Decadenza Cav, scontro in Giunta. Brunetta: Pronta una nuova maggioranza Pd-Sel-M5S

Continua il muro contro muro tra Pd e Pdl in vista del secondo round, in programma questa sera, in Giunta delle elezioni del Senato sul caso Silvio Berlusconi. E la crisi di governo si avvicina sempre di più. In attesa dell’incontro serale oggi i ministri del centro destra si sono riuniti per fare il punto della situazione in vista della riunione della giunta. Le posizione tra centro destra e Democrat ora dopo ora diventano sempre più distanti. Il patto di governo tra Pd e Pdl resta appeso ad un filo sempre più sottile: il centro destra è determinato a far valere nel merito i profili di incostituzionalità della legge Severino indicati nelle pregiudiziali presentate dal relatore Andrea Augello. Il Pd rinvia al mittente questa richiesta e vorrebbe arrivare al voto sulla decadenza dell’ex presidente del consiglio già questa sera.  “Siamo esterrefatti per il comportamento del Partito Democratico, ieri, in Giunta. Pur di eliminare per via giudiziaria lo storico nemico politico, preferiscono mettere in ginocchio il Paese”, dice il segretario del Pdl Angelino Alfano. Il vice premier critica la decisione di applicare “retroattivamente, in fretta e furia, una norma che ormai innumerevoli giuristi, personalità neutre e di sereno giudizio, ritengono pacificamente irretroattiva. Tutto – conclude Alfano – ciò è davvero incredibile oltre che insopportabile”. E il clima rischia di inasprirsi ancora di più dopo l’annuncio del senatore Lucio Malan di presentare una quarta pregiudiziale sulla decadenza di Berlusconi che riguarda la presunta amministratività della misura della decadenza, che secondo il senatore ha invece valore penale perché è afflittiva tanto quanto il carcere. Prima delle parole del vice premier a minacciare una crisi di governo ci ha pensato il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani: se dovesse passare la decadenza di Silvio Berlusconi il governo guidato da Enrico Letta non sarà più appoggiato dal Popolo delle Libertà. “Dalla giunta provengono segnali di muro contro muro. Un inaccettabile atteggiamento da parte del Partito democratico e del Movimento 5 Stelle che addirittura intendono votare entro domani (oggi, ndr) contro le pregiudiziali approfondite e dettagliate formulate dal relatore”, dice il capogruppo del Pdl nel salotto di Bruno Vespa, “se dovesse succedere questo, non credo che si potrebbe più parlare di maggioranza a sostegno del governo”.

Brunetta: Pronta nuova maggioranza Pd-Sel-M5S. Il capogruppo a Montecitorio, Renato Brunetta, si dice certo di una nuova maggioranza al Senato pronta a far continuare l’esperienza di Enrico Letta. In soccorso del premier arriverebbero oltre agli esponenti di Sel un nutrito gruppetto di senatori del M5S. “Sono circa 20, si sanno già anche i nomi. Al Senato, quello che si prospetta è una maggioranza Pd, Sel, fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle”, dice Brunetta ai microfoni di “Uno Mattina”, su Rai Uno. Per l’ex ministro si tratta di una ipotesi ‘assolutamente’ concreta e  “da un certo punto di vista io sarei felice che andasse così, perché fare un’opposizione a un governo così strampalato, non credo del presidente Letta perché il presidente Letta non è uomo da tutte le stagioni, fare l’opposizione si immagini, a chi bloccherebbe la Tav, a chi vuole i palloni aerostatici come trasporto locale, o altre cose di questo genere, sarebbe la cosa più semplice, e poi si andrebbe ovviamente alle elezioni nell’arco di pochi mesi”.

 Maroni: Governo ha le ore contate. “Io penso di sì, dalle informazioni che ho mi pare che la situazione sia irrimediabilmente compromessa”. Roberto Maroni non ha dubbi sulla tenuta del governo guidato da Enrico Letta nel caso in cui dovesse essere votata la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore della Repubblica. “Questo governo durerà ore, forse.  Siamo arrivati al redde rationem”, dice il segretario federale della Lega Nord, a margine di una seduta del Consiglio regionale lombardo.

Quagliariello: No ad atti inconsulti. “Noi non vogliamo fare atti inconsulti ma non intendiamo subirli, la giunta del Senato ha l’obbligo di approfondire la posizione di un parlamentare, non si possono fare gli errori del passato” dice la ‘colomba’ Gaetano Quagliariello, ministro delle Riforme costituzionali, intervenendo  alla Summer School della Confartigianato a Roma, dopo un vertice con il vice presidente del Consiglio, Angelino Alfano. “Ieri – spiega l’esponente del Pdl riferendosi alla riunione di giunta al Senato – é stato fatto un atto inconsulto, mi auguro che ci sia tempo per correggerlo”. “Nelle grandi tradizioni politiche le leadership si consumano, i leader si mettono da parte e così  guadagnano il futuro – argomenta Quagliariello – ma in questa vicenda c’è un’altra dimensione, sulla centralità del diritto nella vita dello Stato anche il centrodestra dovrebbe fare autocritica, è un problema di tutti e nella riunione di giunta di ieri, da questo punto di vista, non c’era una decisione scontata”. “Si è mai potuto rispondere alle giuste perplessità dei costituzionalisti e alle questioni poste dal relatore mettendo tutto insieme e dando dieci minuti a ciascun gruppo politico per intervenire?”. Per Quagliariello con questa scelta “si è messo sotto i piedi qualsiasi possibilità di approfondimento, il punto non è come voterà il Partito Democratico ma che non si ha avuto rispetto dei compagni di strada con cui si sta condividendo un’esperienza di governo, mi auguro che la giornata di oggi serva per riparare”.

 

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