Andrea Crisanti tra AstraZeneca e attacco a Zaia

Andrea Crisanti, intervistato dal ‘Corriere della Sera’, ha fatto il punto sull’evoluzione della pandemia dettata dal coronavirus. Per il Professore nessun passo indietro rispetto alle sue stesse dichiarazioni rilasciate in passato. A lui e ad altri esperti di virus, qualcuno ha persino dato l’appellativo di ‘Cassandre’. “Se sono termini dispregiativi, fanno torto a chi li usa. La prudenza è normale per ogni medico”, replica, aggiungendo, in merito ai suoi moniti relativi alle riaperture di aprile, che allora “era intempestivo” procedere in quella direzione.

I numeri, però, anche dopo le riaperture, sono andati migliorando. Crisanti la vede in modo differente: “Non andrei orgoglioso di questi numeri. Dal 26 aprile a oggi ci sono state 7 mila vittime. Se mi avessero ascoltato ce ne sarebbe state molte meno”. Sembra però che si stia uscendo dall’incubo. “No, restiamo un Paese molto vulnerabile – spiega -. In Germania i contagi aumentano, perché si fanno tamponi e tracciamento. Qui o se ne fanno pochi o troppi antigenici e pochi molecolari. Non ne ho idea”.

Il Professore continua a difendere con i denti la sua linea e afferma di non aver sbagliato alcuna previsione, aggiungendo che se gli “avessero dato retta a febbraio, Lombardia e Veneto non avrebbero fatto quella fine”. Capitolo ‘Open Day AstraZeneca‘: Crisanti ha detto che non andavano fatti senza l’ok del Comitato tecnico scientifico. Il presidente della Liguria Toti lo ha smentito. “E allora – dichiara – è stato un errore del Cts. Se gli Open day sono stati fatti per smaltire AstraZeneca è gravissimo. Comunque è tutta una comunicazione del cavolo; è stato un errore pazzesco dire che quello che decidevano Ema e Aifa era scolpito nel bronzo. Ora la gente è terrorizzata”.

L’esperto passa poi a ‘picchiare’ duro sulla politica. All’inizio, per aver collaborato gomito a gomito con Luca Zaia, governatore del Veneto, gli hanno dato del leghista. Adesso che è stato scaricato dal presidente della Regione viene spesso attaccato da esponenti del Carroccio. Cosa ne pensa? “Questo è provincialismo. C’è una guerra per bande. Che mi frega a me di Zaia. Casomai è lui che, sospettando che fossi di sinistra, mi ha fatto fuori. La destra ha sbagliato tutto lo sbagliabile. Vogliono passare da liberatori, quando sono stati solo imprudenti”, spiega sempre al Corriere della Sera.

Quindi conclude con una constatazione amara: “L’Italia si avvia ad avere più morti di tutta Europa e la mortalità più alta per 100 mila abitanti. Anzi, sulla mortalità siamo i peggiori nel mondo”.

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