Caffè prima di colazione, risposta glicemica e diabete: cosa dice la scienza

È abitudine per moltissime persone alzarsi dal letto la mattina e, come prima cosa, bere una buona tazza di caffè bollente, per risvegliarsi e fare il pieno di energia. Questo, ancor prima di fare colazione: ma quali sono gli effetti di questa consuetudine? Si è parlato infatti della possibilità che assumere caffè prima di mangiare possa influenzare negativamente la nostra risposta glicemica, aumentando così il rischio di insorgenza del diabete di tipo 2.

Uno studio condotto dal Center for Nutrition, Exercise & Metabolism dell’Università di Bath, nel Regno Unito, i cui risultati sono stati pubblicati sul British Journal of Nutrition, ha infatti evidenziato che bere caffè prima di colazione dopo un sonno interrotto aumenta la risposta glicemica del 50%, rispetto a chi invece è solito mangiare prima di consumare la bevanda.

I risultati succitati sono commentati dal professor Luca Piretta, Nutrizionista e Gastroenterologo dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, il quale ha messo in evidenza i punti deboli di questo studio. In particolare, la partecipazione di un ridotto numero di partecipanti (solamente 29), tra cui soggetti fortemente in sovrappeso, che perciò presentano un maggior rischio di resistenza all’insulina.

Tra l’altro, i partecipanti non hanno effettuato una curva da carico di glucosio prima dell’inizio dell’esperimento, quindi non ci sono informazioni su una possibile risposta alterata all’insulina di cui alcuni avrebbero potuto già soffrire in precedenza. Piretta evidenzia anche la mancanza di un gruppo di controllo che abbia assunto caffè prima di colazione senza essere però soggetto ad un sonno interrotto: non è quindi possibile individuare la reale influenza della bevanda sul metabolismo come fattore isolato, bensì solo se associata ad una notte insonne.

Il professor Piretta fa notare come lo studio sia stato condotto senza prevedere la prima colazione. Ai partecipanti viene infatti somministrato del glucosio in quantità di 75 grammi, corrispondente alla totalità degli zuccheri semplici la cui assunzione è raccomandata a livello giornaliero, Tuttavia, i soggetti non introducono alcun altro cibo a parte il  caffè, quindi non possiamo conoscere la risposta glicemica dell’organismo alla caffeina quando si consuma una normale colazione (che non prevede solamente zuccheri semplici).

Infine, bisogna sottolineare come la quantità di caffè somministrata nel corso dell’esperimento è di ben 300 mg in una sola dose, l’equivalente di quattro tazzine di espresso. Alla luce dei chiarimenti del professor Luca Piretta, si evince come non sia possibile individuare da questo studio gli effetti negativi del caffè sul nostro metabolismo se consumato prima di fare colazione.

Al contrario, ci sono molte evidenze sugli effetti benefici di questa bevanda da noi tanto amata. Una metanalisi del 2018 pubblicata su Nutrition Reviews ha infatti valutato come il consumo di caffè, anche decaffeinato, riduca il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 di circa il 30%. Secondo gli autori della revisione, ad essere responsabili di questo impatto positivo sull’organismo sono gli antiossidanti: queste sostanze riducono la formazione dei radicali liberi e contrastano lo stress ossidativo, associato ad un maggior rischio di insorgenza del diabete (oltre ad altre patologie cardiovascolari e metaboliche).

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