Alla caccia dei moderati, un partito senza partito

Il blocco dei moderati italiani è un partito senza partito che ristagna e si confonde nel mare dell’astensionismo. Una prateria sconfinata che se coltivata in modo intelligente potrebbe cambiare il volto del nostro Paese. Giorgia Meloni ha più volte tentato di strizzare l’occhio, ma puntualmente il richiamo della foresta, fatta di decisionismo, autoritarismo frutto di un orbaniano contagio, le ha fatto perdere l’occasione. Sul fronte opposto, al contrario, si potrebbe presentare una grande occasione e l’unico a poterla cogliere è il Pd di Elly Schlein. Ma allo stato dei fatti, ad oggi, non sembra che il gruppo dirigente del primo partito del centro sinistra sia in grado di coglierne l’opportunità. Forza Italia d’altra parte dopo la morte del suo fondatore ed unico vero leader, Silvio Berlusconi, sembra aver smarrito quella che tradizionalmente rappresentava: il riferimento di buona parte dei moderati italiani. Nonostante gli sforzi del moderato ed equilibrato Antonio Tajani, appare sempre più soverchiata dai sovranismi con sfaccettature anti europeiste dei suoi alleati di governo, come dimostra la mancata ratifica del patto di stabilità. Anche il progetto del Terzo Polo che avrebbe dovuto costruire la casa dei moderati, è fallito miseramente, grazie alle velleità e agli egoismi dei suoi due leader: Calenda e Renzi, ciascuno alla ricerca di protagonismi esasperati. Allora, come abbiamo detto all’inizio, l’occasione si potrebbe presentare per il Pd. Da voci provenienti da Via del Nazareno sembra che la Schlein stia lavorando ad una fase due, proprio per catturare il consenso di quell’area moderata, quel partito senza partito. In vista delle europee nei suoi tour nei vari distretti del Paese, la segreteria del Pd sta cercando di inserire molti imprenditori nelle liste del Pd in vista delle elezioni europee del prossimo giugno. Ci permettiamo, sommessamente, di dubitare che questa ricetta sia sufficiente. Per conquistare il consenso del ceto medio, forza trainante della nostra economia, bisogna essere in grado di offrire proposte politiche ed economiche concrete ed efficaci. Bisogna parlare agli imprenditori con il linguaggio di concretezza con cui loro sono soliti esprimersi: meno tasse, più investimenti e quindi sviluppo e crescita economica. A questo punto c’è da chiedersi:” Quali sono le linee guida della Schlein? Gli italiani hanno bisogno di capire quale è l’agenda economica del Pd. Non basta il movimentismo nelle piazze e fuori dal palazzo per uscire da quello schema’ radical-chic’, capace di parlare solo ad un elettorato di sinistra e in cui la Meloni tenta di confinarla. Certo, bisogna però riconoscere che la segretaria del Pd ha un vantaggio rispetto ad una destra, che di liberale ha ben poco ed è rimasta ancorata a vecchi stereotipi novecenteschi. La ricetta più plausibile sarebbe quella di uscire dal suo recinto di appartenenza senza rinnegare i valori di riferimento. Alle prossime europee il Pd punta a superare il 20%, ma i sondaggi ad oggi ci dicono il contrario. Ci sentiamo di rivolgere un appello ai moderati di questo Paese, affinché scendano di nuovo in campo, tornino a votare per scongiurare qualsiasi deriva autoritaria di stampo orientale.
Andrea Viscardi

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