Conte: Nessun aiuto agli evasori. Pace fiscale va riscritta

“La pacificazione fiscale serve a consentire ai contribuenti di azzerare le pendenze e di accedere al nuovo sistema, che contempla un fisco amico. L’accordo politico raggiunto ha l’obiettivo di permettere a chi ha avuto difficoltà oggettive di regolarizzare la sua posizione. Neppure gli esponenti della Lega hanno mai manifestato l’intenzione di premiare i grandi evasori”. In una intervista al Fatto Quotidiano il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, assicura che il dl fiscale non comporterà alcuna crisi di governo, “faremo una nuova deliberazione”.

E spiega la sua versione dei fatti sulla famosa ‘manina’ evocata da Di Maio. “Siamo entrati in Cdm subito dopo aver concluso l’accordo politico sulla dichiarazione integrativa, l’ormai famoso articolo 9, nella consapevolezza che la sua traduzione tecnico-giuridica sarebbe stata formulata successivamente. Nel testo che avevamo sul tavolo del Consiglio l’articolo 9 era in bianco. Un testo normativo viene spesso rimaneggiato nel passaggio tra uffici della Presidenza, ministero dell’Economia e Ragioneria e, infine, Quirinale. Nel corso del Consiglio – prosegue – mi è stato recapitato un foglio con una prima formulazione giuridica dell’accordo. Questo foglio non è stato distribuito a tutti i ministri, sono stato io a sintetizzare i termini dell’accordo politico raggiunto, nella consapevolezza che il testo che avevo tra le mani andava poi verificato sul piano tecnico. Già a caldo ho segnalato alcune correzioni che andavano apportate”. Insomma, un non problema, ma come sta avvenendo troppo spesso nelle ultime settimane, solo un difetto di comunicazione per ‘motivi elettorali’. Dunque, tutto rientrato, ed oggi via libera ad un nuovo decreto sulla pace fiscale che potrà essere sbandierato dai 5S nella loro festa a Roma.

Il premier assicura che il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, resterà al suo posto ma dice “basta infortuni e tensioni” nel governo”. Perchè, come spiega al Corriere della Sera, “queste tensioni non ci giovano: come coalizione ma soprattutto come Paese. Bisogna mostrare senso di responsabilità. “Sicuramente – ammette – lo spread in rialzo complica parecchio le cose. Ho sempre pensato che i nostri giudici più severi fossero i mercati finanziari, non la Commissione europea”.

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