Il tonfo della Merkel e lo stallo in Grecia dopo il voto di pochi giorni fa trascinano verso il baratro le Borse europee. La vittoria dei socialdemocratici, guidati da Hennelore Kraft nel Nordreno Westfalia, unita alle incertezze sulla capacità della Grecia di formare una solida coalizione di governo, si riflettono negativamente su tutti i mercati europei.
In apertura di seduta, Parigi cede l’1,74%, Londra lo 0,86% e Madrid il 2,16%, mentre Francoforte lascia sul campo l’1,24%. Tra i titoli più colpiti i bancari Natixis (-5,04%), Banco Popular Espanol (-3,99%) e Santander (-3,43%). La Borsa di Atene, dopo una apertura in ribasso, è in discesa libera e, per ora, fa registrare -2,5%.
Amplia il calo Piazza Affari a mezz’ora da un’apertura difficile. Il Ftse Mib cede il 2,03% a 13.758 punti, con l’intero paniere delle blue chips in rosso ad eccezione di Premafin (+1,9%). Fonsai lascia sul campo il 6,58%, Unicredit il 3,06%, Intesa Sanpaolo il 2,8%, Bpm il 2,57% e Banco Popolare il 2,2%. Pesanti Telecom (-2,52%), Finmeccanica (-2,83%), Enel (-2,32%) e Fiat (-2%), mentre tra i titoli a minor capitalizzazione svettano Buongiorno (+13,12%), dopo l’Opa di Docomo, e la Juventus (+1,81%), campione d’Italia.
Vola anche differenziale tra il Btp e il Bund: dopo una brutta subito di poco sopra quota 400 ora si attesta ad un preoccupante 417 punti.