L’Ue dice sì al price cap versione von der Leyen: cosa cambia

Il piano di Ursula von der Leyen prevede il price cap al gas, il superamento del TTF e più solidarietà tra Paesi contro la crisi energetica

Dopo mesi di incertezze è pronto il piano per scongiurare la crisi energetica nel Vecchio Continente. Lo fa sapere la presidente della Commissione Europea, che ha firmato la strategia che dovrebbe essere attuata a breve per fermare l’aumento dei prezzi e le speculazioni. A patto che durante il vertice dei prossimi giorni i falchi del Nord non votino a sfavore. Bisognerà infatti attendere un accordo sui principi che regoleranno le misure.

Anzitutto ci sarà l’atteso price cap, che imporrebbe più vincoli ai Paesi membri per tentare di fermare la volatilità dei prezzi del gas. Ma non solo. È prevista anche più solidarietà in caso di carenze nelle forniture nazionali e l’istituzione di un nuovo indice di riferimento che possa fare da contraltare al criticato TTF di Amsterdam.

Price cap dinamico e temporaneo à la von der Leyen: non tutti i Paesi approvano

Il price cap dinamico non sarà definitivo, ma potrà essere attivato per un periodo di massimo tre mesi. Di 27 nazioni, sono 15 a chiederlo, comprese l’Italia e la Francia. A queste potrebbe aggiungersi anche Cipro. A mostrare più riserve e scetticismo sarebbero Germania e Olanda, ma anche Austria, Danimarca, Ungheria e Irlanda.

La Commissione Europea, per la prima volta, appoggia timidamente la misura. Il price cap è stato proposto già a marzo, ma molti più Paesi non erano d’accordo. “In primavera non eravamo pronti”, ha sottolineato Ursula von der Leyen, che questa volta si è mostrata ottimista illustrando il pacchetto di misure, già anticipato qua, per salvare il continente dalla crisi energetica.

Non è la prima volta che si parla del corridoio dinamico del gas. Anche l‘Italia aveva proposto all’Ue il suo price cap dinamico, di cui vi abbiamo parlato qua.

Dal price cap alla solidarietà tra Paesi: il nuovo pacchetto Ue per la crisi energetica

Di seguito tutte le decisioni al vaglio della Commissione Europea.

Acquisti comuni. La nuova piattaforma europea per l’acquisto congiunto del gas dovrà coordinare il riempimento delle riserve nazionali e prevede una partecipazione obbligatoria per i Paesi membri per almeno il 15% del volume. Oltre a fare fronte a eventuali carenze, servirà per rendere più competitivi i prezzi ed evitare una gara tra i governi sul mercato. Anche il mondo delle industrie è invitato a prendere parte al piano.

Nuovo indice alternativo al TTF. L’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione tra i regolatori energetici sarà incaricata di sviluppare un nuovi indice di riferimento per il prezzo del gas naturale liquefatto alternativo al Title Transfer di Amsterdam. Potrebbe diventare operativo già dall’inizio del 2023.

Price cap. La misura bandiera del bacchetto prevede un meccanismo di correzione dinamico e temporaneo dei prezzi del mercato per prevenire i picchi già osservati nel TTF. Una volta attivato potrà rimanere in vigore per un periodo limitato non superiore ai tre mesi. Non è chiaro però chi agirà da Garante per l’attuazione della forchetta e dei suoi estremi. Il price cap servirà anche a limitare la volatilità dei prezzi infraquotidiani. Qua il nostro approfondimento sul price cap e le posizioni dei vari Paesi.

Finanziamenti. Sarà possibile dirottare i fondi di coesione della programmazione 2014-2020 non ancora impegnati, fino a un massimo di 40 miliardi di euro, per fare fronte alla crisi energetica e al caro bollette.

Taglio dei consumi. L’obiettivo, già concordato attraverso il piano RePowerEU, del taglio del 15% dei consumi di gas diventerà obbligatorio con l’attivazione dello stato di allerta europeo qualora le circostanze lo dovessero richiedere. Non è escluso che il target possa essere rivisto, al rialzo.

Solidarietà. Bruxelles prevede degli automatismi di solidarietà in assenza di accordi bilaterali in essere tra Paesi, e l’estensione dell’obbligo di dare aiuto agli stati non collegati con gli impianti di GNL.

Aiuti di Stato. Con l’aggiornamento del quadro temporaneo di crisi ci saranno più opportunità per i governi per varare misure a sostegno delle imprese.

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