molto difficile sollevare un conflitto di attribuzione di fronte alla Corte costituzionale. Perciò i presidenti della Camera, prendendo atto che il loro appello è caduto nel vuoto, facciano un’opera di pressione, esercitino la loro moral suasion nei confronti del presidente attuale del Copasir perchè si dimetta. Se anche questo secondo tentativo dovesse cadere nel vuoto c’è il precedente del caso Villari, revochiamo tutta la commissione’.
Anche per Emma Bonino, intervenuta anche lei alla presentazione della lettera-appello la legge non è equivocabile.
Questo conflitto sulla presidenza del Copasir da assegnare ad un esponente dell’opposizione non doveva neanche nascere. La legge 124 è chiarissima nell’equilibrio dei poteri, chi fa e chi controlla.
Bonino ha quindi espresso l’auspicio che si crei una sensibilità più vasta rispetto a vari temi dello svuotamento del Parlamento e dell’equilibrio dei poteri che ha caratterizzato tanti momenti della vita politica, ma che si è molto aggravato in questi ultimi tre o quattro anni.