Ballottaggio Roma: ‘I romani potrebbero votare Michetti’

Ora che a Roma il ballottaggio tra Enrico Michetti e Roberto Gualtieri è più spostato a favore del primo, la sinistra le prova tutte per attirare i voti di Carlo Calenda. Sì perché il leader di Azione è arrivato terzo alle amministrative e potrebbe essere lui ad aiutare il candidato di centrosinistra a prendersi la Capitale. Così anche Gad Lerner, ospite di Otto e Mezzo su La7, le prova tutte.

Addirittura il giornalista dimentica quanto detto dalla sinistra su Calenda, più vicino – a detta loro – alla destra che alla sinistra: “Calenda ha avuto un certo successo personale, ma è l’ennesimo partito personale e sappiamo alla fine come va a finire”. Poi, in collegamento con Lilli Gruber rincara la dose: “Non vedo una grande forza di centro, al momento alle elezioni abbiamo visto destra e sinistra, non altro. Vedo Calenda nell’alveo del Pd e non a destra”.

Lerner si dice poi sicuro che l’uscita della Lega dal governo non sarebbe un dispiacere per nessuno. In ogni caso – è il pensiero del giornalista – “anche sulla questione tasse all’interno dell’esecutivo vedo un braccio di ferro. Draghi aveva detto che il governo non le avrebbe mai aumentate”. E invece…

Gualtieri appare l’anello più debole della macchina da guerra piddina. Il suo risultato è tutt’ altro che esaltante, il personaggio è grigio e senza carisma. Il vero vincitore della tornata elettorale romana è senza dubbio Carlo Calenda. È lui d’altra parte ad aver intercettato il voto moderato sfuggito a Michetti.

Calenda dice molte cose compatibili con un centrodestra moderato e liberale, sono queste idee ad avergli fatto avere così tanti consensi. Non si possono lasciare i suoi elettori alla sinistra: vanno convinti con proposte programmatiche serie e una squadra di qualità. Enrico Michetti ha fra le sue carte molte proposte interessanti. Anche l’elettorato  di Virginia Raggi non può essere considerato automaticamente perso: che cosa ha a che fare un elettore 5 Stelle con un ex comunista, dalemiano di ferro, e poi convinto sostenitore, e in piccola parte, persino artefice di questo modello di Europa, burocratica e funzionale ai potentati monetari e finanziari.

Infine occorre mobilitare un elettorato demoralizzato, fra l’altro, dalle tante imboscate delle ultime ore. Il crollo dell’affluenza riguarda infatti soprattutto gli elettori moderati. Occorre rendere ben chiaro a chi non sia indifferente ad una prospettiva di ulteriore degrado urbano e di insicurezza diffusa cosa possa significare lasciare l’Urbe in mano al Pd romano. I leader di centrodestra devono ora più che mai offrire una prova di unità, dando segnali forti e chiari di prospettiva. Da Roma si può ribaltare il tavolo.

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