Consultazioni aperte al Quirinale e l’intemperante Silvio Berlusconi…

Sono cominciate ieri mattina le consultazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Il primo ad essere ricevuto è stato il presidente del Senato Ignazio La Russa.

A seguire il presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Poi il Gruppo parlamentare Per le autonomie (SVP-Patt, Campobase e Sud Chiama Nord) del Senato e il Gruppo Misto. Dalle 16:30 alle 19 sarà il turno di Verdi-Sinistra, Azione-Iv, M5s e Pd. Oggi il centrodestra.

LA DIRETTA DAL QUIRINALE

Alle ore 10:30 di venerdì i gruppi del centrodestra saliranno assieme al Quirinale per le Consultazioni in vista della formazione del governo. Saranno presenti, si legge nella nota del Quirinale, i gruppi di “Fratelli d’Italia”, “Lega Salvini Premier – Partito Sardo d’Azione”, “Forza Italia Berlusconi Presidente” il gruppo Parlamentare “Civici d’Italia – Noi Moderati (UDC – Coraggio Italia – Noi con l’Italia – Italia al Centro) – MAIE” del Senato della Repubblica. Possibile l’incarico domani sera.

“Il presidente Berlusconi sicuramente farà parte delle delegazioni, lo abbiamo già comunicato al Quirinale. Andremo tutti insieme i quattro gruppi, con i capigruppo quindi ci sarò io, ci sarà Licia Ronzulli e ci sarà il leader del partito Silvio Berlusconi. Analogamente faranno gli altri partiti domani alle 10:30”. Lo afferma Alessandro Cattaneo, capogruppo di Fi alla Camera a radio24.

Il leader della Lega sarà nella delegazione del centrodestra insieme al capogruppo al Senato Massimiliano Romeo e a quello della Camera Riccardo Molinari.

LE REAZIONI ALL’AUDIO DI BERLUSCONI

Lupi, nessun rischio su Tajani agli Esteri  – “Tajani ha un profilo alto, ha ricoperto cariche prestigiose, la sua storia è senza equivoci. A me non piace commentare audio rubati. Se Tajani sarà indicato come ministro degli Esteri, indipendentemente dalle manine che fanno girare audio, non c’è nessuno che può metterlo in discussione”. Così Maurizio Lupi, ospite in Non Stop News, su Rtl 102.5 sulle parole del leader di Forza Italia su Putin.

“Il passo indietro te lo fanno fare gli elettori. La proposta politica del centrodestra andrà avanti con ancor più successo. Credo nella vita si debba capire la grandezza degli altri, Berlusconi lo farà. Il Cavaliere ha detto che non rinnega la sua amicizia su Putin, ci mancherebbe altro, le amicizie non vanno rinnegate. Mentre i droni kamikaze distruggono le vite, però, parlare di Vodka e di regali è sbagliato, come si fa? Ok a non rinnegare l’amicizia, ma su queste cose non possono esserci equivoci, ce l’ha insegnato Berlusconi e la sua storia”, continua. “Iniziano le consultazioni, si passa dalle parole ai fatti. Fra mille discussioni, gli italiani dopo dieci anni hanno deciso che ci deve essere una maggioranza politica di centrodestra che deve governare e una che deve stare all’opposizione. Giorgia Meloni ha dimostrato un senso delle istituzioni e chiarezza di linea. Io ministro? Farà la Meloni la sintesi con il Presidente della Repubblica. Noi vogliamo dare il nostro contributo. Credo che l’incarico a Giorgia Meloni arriverà stasera”, conclude.

Verosimilmente potrebbe essere questo lo scenario che seguirà le consultazioni ma non si può tralasciare lo scenario, voluto o meno, che riguarda Silvio  Berlusconi che in breve riassumiamo: ‘«La guerra condotta in Ucraina è la strage dei soldati e dei cittadini ucraini. Se lui diceva ‘Non attacco più’, finiva tutto (…). Quindi se non c’è un intervento forte, questa guerra non finisce». Così Silvio Berlusconi, in un audio in possesso di LaPresse, durante il suo intervento alla riunione dell’assemblea di Forza Italia alla Camera per l’elezione del capogruppo. «Io non vedo come possano mettersi a un tavolo di mediazione Putin e Zelensky. Perché non c’è nessun modo possibile. Zelensky, secondo me… lasciamo perdere, non posso dirlo…», aggiunge Berlusconi. «Un altro pericolo che tutti noi abbiamo», ha proseguito il Cavaliere: «è che oggi, purtroppo, nel mondo occidentale, non ci sono leader, non ci sono in Europa e negli Stati Uniti d’America. Non vi dico le cose che so ma leader veri non ce ne sono. Posso farvi sorridere? L’unico vero leader sono io…».«Volete sapere come è andata in Ucraina?»«Sapete com’è avvenuta la cosa della Russia? Anche su questo vi prego, però, il massimo riserbo. Promettete? (…) La cosa è andata così: nel 2014 a Minsk, in Bielorussia, si firma un accordo tra l’Ucraina e le due neocostituite repubbliche del Donbass per un accordo di pace senza che nessuno attaccasse l’altro. L’Ucraina butta al diavolo questo trattato un anno dopo e comincia ad attaccare le frontiere delle due repubbliche. Le due repubbliche subiscono vittime tra i militari che arrivano, mi si dice, a 5-6-7mila morti. Arriva Zelensky, triplica gli attacchi alle due repubbliche. I morti diventano (…)». Questa la ricostruzione di Berlusconi. «Disperate, le due repubbliche (…) mandano una delegazione a Mosca (…) e finalmente riescono a parlare con Putin. Dicono: ‘Vladimir non sappiamo che fare, difendici tu’. Lui – aggiunge – è contrario a qualsiasi iniziativa, resiste, subisce una pressione forte da tutta la Russia. E allora si decide a inventare una operazione speciale: le truppe dovevano entrare in Ucraina, in una settimana raggiungere Kiev, deporre il governo in carica, Zelensky eccetera, e mettere un governo già scelto dalla minoranza ucraina di persone per bene e di buon senso, un’altra settimana per tornare indietro. È entrato in Ucraina e si è trovato di fronte a una situazione imprevista e imprevedibile di resistenza da parte degli ucraini, che hanno cominciato dal terzo giorno a ricevere soldi e armi dall’Occidente. E la guerra, invece di essere una operazione di due settimane, è diventata una guerra di duecento e rotti anni. Quindi, questa è la situazione della guerra in Ucraina». A questo punto è d’obbligo ascoltare Giorgia Meloni.  Al termine di una giornata scandita da altri audio ‘rubati’ a Berlusconi,  precisazioni del Cavaliere sulla guerra in Ucraina e polemiche furenti dell’opposizione sui presunti “equivoci” nella linea di politica estera del governo che si appresta a nascere, Giorgia Meloni prende carta e penna a chiarisce che la linea del centrodestra e di FdI non cambia. Niente “inciuci” con Putin o oscillazioni sulle sanzioni e sui giudizi su Zelensky, si procede a barra dritta passando dal Quirinale per approdare presto a un governo filo-atlantista e convintamente europeista sulla guerra scatenata dalla Russia. “Su una cosa sono stata, sono, e sarò sempre chiara. Intendo guidare un governo con una linea di politica estera chiara e inequivocabile. – fa sapere in una nota la leader di FdI – L’Italia è a pieno titolo, e a testa alta, parte dell’Europa e dell’Alleanza atlantica. Chi non fosse d’accordo con questo caposaldo non potrà far parte del governo, a costo di non fare il governo. L’Italia con noi al governo non sarà mai l’anello debole dell’occidente, la nazione inaffidabile tanto cara a molti nostri detrattori. Rilancerà la sua credibilità e difenderà così i suoi interessi. Su questo chiederò chiarezza a tutti i ministri di un eventuale governo. La prima regola di un governo politico che ha un forte mandato dagli italiani è rispettare il programma che i cittadini hanno votato”, ha concluso Giorgia Meloni. Più chiaro di così, si muore, ma del resto nessuno sbandamento sulla linea di politica estera dell’Italia era mai stato manifestato da Fratelli d’Italia. Le parole di Berlusconi, rubate scorrettamente da qualche “infiltrato” nella riunione dei gruppi di Forza Italia, nelle quali il Cavaliere rivolgeva critiche a Zelensky e manifestava perplessità sull’inizio della guerra per iniziativa di Putin, erano state chiarite personalmente dallo stesso Cavaliere a Enrico Mentana, dopo che la sua “maratona” aveva mandato in onda l’audio. A questo punto bisogna attendere l’eventuale ricomposizione della coalizione governativa che lascerà sempre forti dubbi ben visti le intemeranze conclamate di Silvio Berlusconi che restano sempre fuori dalle righe e che dovrebbero più che allarmare Giorgia  Meloni. 

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