Berlusconi: Elezione diretta del presidente della Repubblica

Elezione diretta del presidente della Repubblica con doppio turno attraverso le primarie. Insomma il sistema francese da portare a Roma. E’ questa la carta calata da Silvio Berlusconi sul tavolo da gioco delle riforme istituzionali per fare uscire il suo Pdl dalle secche delle urne elettorali. ‘La grande novità’, promessa nei giorni scorsi, è stata annunciata nella sala Koch del Senato dal presidente del partito assieme ad Angelino Alfano. Una riforma che potrà essere realizzata entro la fine della legislatura e sarà subito presentata come emendamento al ddl in discussione al Senato.

Presidenzialismo. “Abbiamo deciso di compiere il gesto ardito di presentare al Paese, alla maggioranza e all’opposizione una possibilità di modernizzazione del Paese, dando la possibilità di incidere direttamente attraverso elezioni primarie sulla scelta del presidente”. Un modo questo, per Silvio Berlusconi, di permettere ai cittadini di fare “scelte sui contenuti del programma e di portare il Paese fuori dalle secche della impossibilità  di governare con efficacia una situazione di grande difficoltà e profonda crisi”. Dare insomma “ai cittadini stessi il potere di decidere sulla nomina del Presidente della Repubblica”.

Durante la discussione delle riforme, che sta avvenendo con “una buona ragionevolezza dell’altra parte, è incominciato a venire il desiderio -ha spiegato il Cavaliere- di approfondire quello che da trent’anni si è portato sui tavoli tutte le volte che si è trattato di parlare della riforma della Costituzione e cioè la possibilità che siano i cittadini stessi a decidere con il voto direttamente il Presidente della Repubblica”. L’obiettivo è quello di essere come Parigi e non come Atene. “Qualche giorno fa si è votato in Francia, si è votato in Grecia e ci siamo domandati: vogliamo continuare ad essere nella situazione di Atene, praticamente ingovernabile, o nella situazione di Parigi, in cui in pochi giorni i cittadini che hanno eletto un presidente lo hanno visto formare un nuovo governo, recarsi in Europa per discutere con l’Unione europea e con la signora Merkel dei problemi attuali; lo hanno visto andare a rappresentare la Francia nel G8 con il più importante presidente del mondo, Barack Obama? Oppure vogliamo essere piuttosto Atene -ha proseguito l’ex presidnde te del consiglio – che è in una situazione di assoluta ingovernabilità e che deve far ritornare i suoi cittadini al voto?”.

Candidatura. Lascia aperto uno spiraglio sulla sua candidatura alla presidenza della Repubblica abbandonando, allo stesso tempo, l’idea di ripresentarsi come presidente del Consiglio. Infatti, ad una domanda di un giornalista sulla sua probabile candidatura al Quirinale, Berlusconi ha risposto: “Farò quello che mi chiederà il Popolo delle Libertà. Non è una mia ambizione personale ma ci sono delle responsabilità che non si possono ignorare”.

I tempi della riforma. Per Silvio Berlusconi la riforma istituzionale dell’elezione diretta del presidente della Repubblica può essere realizzata entro la fine di questa legislatura. I tempi tecnici ci sarebbero per il Cav. “Ci siamo detti, perché non profittare di queste tre fortunate coincidenze; la prossimità della fine della legislatura; la scadenza del mandato di un eccellente Presidente della Repubblica, per non cambiare il sistema di elezione del Presidente della Repubblica in corso di un mandato; il fatto che l’Aula del Senato comincerà a discutere della riforma della Costituzione, per poter arrivare prima della fine della legislatura ad un cambiamento della Costituzione con questa innovazione”.

Alfano: Fondare la Terza Repubblica. L’intervento di Angelino Alfano, segretario del Pdl, si apre con un lapsus. Riferendosi a Silvio Berlusconi, che gli sta accanto, gli da il titolo di capo dello Stato (“come dice il presidente della Repubblica… voglio dire il presidente Berlusconi”) per poi ritornare a quella che lui giudica la proposta “di più grande modernizzazione del sistema istituzionale italiano. Dobbiamo fondare la Terza Repubblica, che non può fondarsi sulle alchimie della Seconda. Deve essere passo avanti. Mettere in sicurezza le conquiste di quella, essenzialmente consistenti nel rapporto diretto dei cittadini con il Presidente del Consiglio”.

Legge elettorale. “Quanto alla legge elettorale, siamo a disposizione e dico agli amici della opposizione che se dovessero accettare la profonda innovazione della architettura istituzionale che proponiamo saremmo disponibili a seguirli sulle loro idee anche sul sistema elettorale”. Sono le parole di Silvio Berlusconi in una conferenza stampa.

Le reazioni. Pd e Fli bocciano Berlusconi. “La proposta di riforme fatta da Berlusconi e Alfano è ottima nel merito ma tardiva. Andava avanzata nel 2001 o nel 2008, quando il centrodestra aveva numeri e tempi per cambiare davvero le istituzioni. Adesso è pura propaganda e il neoprotagonismo di Berlusconi allontana anche ogni ipotesi di ricostruzione di un’area alternativa alla sinistra”. Il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, non usa mezze parole per bocciare il presidenzialismo alla francese del Cavaliere. E aggiunge. “Se chi ha rotto l’alleanza precedente vuol continuare a dare le carte ogni nuova convergenza è impossibile”. Il Pd non è contrario in linea di principio al semi-presidenzialismo, ma “non vedo le condizioni, né politiche né di tempi”. Il segretario Pd Pier Luigi Bersani boccia la proposta di riforma costituzionale lanciata da Silvio Berlusconi.

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