Cambio ora, torna quella legale: quando e come sposare le lancette


Tra sabato 27 e domenica 28 marzo, alle 2 di notte, tornerà l’ora legale. Dovremo dunque tutti portare avanti le lancette dell’orologio di un’ora. Si dormirà un’ora in meno ma le giornate si allungheranno, per la felicità degli italiani. L’ora legale è stata creata proprio per sfruttare meglio l’irradiazione del sole durante il periodo estivo. L’ora solare tornerà poi il prossimo 31 ottobre.

Lo scopo dell’ora legale è quello di consentire un risparmio energetico grazie al minore utilizzo dell’illuminazione elettrica. L’ora legale non può ovviamente aumentare le ore di luce disponibili, ma solo indurre un maggior sfruttamento delle ore di luce che sono solitamente sprecate a causa delle abitudini di orario.

Secondo quanto rilevato dal gestore della rete nazionale Terna, dal 2004 al 2019 il minor consumo di elettricità per l’Italia dovuto all’ora legale è stato di circa 9,6 miliardi di kilowattora (quantitativo equivalente alla richiesta di energia elettrica annua di una regione come la Sardegna) e ha comportato in termini economici un risparmio per i cittadini di oltre 1 miliardo e 650 milioni di euro.

Nel solo 2019 i benefici si sono tradotti in un risparmio pari a 505 milioni di kWh (quanto il consumo medio annuo di elettricità di circa 190 mila famiglie) e un valore corrispondente a minori emissioni di CO2 in atmosfera per 250 mila tonnellate.

Ma il 2021 sarà l’ultimo dell’ora legale? Come sappiamo, l’Europa nel 2018 ha chiesto di abolire l’ora legale e uniformare l’orario a livello comunitario. La risoluzione che spedirebbe in pensione l’ora solare, passata con ben l’84% dei voti favorevoli, non è andata però giù a tutti. Soprattutto all’Italia.

La volontà di abolire l’ora legale sarebbe secondo gli esperti giustificata anche dalla necessità di evitare una fonte di stress per l’equilibrio psicofisico dei cittadini.

Secondo alcuni sondaggi fatti in Europa, il cambio d’ora causerebbe infatti disagi psicofisici: il passaggio all’ora solare perché prevede un’ora di sonno in più ma anche più ore di buio, con aumento di depressione per tutto il periodo invernale; e il passaggio all’ora legale darebbe sì più ore di luce ma meno ore di sonno.

Europa chiamata a decidere

In base alla direttiva 2000/84/CE, la Commissione europea sta valutando ora se abolire il cambio fra estate e inverno. Deve cioè decidere se tenere sempre l’ora invernale, oppure quella estiva, oppure ancora introdurre una media fra le due, per cui ad esempio l’ora dell’Europa Centrale diventerebbe UTC +1.30. A Milano il Sole sorgerebbe d’inverno alle 8.30 e tramonterebbe d’estate alle 20.45.

Tra il 4 luglio 2018 e il 16 agosto 2018 sul sito della Commissione europea si è svolta anche una consultazione pubblica aperta sulle disposizioni relative all’ora legale, che ha ottenuto ben 4,6 milioni di risposte, il numero più alto mai ricevuto da una consultazione pubblica Ue.

Nel Belpaese, il governo Conte bis ha votato per il mantenimento dell’ora solare. Come noi anche Liechtenstein, Andorra, Monaco, San Marino, Svizzera, Norvegia e Città del Vaticano.

I nostri vicini invece – Francia, Germania, Finlandia, Lituania, Svezia ed Estonia – si sono già espressi per l’orario unico per tutto l’anno. A insistere su questa linea sono soprattutto i Paesi del Nord Europa, perché la maggiore vicinanza al Polo Nord regalerebbe loro molta più luce in estate rispetto alle nostre giornate.

Discorso a parte per il Regno Unito, che fino al 31 gennaio 2020, facendo parte dell’Unione europea, seguiva le regole Ue anche in termini di adozione dell’ora legale. Per il 2021 seguirà ancora le stesse date e modalità, dovendo ancora sciogliere il nodo Irlanda del Nord su questo punto. Poi si vedrà.

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