Monti? Solo una parentesi. A sostenerlo, l’ex premier Silvio Berlusconi, che ai giornalisti che lo intervistavano, ha dichiarato di voler “continuare a essere il leader dei moderati finché gli italiani lo vorranno. E di lavorare ogni giorno, con tutte le mie forze, come ho sempre fatto, affinché , terminata la fase comunque transitoria del governo Monti, un centrodestra in parte rinnovato e più ampio torni a guidare il paese”.
In merito alla sconfitta alle elezioni di Milano, Berlusconi ha spiegato: “Certo non ci ha fatto bene. Ma è stata soprattutto un sintomo di un clima politico generale che si andava deteriorando sempre più, non solo in Italia. Ricordo che, alle elezioni di medio termine, tutti i governi europei in carica hanno subito gravi sconfitte”. Nell’intervista è stato ricordato a Berlusconi che Albertini aveva proposto di mettere assieme, con un obiettivo ben preciso e limitato nel tempo, le componenti moderate della sinistra e della destra, escludendo le estreme, Di Pietro e Bossi. Chiedeva, in sostanza, un patto per Milano anche in vista di Expo: “Questi sono i risultati del governo della sinistra. Ma la sinistra, quando vince, non scende a patti. Quando nel 2006 prevalsero per 24.000 voti alle elezioni politiche proponemmo un governo di unità nazionale per gestire il paese spaccato a metà. Non si peritarono neppure di rispondere. Per venire ai nostri giorni, pur avendo la maggioranza sia alla Camera che al Senato e senza essere stati mai sfiduciati dal Parlamento non abbiamo esitato a farci da parte perché abbiamo ritenuto che questo sarebbe stato più conveniente per il paese al fine di consentire una larga convergenza di fronte all’emergenza. Questa é la differenza tra noi e loro. E infatti la proposta di Albertini per Milano, che aveva una logica, non ebbe seguito”.
L’intervista di Berlusconi è stata pubblicata in appendice al libro ‘L’onestà al poteré di Roberto Gelmini sui nove anni di governo di Milano di Gabriele Albertini.